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La Ruota del Tempo Recensione: Un nuovo ciclo fantasy ha inizio

Non c'è inizio né fine, al girare della Ruota del Tempo...

La Ruota del Tempo è uno dei cicli fantasy più apprezzati e amati dagli appassionati del genere, una serie che ha offerto dei personaggi sfaccettati grazie all'abile penna di Robert Jordan, sfortunatamente morto prima di concludere l'opera a cui aveva dedicato tutta la vita.

L'amico Brandon Sanderson, però, è riuscito a raccogliere tutte le informazioni necessarie tra gli appunti e gli indizi lunghi un'intera esistenza, divenendo un curatore dell'universo creato dal creatore delle leggende del Drago Rinato, riuscendo a concludere una storia iniziata ben quarant'anni fa.

Amazon Studios e Sony Productions si sono dedicati nel corso di questi tre anni alla produzione della serie televisiva dedicata a "La Ruota del Tempo", un progetto ambizioso e coraggioso firmato da Rafe Judkins, già celebre a molti di noi per l'ottimo lavoro svolto con Agents of S.H.I.E.L.D.

Abbiamo visto in anteprima i primi tre episodi, viaggiando in terre affascinanti e assuefacenti, conoscendo i personaggi di un'avventura straordinaria mentre sbirciavamo da vicino il mondo ricreato da Amazon Studios per omaggiare Robert Jordan. Una missione non semplice, siccome l'universo dello scrittore statunitense è davvero unico nel suo genere, difficile da riprodurre per chiunque non metta in conto di doversi prendere qualche libertà nel corso della narrazione. Ma procediamo con ordine.

Rosamund Pike, come già detto, è la star di questi prime tre episodi.

Il primo episodio, quello che più di tutti ci ha convinto, presenta i protagonisti delle vicende raccontate da Jordan nel suo primo romanzo, con un'introduzione commovente che mette al centro il significato della Ruota del Tempo per gli abitanti del mondo di Randland fino alla partenza dei protagonisti principali dopo l'attacco dei Trolloc, delle spietate creature.

Facciamo la conoscenza dei cinque personaggi cardine della storia, tre ragazzi e due ragazze, ognuno di loro inconsapevole del fato nefasto che li attende. Stiamo parlando di Rand al'Thor (Josha Stradoswki), Egwene al'Vere (Madeleine Madden), Perrin Aybara (Marcus Ruthford) Matrim Cauthon (Barney Harris) e Nynaeave al'Meara (Zoe Robins), figli di persone che vivono alla giornata nel villaggio di Emon's Field, nella regione dei Fiumi Gemelli. Tutto è tranquillo, niente sembra minacciare questo luogo pacifico, finché non appare Rosamund Pike (Orgoglio e Pregiudizio) nei panni della Aes Sedai Moiraine Damodred, con al fianco Lan Mandrarogan, interpretato da Daniel Henney, che abbiamo conosciuto in Criminal Minds.

Il cast, scelto per questa occasione, è ottimo perché rappresenta i protagonisti presenti nei libri, tormentati dai drammi che li costringono a confrontarsi tra di loro anche sulle scelte più delicate che riguardano le loro vite. L'amore tra Rand ed Egwene, per esempio, è minacciato dal futuro che aspetta la giovane come Sapiente, che la costringerebbe a rinunciare a un sentimento intimo e forte in nome del bene comune.

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Ci accorgiamo, infatti, che la vera essenza del titolo è il sacrificio. Non importa in che modo si manifesti: i protagonisti sono al centro della Ruota del Tempo. Sono ingranaggi di una regia ispirata e profonda, capace di incantare dal primo all'ultimo momento, trasportandoci in universo fantasy ben realizzato, curato in ogni minimo particolare. E chiunque abbia letto in passato i libri, potrebbe sentirsi a suo agio durante la visione.

