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Blizzard accetta l'anonimato

Si conclude il caso Real ID.

La disputa sorta intorno all'utilizzo dei Real ID sui forum di Blizzard ha fatto capire agli autori di World of Warcraft che l'anonimato permette ai giocatori di staccarsi dalla realtà, come ha ammesso il project director di Battle.net Greg Canessa nel corso di un'intervista concessa a Gamasutra.

Poche settimane prima del lancio di StarCraft II, Blizzard parlò del progetto che prevedeva l'utilizzo dei Real ID (nomi e cognomi reali degli utenti) sui forum della compagnia. Dopo una serie di critiche e di discussioni interne, Blizzard ha deciso di abbandonare i suoi piani.

Secondo Canessa, Blizzard è rimasta sorpresa dall'atteggiamento dei giocatori, interessati all'anonimato in un'epoca in cui la tendenza è di condividere in rete un gran numero di informazioni personali tramite social network. Evidentemente "essere qualcun altro" fa parte delle regole del gioco stesso, ha concluso Blizzard.

"Credo che dal punto di vista sociologico il fenomeno sia interessante", afferma Canessa. "Le persone sono disposte a condividere con il mondo intero informazioni personali su Facebook ma non vogliono fare altrettanto negli spazi dedicati ai videogiochi".

L'obiettivo di Blizzard con i Real ID era di cementare i rapporti tra i membri della community, permettendo ai giocatori di conoscere nuovi amici. "Questa parte era estremamente positiva e su questo si concentrano i nostri sforzi per Battle.net".

"Il discorso del forum era secondario, non è una parte importante del business di Blizzard. Ma la reazione della gente ci ha sorpreso, così abbiamo dato loro ascolto e abbiamo cambiato idea".