La svolta 'mobile' di Nintendo - editoriale
Nintendo rompe gli indugi e annuncia di voler portare Mario e soci su smartphone. Cosa significa per il mondo del gaming?
Da anni la comunità della games industry si divideva in due fazioni distinte: molti imploravano Nintendo di portare i suoi franchise di maggiore successo sul mercato mobile, aprendosi dunque ad un settore interamente nuovo e a miliardi di potenziali acquirenti; sul fronte opposto, altrettanti ritenevano che una simile mossa sarebbe stata azzardata e avrebbe portato più guai che vantaggi alla casa di Mario.
Poche ore fa, alla fine, è arrivato l'annuncio ufficiale: Nintendo compirà la svolta verso smartphone e tablet. Al riguardo è stato stretto un accordo con DeNA, nota azienda giapponese che offre, tra le altre cose, servizi e piattaforme per il mobile gaming (il testo integrale della presentazione, per chi volesse leggerlo, è qui.) La partnership è di quelle serie: tra le due aziende ci sarà addirittura uno scambio di quote azionarie, con Nintendo che acquisterà il 10% di DeNA, la quale a sua volta si impegnerà con una quota del medesimo controvalore, acquistando l'1,24% di Nintendo.
All'indomani dell'annuncio, c'è già chi accusa i vertici dell'azienda di essersi mossi "troppo tardi" ma in realtà oggi sappiamo che i primi contatti per avviare questa nuova ed ambiziosa iniziativa sono iniziati nel 2010. Considerando l'entità della transazione (valutata in 22 miliardi di yen, circa 180 milioni di euro) e soprattutto l'importanza strategica di questo passo, non sorprende che Satoru Iwata e soci abbiano voluto ponderare bene la situazione prima di impegnarsi definitivamente. Come sempre, e nel più tradizionale stile giapponese, quando Nintendo fa qualcosa di nuovo e rompe una nuova barriera, lo fa con convinzione e investimenti massicci: basta pensare a quanto avvenuto in epoca Wii con i sensori di movimento.
Come dobbiamo leggere, da gamer, questa storica mossa di Nintendo? Il sottoscritto ritiene che le scene di panico già in atto sui forum di mezzo mondo siano immotivate. Andiamo, infatti, a vedere cosa prevede nel dettaglio la nuova strategia. Innanzi tutto, togliamoci il dente: ad arrivare sui dispositivi mobile saranno proprio le più popolari serie create da Miyamoto & co., le IP che contano, non degli improbabili nuovi e anonimi franchise. L'intero portafoglio di marchi Nintendo potrà essere impiegato in questa nuova avventura, quindi prepariamoci a vedere sui nostri cellulari Mario, Zelda, F-Zero, Pikmin, Metroid e... soprattutto Pokémon.
La domanda è: in che forma queste vere e proprie leggende della storia dei videogiochi arriveranno sui dispositivi touch, notoriamente tacciati dalla comunità degli hardcore gamer di non saper offrire esperienze di gameplay di livello qualitativo adeguato? Avremo forse a che fare con conversioni storpiate di Ocarina of Time, Mario 64 e simili, che insulteranno il glorioso passato con indigeribili schemi di controllo?
Sembra proprio di no: stando alle prime dichiarazioni divulgate, per le piattaforme mobile saranno sviluppati ex-novo titoli originali che pescheranno dall'infinito repertorio di brand Nintendo ma non necessariamente replicheranno in modo pedissequo le esperienze di gameplay offerte dalle console domestiche presenti, passate e future.
La soluzione, a mio giudizio, è ideale. Convertire titoli tradizionali in esperienze touch si è dimostrato più volte un compito difficile se non impossibile, ma applicare lo stile e il know-how di Nintendo allo sviluppo di giochi mirati per quelle che sono, piaccia o no, le piattaforme più innovative e attualmente diffuse sul mercato, potrebbe aprire prospettive molto interessanti. Non va dimenticato ad esempio il modo in cui Shigeru Miyamoto e soci hanno già rivoluzionato a suo tempo il gameplay della serie di Zelda, creando con Phantom Hourglass per DS un'eccellente esperienza al 100% touch.
