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La rinascita di Master of Orion - anteprima

Wargaming vola verso campi di battaglia spaziali.

L'incontro con i bielorussi di Wargaming.net di solito riguarda una qualche macchina di guerra ricreata con devozione in virtuale, un carro armato della Seconda Guerra Mondiale modellato su un prototipo sovietico, o magari un incrociatore nipponico ad esaltare la grandeur di un impero che non c'è più. Insomma, si tratta sempre di armi.

Wargaming.net però, dopo avere conquistato e dominato la scena dei giochi free to play, ha deciso di fare il grande passo e muoversi verso qualcosa di diverso, più sentimentale se vogliamo, anche se non è che manchi l'amore per la vecchia ferraglia sparsa per i campi di battaglia di 70 anni fa.

Victor Kislyi, il CEO della compagnia est europea, dice di essere entrato nel mondo dei videogiochi mosso dall'amore per Master of Orion, strategico 4X del 1993, il cui marchio è ora stato acquisito proprio dai bielorussi che sono al lavoro su un reboot della serie affiancati dagli sviluppatori argentini NGD Studios.

L'opera punta ad essere un colpo al cuore degli appassionati ma chiaramente cerca di rivestirsi di nuovo per interessare anche chi non abbia mai visto l'originale e non si farebbe impressionare dalla presenza dei vecchi artisti e compositori nel progetto in lavorazione in questi giorni.

Ci sono 10 razze nel gioco, tutte prese dai precedenti episodi della serie e ognuna caratterizzata da modificatori speciali.

Abbiamo quindi 10 razze direttamente dal primo episodio della serie, sparse per una galassia che sembra piuttosto ampia e composta da parecchi sistemi solari ognuno caratterizzato da una manciata di pianeti. Si parte in un angolino del cosmo e chiaramente l'obiettivo è quello d'imporre il proprio dominio su tutte le popolazioni che dividono con noi le profondità dello spazio.

Come da copione le condizioni di vittoria prevedono la soluzione militare, quella tecnologica, il dominio economico, quello diplomatico e una quinta opzione che richiede il raggiungimento di un punteggio alto in tutte le altre categorie. Parallelamente a ciò, anche la gestione delle risorse è quella che ci si aspetta da un gioco del genere: cibo, produzione industriale e ricerca scientifica.

Ogni pianeta ha a disposizione un certo numero di unità lavorative che possono essere comodamente prese e spostate da una risorsa all'altra grazie ad un'interfaccia intuitiva e moderna nell'impostazione, e che sembra quasi pensata per funzionare bene anche su dispositivi mobile, nonostante per ora l'unica piattaforma annunciata sia il PC (anche se non sarà certo l'unica).

Una gestione delle risorse così semplice speriamo non si traduca in meccaniche superficiali ma questo è l'annoso problema del trovare un equilibrio tra i tecnicismi richiesti dai giocatori più esperti e la necessaria accessibilità per sperare di vendere più di centomila copie, e noi abbiamo visto Master of Orion solo per una ventina di minuti quindi chiaramente sarebbe prematuro sparare giudizi.

I filmati per le interazioni diplomatiche sono ben realizzati, e i modelli sono mossi da un motion capture che fa il suo dovere.

La demo che abbiamo visto, poi, non mostrava le opzioni per il multiplayer (che però ci saranno nel gioco completo) anche se è lecito aspettarsi le canoniche offerte del genere, e così l'unica modalità per ora ufficialmente annunciata è la partita libera, visto che non ci sarà una storia da seguire.

Dal punto di vista tecnico il gioco ha ancora un po' di strada da fare, ma già da ora possiamo dire che alcuni obiettivi sono stati raggiunti: la chiarezza dell'interfaccia, fondamentale in produzioni di questo genere, è soddisfacente, così come il livello di dettaglio dei pianeti che mostrano con ragnatele di luci lo sviluppo dei centri abitativi.

Purtroppo non abbiamo potuto provare in prima persona il prodotto e la demo era studiata per mostrare solo alcuni aspetti di un gioco che chiaramente è lontano dall'essere completo, come si intuisce dal fatto che ancora la data d'uscita non sia stata annunciata ufficialmente, ma in generale le emozioni restituite dall'anteprima sono state positive.

Gli appassionati dell'originale apprezzeranno sicuramente la fedeltà del progetto e l'impostazione accessibile sembra in grado di convincere il grande pubblico. Un altro dato importante riguarda poi il produttore bielorusso, che s'affranca dai suoi soliti giochi di guerra e tenta la strada del publishing, una mossa senz'altro agevolata dall'amore per un gioco con 20 anni sulle spalle.

Avatar di Alessandro Arndt Mucchi
Alessandro Arndt Mucchi: Giocatore cronico, lettighiere notturno, cuoco discreto, giurisprudente perplesso, musicista part-time, giornalista dal 2006. Da sempre esperto di versetti.
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