La metafisica di Dishonored
L'Esterno cammina tra noi.
Di seguito ci potrebbero essere degli spoiler riguardanti la serie di Dishonored.
"L'Oblio è inspiegabile. È infinito e non si trova in nessun luogo, cambia continuamente ed è perpetuo. Ci sono più cose nell'infinito nero dell'Oblio, Kirin Jindosh, rispetto a tutte quelle sognate nella tua filosofia della natura" (Lettera da Delilah). Nonostante i migliori sforzi dei filosofi della natura il mondo di Dishonored è definito da influenze sconosciute e occulte. In quel luogo portiamo avanti riti di magia oscura, combattiamo streghe, conversiamo con gli spiriti e attraversiamo addirittura la distanza tra mondi diversi nel corso dei nostri viaggi, guidati dalla sete di vendetta, attraverso Dunwall e Karnaca.
Qualunque indagine nella metafisica di Dishonored si regge e si sgretola di fronte all'Oblio, quell'indistinto reame che è la fonte di tutta la magia, la stregoneria e le conoscenze arcane. Perfino l'Esterno, un'antica divinità che concede il proprio marchio al giocatore, trae i propri poteri da esso, non viceversa. Ma l'Oblio è un luogo sfuggente che non rivela facilmente i propri segreti, e noi giocatori non lo comprendiamo di certo meglio dei ricercatori di Gristol o Serkonos, che faticano anche a carpire un singolo briciolo di conoscenza su di esso. Quindi cos'è esattamente l'Oblio? O piuttosto: come dovremmo pensarlo per renderlo sensato?
Perfino cercare, attraverso dei tentativi, di capire come l'Oblio si posizioni in relazione al mondo naturale e come si inserisca in una cosmologia coerente, è un'impresa complicata. A volte il mutevole Oblio sembra essere un luogo completamente a se stante che esiste in maniera ampiamente indipendente dall'altro mondo. Altre volte appare come una riconfigurazione o un'immagine speculare contorta di luoghi distorti e frammentati che esistono nella realtà, o anche come dimensioni parallele che esistono in contemporanea al mondo naturale, entrando in collisione e sovrapponendosi tra loro. Si potrebbe anche portare avanti l'idea che l'Oblio esista "al di sotto", sotto la superficie del piano materiale, come le balene che fluttuano (nuotano?) attraverso di esso sembrano quasi suggerire.
Forse ci sono degli analoghi nella storia della mitologia o della filosofia? L'inferno potrebbe sembrare la prima ipotesi papabile ma il paragone si sgretola velocemente. Potrebbe sembrare un luogo sinistro e ci sono alcune prove del fatto che possa essere un luogo raggiungibile dopo la morte ma mentre gli spiriti di Daud e di altri individui che incontri al termine di La Morte dell'Esterno non sembrano particolarmente felici di trovarsi nell'Oblio va anche detto che non sono esattamente torturati da qualcosa che vada al di là dei loro stessi rimorsi. (E nel caso in cui siate interessati a un'opinione contro l'interpretazione dell'Esterno come il diavolo leggete l'eccellente articolo di Hazel Monforton pubblicato da PC Gamer sull'argomento.)
Una scelta migliore potrebbe essere il caos primordiale di vari miti sulla creazione (come quello dei Greci per esempio), qualcosa che è considerato come lo stato amorfo dell'universo prima che gli venga data una forma attraverso un atto di creazione o separazione che porta ordine al caos. Considerando la frequente associazione tra l'Oblio e l'oceano la descrizione dell'universo non ancora formato proposta dalla Genesi è particolarmente stuzzicante: "La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque". Ovviamente l'Oblio differisce dal caos primordiale nella misura in cui esiste contemporaneamente al mondo completamente formato. Tuttavia sappiamo che il tempo funziona in maniera decisamente diversa nell'Oblio quindi potrebbe essere visto come una sorta di traccia o rimasuglio di quel caos originale.
