La trasformazione dei Transformers - articolo
Dalle action figures ai film d'azione, al film per famiglie.
Cos'ha portato delle vendutissime action figure di plastica e metallo a diventare prima una serie di film di massima azione e sfracelli per mano di Michael Bay, e ora un prodotto che non è offensivo giudicare per famiglie? Un lungo cammino.
Stiamo parlando dei Transformers, ovviamente, e in particolare di Bumblebee, il prequel in uscita il 20 dicembre per mano di 20th Century Fox, che racconta un'avventura antecedente ai fatti del primo Transformers del 2007 (e di cui non possiamo dire di più, pena decapitazione).
L'avventura è ambientata nel 1987, il che offre il destro per l'ormai immancabile parata di memorabilia di quel periodo, abbigliamento, mezzi di trasporto, citazioni dell'immaginario pop vario e, soprattutto, musiche. Elemento che dai tempi di Super 8 provoca sempre attimi di sussulto emotivo fra i trenta/quarantenni (mentre il pubblico più giovane prende atto ma non fa una piega).
Protagonista è il giallo robottone, da sempre il più tenero e simpatico del gruppo. Non si spaventino i fan più accaniti perché non mancheranno anche gli altri compagni di avventura, buoni e cattivi, e ci saranno spaziali distruzioni e colossali risse, all'inizio e alla fine del film. Ma il fulcro della storia, come mostrato dai trailer, è ben altro, una storia che si focalizza su carne e sentimenti, oltre che su metallo e circuiti elettrici.
Queste variazioni di tono sono in genere provocate da problemi di marketing. Sono gli incassi a indurre aggiustamenti e, nel caso dei Transformers, l'esito al botteghino non travolgente del film del 2017, L'Ultimo Cavaliere, è stato decisivo per un ripensamento. Perché in certi generi la saturazione è inevitabile e lievitare ancora nei crash, boom e bang, era impensabile.
Ecco quindi la sterzata per indirizzarsi verso un pubblico allargato, s'ipotizza sempre prevalentemente maschile, mentre secondo noi più di una ragazzina si potrà rivedere nella protagonista e nel suo immenso protetto/protettore. Che qui, dopo essere stato una Mercedes Benz 770 durante la Seconda Guerra Mondiale, quando a fianco del fratello Hot Rod ha combattuto i Nazisti, troviamo "camuffato" in un Maggiolino Tutto Giallo, un vecchio modello della mitica casa Volkswagen, prima di essere la Chevrolet Camaro che tutti conosciamo.
I Transformers sono nati verso la fine degli anni '70, sull'onda del successo delle serie TV giapponesi sui robot. Negli USA, nel 1984, nasce la prima collezione per mano della casa Hasbro (che già possedeva il marchio G.I Joe), con la linea Diaclone (quella degli Autobot) e la Microman (Megatron). Sono macchine senzienti che dietro l'apparenza di auto, camion, aerei e treni (e anche animali), si possono trasformare in giganteschi robot antropomorfi, assemblandosi a velocità incredibile.
Dal tempo della loro creazione hanno raccolto moltissimi consensi e dato vita a un universo di appassionati collezionisti dei loro modellini. Forti di tutta questa popolarità si era deciso di animarli, più e meglio che nei molti cartoni animati precedenti, creando un valido vissuto che reggesse una narrazione cinematografica seriale. È così iniziata una saga a raccontare passato, presente e vari altri sviluppi, composta da cinque film di qualità altalenante.
I Tranformers, come ogni super eroe prima osannati, poi messi in discussione, disapprovati, ghettizzati e alla fine espulsi, sono sempre migliori della maggior parte di quell'umanità che si dannano per salvare. Al loro fianco troviamo però nei diversi film vari gruppetti di umani onesti, leali, coraggiosi, fra cui anche agenti dell'FBI redenti, militari conquistati dal loro eroismo, tutti a lottare non solo contro i rivali Decepticon, di esagerata malvagità, ma anche contro umani, perfidi traditori della loro razza.
Per Bumblebee, a segnare il ritmo di un passo diverso, alla regia è stato chiamato Travis Knight, personaggio eclettico, dalla carriera molto varia, che deve la sua notorietà all'originale film in animazione Kubo e la Spada Magica, qui al suo primo live action. Il simpatico Bumblebee, che è muto per una lesione alle corde vocali subita durante il suo combattimento su Cybertron, e parla solo con frasi estrapolate da trasmissioni radio, è doppiato in originale dal giovane Dylan O'Brien, mentre in italiano ha la voce del pallavolista Ivan Zaytsev.
La sua umana del cuore è Hailee Steinfeld (Il Grinta, Tutto può cambiare, 17 anni e come uscirne vivi, Pitch Perfect 2 e 3), ventiduenne ragazza in crescita, con frequentazioni di generi molto diversi. Il resto del cast è affollato di facce note, la mamma è Pamela Adlon, ottima commediante del giro di Louis C. K. amata dai fan della serie Californication e Betther Things, mentre John Cena fa il militare di un non meglio definito corpo speciale che, in quanto tale, fatica a comprendere la situazione fino alla fine.
Di bambini amici, protetti e protettori di strane creature ne abbiamo visti tanti, dall'Elliot di E.T, passando per altri tipi di alieni, draghi verdi e pelosi, giganti gentili (forse anche per Matilda il suo Leon, quello di Besson, era un gigante buono da aiutare contro il mondo cattivo). Non è insomma la prima volta che un fragile Davide protegge e aiuta un Golia in difficoltà.
Fox con questo Bumblebee affronta una nuova sfida, una di quelle che spesso i creativi sono costretti ad ingaggiare, per cambiare un prodotto di successo senza far dimenticare le sue caratteristiche originarie, ma rinnovandolo per acquisire nuovi mercati.
Ne riparleremo in seguito, al momento dell'uscita quasi natalizia del film, quando l'unico ostacolo sarà la corazzata di Disney, Mary Poppins. Vedremo come andrà la tenzone, anche perché, non sembri blasfemo dirlo, in fondo sono entrambi film che fanno leva sui sentimenti.