La sufficienza di Epic Games danneggia Fortnite come esport - editoriale
Buttare nella mischia un'arma potentissima, l'Infinity Blade, a metà di un torneo: non è così che si fa.
A Epic Games importa che gli esport attorno a Fornite funzionino? La domanda sorge spontanea dopo che lo sviluppatore ha buttato nella mischia un'arma potentissima, l'Infinity Blade prelevata dall'omonimo gioco mobile, che ha completamente scombussolato gli equilibri del gioco.
Il perché è presto detto: a chiunque la estraesse la spada raddoppiava la vita massima, garantiva una velocità superiore e rigenerava un punto vita al secondo. Oltre alla possibilità di usare attacchi ad arco devastanti.
Usiamo il passato perché pochi giorni fa Epic Games ha annunciato di aver rimosso l'Infinity Blade dal gioco. "Abbiamo fatto un casino - ha esordito l'account ufficiale del gioco sui social - e abbiamo introdotto l'Infinity Blade, troppo potente senza buone possibilità di contrattaccare, specialmente nell'end game". La spada è stata rimossa ed Epic ha annunciato che sta "rivalutando" il suo approccio agli oggetti mitici.
Secondo molti la decisione è arrivata troppo tardi. Perché l'effetto negativo della Infinity Blade c'è già stato nell'ambito competitivo del gioco che, come per qualsiasi altra produzione, è estremamente delicato e richiede che ci sia un equilibrio tra le varie armi e oggetti. Un equilibrio che l'Infinity Blade, proprio come i suoi attacchi, ha spazzato vita: chiunque ne conquistasse il possesso poteva fare piazza pulita degli avversari, guadagnando ghiotti punti per qualificarsi alla fase successiva della Winter Royale.
Parliamo di un torneo con un montepremi complessivo di 1 milione di dollari. Epic Games, nel mezzo delle qualificazioni online, ha introdotto nel gioco un oggetto che ha radicalmente cambiato le partite. Come se agli ottavi di finali della Champions League, l'UEFA decidesse che segnare di mano nell'area piccola è valido: sarebbe un cambiamento drastico e netto, oltre che totalmente distruttivo nell'ottica del gioco del calcio. E il fatto che Epic Games, dopo pochi giorni, abbia deciso di rimuovere completamente l'Infinity Blade dal gioco perché troppo potente, è la conferma che le polemiche non sono state fini a se stesse.
Condivisibili le controrisposte di chi, ai giocatori eliminati dalle qualificazioni online, asseriva che adeguarsi alle situazioni fa parte delle caratteristiche di un buon professionista. Il problema, però, non sta nell'aver sostanzialmente modificato l'equilibrio del gioco, bensì di averlo fatto nel mezzo di una competizione; quest'ultima è partita con un set di regole e caratteristiche, e si è conclusa con caratteristiche diverse. Così alcuni dei migliori giocatori di Fortnite, tra cui Tyler "Ninja" Blevins, non sono riusciti a qualificarsi, generando, in seguito, una marea di polemiche e accuse nei confronti di Epic Games.
Fermo restando che mentre i giocatori europei hanno potuto terminare le qualificazioni online senza problemi, la patch 7.0 che ha introdotto diverse novità tra cui gli aerei, ha scombussolato le partite nel giro di poche ore per i giocatori nordamericani. Ciò significa che il Fortnite a cui i giocatori hanno giocato durante i primi giorni non è stato lo stesso Fortnite che ha caratterizzato le partite successive.
Tuttò ciò è avvenuto nel contesto di una sperimentazione ampia delle qualificazioni interamente online per la Winter Royale: chiunque avesse un account poteva partecipare. Fino a qui nessun problema, non fosse che tanti hanno usato indisturbati "trucchi" come l'automira per stanare gli avversari anche nelle zone, come nei campi di granturco, dove non poteva essere miniammente avvistati. Online, dove evidentemente nessun arbitro ha potuto fermarli o bandirli dalla competizione. E, ancora una volta, rompendo il gioco nella delicata fase competitiva. Dove ci sono in palio denaro contante e non semplici V-Bucks.
Si tratta di una situazione che ha destato perplessità, come abbiamo anticipato, rispetto all'effettivo impegno di Epic Games per salvaguardare la stabilità di Fortnite come esport. Perché non bastano 100 milioni di dollari per esaltare critica e pubblico e poi fare errori così grossolani nella gestione di un torneo.
L'impressione è che Fortnite sia un esport soltanto come effetto collaterale e che lo sviluppatore, in realtà, dia la priorità a continuare l'evoluzione della modalità Battle Royale a prescindere da tutto il resto. Anche quando una novità apparentemente banale disfa una fase intera di qualificazione.