Parlando di forme potrebbe anche essere utile pensare all'Oblio nei termini dell'idealismo platonico. Semplificando parecchio la teoria delle forme di Platone e le scuole di pensiero che avrebbe poi influenzato postulavano che viviamo in un mondo imperfetto e che le cose che noi percepiamo sono come ombre distorte proiettate da forme ideali per noi invisibili. In altre parole esiste, in base alle interpretazioni, sia un reame molto reale che uno metaforico di idee la cui emanazione costituiscono il mondo come lo vediamo. Dato che le forme del mondo naturale appaiono nell'Oblio spesso come immagini oscure, frammentate e distorte si potrebbe dire che l'Oblio sta al mondo di Gristol e Serkonos come il mondo imperfetto del pensiero di Platone sta al reame delle idee. Eppure la questione è molto più complessa di così. Dopo tutto l'Oblio è più antico del mondo degli umani ed eretici da ogni parte dell'Impero credono che l'Oblio celi verità più profonde rispetto al mondo naturale. I poteri concessi loro dall'Oblio sembrano confermare questa credenza.
L'Oblio si manifesta nel mondo naturale in modi diversi. Come detto in precedenza, sembra esserci una comune affinità tra l'Oblio e l'oceano. Per questo motivo le creature che vivono nelle profondità delle acque hanno una connessione speciale all'Oblio. Le balene di Dishonored sono delle misteriose creature le cui canzoni sembrano avere degli effetti particolari sulle persone di Dunwall e le cui ossa sono intagliate in amuleti sussurranti che incanalano i poteri dell'Oblio. Le balene del titolo sono un evidente eco del Moby-Dick di Hermann Melville (1851), un libro in cui le balene appaiono come sfuggenti e antiche divinità delle profondità. Nel diciannovesimo secolo si sapeva molto poco delle balene anche nei piani alti dell'industria baleniera e Moby-Dick, proprio come Dishonored, cattura questa aura di mistero che ancora trasudavano a quei tempi. Melville scrisse che, come i geroglifici lasciati da antiche civiltà, "le balene impregnate di misticismo rimangono indecifrabili".
Il delirio è un altro modo per connettersi con un Oblio così simile all'oceano. Le creature che trasportano malattie come i ratti e le mosche del sangue hanno, in questo senso, del potenziale nascosto: "Ho convinto il nostro piccolo gruppo che se il loro desiderio di incontrare l'Esterno era davvero genuino, allora sarebbero stati necessari dei metodi meno delicati. Febbre da puntura di mosca del sangue indotta volontariamente. Quella sarebbe stata la nostra strada verso l'Oblio [...] La febbre attecchiva velocemente. Mentre perdevo e recuperavo i sensi a intermittenza, le onde rumoreggiavano sopra di me. In lontananza potevo scorgere contorni di figure e rocce nere luccicanti" (Annotazioni della Seduta). I ratti che diffondono la peste sono spesso rappresentati in parecchi diagrammi occulti sparsi per Dunwall e Karnaca. I loro corpi dominano la parte centrale di un diagramma a forma di bussola connettendo i vertici che lo formano, o i rami e le radici di alberi adornati da simboli alchemici o astrologici.
Questi e altri diagrammi e simboli simili ci spingono direttamente nell'intricato groviglio di rituali magici, stregoneria, alchimia e misticismo. L'argomento è troppo complesso per entrare nei dettagli quindi basti dire che nel mondo di Dishonored molti individui e gruppi, dalla nobiltà esiliata e dai filosofi dell'occulto alle congreghe di streghe e al culto degli Orbi, cercano di sfruttare l'Oblio a proprio vantaggio. Le loro motivazioni sono ovviamente diverse: cercano vendetta, potere, ispirazione estetica, benessere o immortalità e alcuni, soprattutto ai margini della società, usano il suo potere per resistere agli attori di una società oppressiva: l'Abbazia dell'Uomo Qualunque.
L'Abbazia è realizzata ispirandosi chiaramente all'Inquisizione, sia nell'obiettivo di combattere le eresie (che qui sono state completamente unite alla stregoneria), sia in quelli che sono spesso dei metodi molto brutali. Dal loro punto di vista l'Esterno è quasi indistinguibile dal modo in cui veniva visto il diavolo durante la grande caccia alle streghe che imperversava in Europa nel sedicesimo e nel diciassettesimo secolo. Nella missione del conservatorio presente in La Morte dell'Esterno ci imbattiamo in confessioni ottenute attraverso la tortura e potenzialmente inaffidabili. Una di esse racconta di una strega che ha cospirato con un famiglio chiamato Sugarboy e che avrebbe utilizzato sangue e seme di un ex amante per ammalarlo e renderlo impotente. Queste confessioni soddisfano tutte le caratteristiche delle accuse fatte nei confronti di donne storicamente condannate di stregoneria.
