Lara Croft and the Guardian of Light
Lara come non l'avete mai vista.
Avreste mai creduto, se ve l'avessimo detto un anno fa, che il prossimo Tomb Raider avrebbe avuto come fonti d'ispirazione giochi totalmente diversi dallo stile che ha contraddistinto la serie nell'ultimo decennio?
Diablo, Gauntlet, Baldur's Gate: Dark Alliance...
Ingredienti piuttosto strani da mettere in un calderone chiamato Tomb Raider, ma in effetti questo non sarà un normale Tomb Raider. La serie prende una direzione totalmente diversa e la sexy archeologa si prepara a vivere un'avventura diversa da tutte quelle precedenti... e stavolta sul serio. Abbiamo avuto l'occasione di provare in anteprima Lara Croft and the Guardian of Light e pochi secondi dopo aver preso il pad in mano le fonti d'ispirazione di cui sopra ci sono sembrate decisamente meno strane.
La nuova avventura di Lara è, in tutto e per tutto, un "dungeon crawler" come i giochi citati poco fa, visuale isometrica compresa. Ok, non troveremo pezzi di equipaggiamento nel corpo di ragni giganteschi, ma quei numeri che fluttuano ogni volta che affondiamo un colpo suonano come il saluto di un vecchio amico che non rivedevamo da troppo tempo. Ovviamente non mancano i richiami alla serie Tomb Raider, ma medipack e idoli d'oro fanno solo da contorno a un gameplay che più classico non si può.
Altro richiamo al passato e a giochi tipicamente arcade è rappresentato dal sistema di controllo, praticamente identico a quello degli action (e sparatutto) "a doppio stick". Si mira con l'analogico di destra, si spara con il grilletto destro e ci si muove con l'analogico di sinistra. I primi livelli assomigliano a uno strano mix tra Dark Alliance e Geometry Wars.
Inizialmente il gioco dà una sensazione strana. Le classiche munizioni infinite delle pistole di Lara trasformano rapidamente lo schermo in un'orgia di piombo e i numeri che rappresentano i danni subiti dai nemici cominciano a fluttuare un po' ovunque. Tutto sembra tranne che un titolo della serie Tomb Raider.
Bastano pochi minuti però per abituarsi a questo nuovo stile e ci si fa subito prendere dalla "competizione" della modalità co-op. Abbiamo provato a dimostrare a uno degli sviluppatori la nostra abilità, ma la sfida si è conclusa dopo pochi minuti. Abbiamo accidentalmente piazzato una bomba a tempo (l'unica arma che può uccidere anche noi o il nostro compagno d'avventura) e la nostra eroina è finita gambe all'aria qualche decina di metri più avanti.
Si ricomincia subito. In pochi secondi siamo di nuovo in gioco. Le vite a disposizione sono infinite e non esiste "Game Over". Ognuno dei due personaggi può riportare in vita l'altro e se entrambi muoiono nello stesso momento ci si ritrova nell'ultimo checkpoint passato.
Il feeling arcade del gioco è esaltato ancora di più dai mini-obiettivi sparsi ovunque nei livelli. Per alcuni è necessario affrontare determinati eventi in un certo modo, come superare un fiume senza toccare l'acqua, altri invece richiedono il ritrovamento di un certo numero di oggetti (come, ad esempio, 10 teschi rossi) all'interno di un livello. Ognuno di questi obiettivi secondari consente di sbloccare munizioni o salute extra, bonus o artefatti. Questi ultimi, ci viene detto, avranno un ruolo fondamentale nella versione finale del gioco, ma su questo aspetto gli sviluppatori tengono la bocca ben chiusa.
Nonostante i numerosi cambiamenti alla formula originale della serie, alcuni elementi tipici di Tomb Raider sono ancora presenti in Lara Croft and the Guardian of Light. I puzzle, ad esempio, rimangono parte integrante del gameplay e nel caso di partite in co-op consentono anche di mettere in moto interessanti meccaniche da "lavoro di squadra". Le partite in singolo invece vengono affrontate senza il supporto di alcun compagno. Crystal Dynamics ha voluto evitare i problemi, e le frustrazioni, a cui sono andati incontro coloro che hanno realizzato giochi in single player con un secondo personaggio controllato dall'IA. I giocatori "solitari" avranno a disposizione un set di abilità differenti e le sfide che si troveranno davanti saranno diverse. Gli sviluppatori, in effetti, considerano il gioco in singolo un'esperienza completamente diversa da quello in co-op.