Applicare il medesimo trattamento ad altre serie famose potrebbe portare a risultati sorprendenti: al di là dell'ovvietà dei mille impieghi che il brand Pokémon potrebbe avere in un contesto nativamente massivo e "social" come quello degli smartphone, possiamo già pensare ad un eventuale capitolo di F-Zero che sfrutti i controlli "ad inclinamento" già impiegati da numerosi titoli mobile di successo, come Real Racing o la serie di Asphalt.
In che misura ciò potrebbe "danneggiare" l'amatissima serie? Probabilmente per nulla: potrebbe, anzi, rappresentare una nuova occasione di mercato per una IP che, avendo venduto al di sotto delle aspettative in passato, Nintendo sembra aver riposto nel cassetto per quanto riguarda i progetti tripla-A per console tradizionali.
Ovviamente ci sarà da scoprire a chi verrà affidato lo sviluppo dei nuovi titoli mobile: se ne occuperanno direttamente gli studi interni della casa madre, oppure saranno effettuate commissioni esterne? In entrambi i casi, l'operazione potrebbe risultare un successo: non dobbiamo dimenticare, infatti, che alcuni degli episodi più belli delle serie Nintendo sono stati già in passato sviluppati da developer esterni: pensiamo a F-Zero GX (Sega), Metroid Prime (Retro Studios) o Zelda: The Minish Cap (Capcom).
Quali sono i potenziali risvolti negativi di questa nuova e avventurosa direzione intrapresa da Satoru Iwata? Indubbiamente ne esistono: il mercato mobile è difficile, ultra-competitivo e caratterizzato da un modello di monetizzazione ancora giovane e acerbo. Applicare le meccaniche del free-to-play, o comunque del prezzo basso e massificato, a titoli dal grande valore storico e dalla grande importanza strategica come Mario o Zelda potrebbe non rivelarsi semplice.
Un gioco di Mario non è un videogame qualsiasi, ha delle "responsabilità". L'approdo di Nintendo sui dispositivi mobile si può equiparare ad un'eventuale decisione di Ferrari di creare la sua city-car: una sfida delicata e rischiosa ma dai margini di successo enormi se ben eseguita (basta pensare all'operazione Smart di Mercedes).
Nel complesso, direi di non fasciarsi la testa in maniera preventiva: scopriremo nei prossimi mesi e anni quale sarà l'afflusso di titoli Nintendo sui dispositivi mobile (e quali saranno le piattaforme: stiamo davvero parlando di supporto al 100% ad Android e iOS?). Nel frattempo, suggerirei anche di considerare con attenzione l'altro dettaglio svelato dai vertici dell'azienda, ossia la creazione di un network/servizio online, sempre basato sulle tecnologie di DeNA, che sarà accessibile da PC, smartphone e console tradizionali come Wii U e 3DS. Una sorta di intelaiatura "cross-platform" i cui sviluppi in chiave futura potrebbero risultare molto interessanti, per un'azienda che finora si è rivelata sempre fortemente scettica nei confronti di temi quali l'online e la modernizzazione delle infrastrutture.
La svolta mobile di Nintendo, comunque, non significa affatto che l'attenzione e la fiducia dell'azienda verso il settore delle console tradizionali siano diminuite: lo stesso Iwata ha voluto ribadire con fermezza questo concetto, rassicurando tutti i fan e addirittura menzionando, per la prima volta in pubblico, la nuova console in via di realizzazione (il suo nome in codice è "NX"). Tutto questo, anzi, ci dà uno scorcio affascinante su quello che l'azienda ha in mente per quanto riguarda i suoi prossimi hardware, che siano domestici, portatili o... ibridi, come da tempo si vocifera nei rumor riguardanti il fantomatico progetto "Fusion", di cui potremmo aver appena assistito ai primissimi vagiti pubblici.
Insomma, è chiaro che molte cose bollono in pentola in casa Nintendo. Per chi è affamato di novità e futuro, l'annuncio di questa nuova apertura al mondo del mobile rappresenta da un lato una preoccupazione, dall'altro una sfida nuova e affascinante. Chi invece pensa solo ed esclusivamente all'ambito console tradizionale, da oggi può cominciare ufficialmente ad attendere il nuovo hardware della Grande N, su cui Satoru Iwata annuncia di voler aprire il sipario già a partire dal prossimo anno...