Ma nonostante ciò sarebbe erroneo vedere l'Abbazia esclusivamente come un analogo dell'Inquisizione o della Chiesa Cattolica (soprattutto perché l'Inquisizione non era così tanto coinvolta nella guerra alla magia come potreste pensare). Le Costrizioni (Strictures) potrebbero essere un'ovvia allusione ai Testi Sacri (Scriptures) ma semplicemente proibiscono, non promettono mai nulla. In cosa crede l'Abbazia? I loro testi non menzionano mai un dio o una controparte benevola dell'Esterno o dell'Oblio. Il legame spirituale più stretto è quello con La Musica Antica, una sorta di contrasto alle canzoni delle balene. "In tutto il mondo ci sono increspature che possiamo a mala pena percepire con i nostri sensi, una Musica Antica che permea qualsiasi cosa come una regola strutturale fondamentale. Attraverso di essa è possibile fare cose straordinarie senza violare il mondo naturale o elemosinare favori da spiriti poco amichevoli" (La Musica Antica). Questa Musica Antica è molto simile a un antico concetto religioso e filosofico chiamato Musica delle Sfere o Musica Universalis, ovvero l'idea che il movimento dei pianeti, perfettamente ordinato da un Creatore, emetta suoni armoniosi. Eppure l'Abbazia è curiosamente priva di interesse rispetto alle implicazioni teologiche o spirituali della propria scoperta, usandola invece semplicemente come uno strumento per torturare le streghe o per contrastare la magia dell'Oblio.
L'Abbazia è un'istituzione meno religiosa, più un antesignano di uno Stato di polizia fascista. E attraverso la loro tenace ossessione che li spinge a sradicare tutto ciò che viene toccato dall'Esterno rivelano verità più profonde riguardanti l'Oblio, il tutto nonostante la loro prospettiva distorta. Per loro l'Oblio non è solo la fonte del male ma una forza che destabilizza la loro autorità offrendo una grande abbondanza di alternative. Nel libro "Selected Sayings of the Overseer" possiamo leggere: "Sappiate questo: C'è solo una strada. Convincervi che ce ne siano molteplici è il lavoro dell'Esterno" o ancora "Un pensiero eretico porta inevitabilmente ad altri, come una singola erbaccia presto prende il sopravvento su un campo di grano". C'è una crescente pluralità, una fertilità oscura nell'Oblio che terrorizza l'Abbazia. Una strada si trasforma in molte. Un singolo pensiero si moltiplica. L'Oblio per la molteplicità e possibilità innumerevoli. Per ogni porta che l'Abbazia blocca se ne aprono altre tre.
Ed è proprio per questo motivo che è così difficile definire cosa sia l'Oblio. Nonostante il contesto storico e le influenze dalla mitologia, quindi, l'Oblio è essenzialmente un luogo postmoderno. La sua unica costante natura è l'ambiguità, la fluidità e la pluralità di significati ed è anche per questo motivo che l'Oblio trova il proprio riflesso nell'oceano, nel delirio e nella malattia. Esattamente come l'Oblio, questi esistono all'assoluto limite della comprensione umana (almeno nel mondo ispirato al diciannovesimo secolo di Dishonored).
La genialità della serie di Dishonored risiede nel fatto che attraverso lo stesso atto di giocare al titolo si viene allineati con l'Esterno e l'Oblio, che lo si voglia o meno. L'apertura e la flessibilità del suo design emergente non possono che spingere ad agire come l'Esterno, come qualcuno che vede più strade dove gli altri ne vedono solo una. Sperimentare con il nostro arsenale di strumenti e poteri per trovare sempre nuove e sorprendenti sinergie e possibilità, rispecchia la fertilità dell'Oblio che permette a un solo pensiero di trasformarsi in una miriade. In questo modo la metafisica della serie di Dishonored si manifesta nelle azioni di ogni singolo momento dei giochi. Non si può abbracciare l'essenza di Dishonored senza permettere all'Oblio di abbracciare noi stessi.