Oltre a questo, però, c'è la missione di Moiraine, decisa a trovare il Drago Rinato per combattere il Tenebroso, un'entità misteriosa che minaccia la Ruota e il corso del tempo, sconfitto in passato da un altro Drago Rinato, seppure a caro prezzo. Come accennavamo prima, il team ha dovuto adattare la complessità del primo libro a una regia che sapesse ammortizzare i momenti più importanti, restando fedele al ciclo. Il lavoro svolto riesce a piazzarsi tra le due esigenze di produzione, incastrandosi senza creare ulteriore disturbo alla trama.

Il talento di Rosamund Pike viene fuori in diverse occasioni, e non poteva essere altrimenti: è la vera star del prodotto, una certezza come lo fu Sean Bean nella prima stagione di Game of Thrones (ma speriamo che non incontri lo stesso fato). L'attrice britannica s'è calata nei panni di Moiraine in maniera leale impersonandola al meglio, dandole uno spessore reale e tangibile, mostrando un'altra volta il suo innegabile talento, specie nei dialoghi con i vari personaggi.

Lan, interpretato da Daniel Henney, è un personaggio ricco di sfaccettature. Leale alla sua Aes Sadai, siamo sicuri che in futuro ci sorprenderà.

Inoltre, gli altri attori sono stati capaci di rispecchiare i caratteri, le paure e le incertezze dei protagonisti principali. Robert Jordan è sempre riuscito a trasmettere un'intensità coinvolgente attraverso la sua scrittura. Questo avviene in tutt'e e tre gli episodi, in un modo così profondo che sembra quasi di provare la nostalgia di Rand, il senso di colpa di Perrin e la rabbia di Mat attraverso gli sguardi e i gesti di alcuni di loro.

Ultima ma non per importanza, è l'interpretazione del talentuoso Daniel Henney, che è riuscito a rendere giustizia a un personaggio onorevole come Lan Madrarogan. Non era certamente semplice, dato che Lan è l'archetipo del protagonista silenzioso e mite che preferisce intervenire soltanto quando certe eventualità lo richiedono.

Seppure alcune scelte potrebbero non piacere a tutti, non possiamo lamentarci affatto dell'evoluzione narrativa, che prosegue con un ritmo serrato ed entusiasmante, non annoiando mai. È complesso non desiderare un altro episodio, una volta concluso quello appena visto. E non c'è lode migliore che si possa fare.

Ulteriori complimenti vanno alle varie scenografie e ai luoghi scelti per l'occasione, che s'incastrano ottimamente col mondo. L'intera produzione della prima stagione s'è svolta tra i monti della Slovenia e i fiumi della Croazia, dei luoghi simbolo davvero ispiranti, a detta del team.

E poi ci sono loro, due giovani attori che sono stati in grado di impersonare due protagonisti per niente facili. Anche loro ci sorprenderanno...

E non possiamo dargli torto, siccome le riprese dall'alto dei vari paesaggi e dei luoghi simbolo regalano degli scorci in cui è facile perdersi. Come non citare, poi, i costumi scelti per ogni personaggio? Basta guardare quello di Rand per ricordare la sua descrizione nel primo libro.

Siamo rimasti incantati dall'opening iniziale e dalle composizioni musicali, che per il momento sono state in grado di amalgamarsi a dovere con la narrazione. A non averci pienamente convinto sono invece gli effetti speciali, che non ci hanno purtroppo colpito, specie nei momenti più concitati, in cui avremmo preferito maggiore semplicità e più sostanza.

In definitiva, i primi tre episodi di questo nuovo ed imponente ciclo fantasy meritano un voto positivo. Di sicuro, siamo ben lontani dalla serie evento che fu Game of Thrones nel lontanissimo 2010. Quanto abbiamo visto alimenta la nostra curiosità sulla prosecuzione della serie, che in futuro potrebbe rappresentare ben più di quel che appare.

Avatar di Nicholas Mercurio
Nicholas Mercurio: Classe '95, Nicholas ama i videogiochi difficili e gli RPG, non disdegna gli indie e fa incetta di titoli ogni volta che può, per riempire la sua preziosa collezione. Uno scapestrato, in tutto e per tutto.

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