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Last Day Of June - prova

A metà strada tra arte figurativa e videogioco.

È difficile spiegare cosa ci siamo trovati di fronte una volta arrivati negli studi di 505 Games. L'ultima creazione di Ovosonico, firmata Massimo Guarini, è infatti un titolo completamente diverso da ciò a cui i canoni dell'industria, e i sottogeneri vicini a questa esperienza, ci avevano abituati. Per quanto ci è stato possibile vedere, Last Day of June riesce infatti a mantenere una posizione equidistante tra quella che è l'arte figurativa dell'animazione e il mondo dei videogiochi in senso stretto.

Si tratta di uno di quei titoli che riescono a catturare semplicemente attraverso l'atmosfera, in questo caso capace di comunicare immediatamente lo spessore narrativo del progetto. I tratti tipicamente autunnali accostati a un eloquente blu e la colonna sonora di Steven Wilson, quasi un secondo padre di Last Day of June, si sposano perfettamente con la storia di Carl e June. Una storia che si racconta, e si fa perfettamente comprendere, senza l'uso della parola.

Ciò che ci ha colpiti maggiormente è infatti la totale assenza di interazioni vocali, e soprattutto scritte. Ripensandoci tutto ciò che sappiamo, che abbiamo imparato, che abbiamo scoperto e perfino fatto a livello di gameplay, lo abbiamo fatto nel silenzio. Silenzio comunicativo, perché gran parte dello scambio avviene tramite la musica, oltre che attraverso le animazioni di grande qualità e gli onnipresenti dipinti.

Last Day of June si colloca fuori dal tempo e dallo spazio. I meravigliosi paesaggi sono effettivamente dei dipinti, e la scelta dei colori nasconde messaggi ben precisi.

Il puzzle game si apre con l'appuntamento in riva al lago dei nostri Carl e June. Conosciamo solo ciò che vediamo, e vediamo una coppia di innamorati in un momento felice, un misterioso regalo e una pioggia autunnale che comincia a battere sul legno del molo, tanto da spingere i nostri personaggi a percorrere la via di casa. Il triste destino vuole che, in seguito a un incidente, la donna non varcherà mai la soglia della villetta, mentre Carl raggiungerà il paese solamente in sedia a rotelle.

Il protagonista scoprirà, nel corso di una notte tormentata, di poter interagire con i ricordi scaturiti dai dipinti della moglie, andando a modificare il passato e rivivendo quella fatidica giornata da diversi punti di vista. Un'idea certo non nuovissima, già assaporata in film come The Butterfly Effect e in parte nell'ancora oggi celebre Giorno della Marmotta, ma riadattata con successo alla base dell'intreccio dell'opera di Ovosonico.

Ed è così che immergendoci nell'atmosfera del paesino, abbiamo iniziato a conoscere a un livello sempre più profondo Carl, June, e gli altri abitanti: un bambino, una donna, un cacciatore e un vecchio. Passando per il Limbo nel quale si sveglia il protagonista, questi si muoverà in sedia a rotelle tra gli scorci della sua vita e i dipinti della moglie, qui veicoli per rivivere i ricordi. Andando a toccare tutte le piccole situazioni del microcosmo potremo modificare il corso del grande evento centrale dell'opera. Questo sarà il medium attraverso il quale ci confronteremo con enigmi più o meno complessi, allo scopo finale di alterare il passato.

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Ogni nostra azione, che sia aprire una porta o spostare un oggetto nel corso delle giornate dei personaggi giocabili, avrà conseguenze sull'intera linea del tempo. Dovremo quindi scoprire, esplorare, tentare, sbagliare e riuscire. L'idea del livello di sfida offerta dal titolo è ottima: piuttosto che un singolo enigma, ciò che avrà maggiore importanza sarà la nostra conoscenza generale di tutte le varianti nel loro insieme. Per scomodare Bergman, nella partita a scacchi col destino non conta il movimento di un pezzo, ma la visione dell'intera scacchiera.

Ma non è tutto qui. Perché finalmente possiamo parlare in modo sensato di metagame, come di "gioco oltre il gioco". Perché se da un lato risolvere i puzzle ci permette di progredire nella storyline principale, ciò che è veramente apprezzabile è la caratterizzazione dei personaggi e dell'ambiente. L'unico limite nella scoperta di chi siano, chi erano, e chi vorrebbero essere i concittadini sta nella nostra curiosità, nella nostra attenzione al dettaglio e alla nostra interpretazione. Il tutto, vale la pena ricordarlo ancora una volta, in un silenzio eloquente, con il solo aiuto dei suoni emessi dai protagonisti.

Dal punto di vista estetico, crediamo non si debbano sprecare troppe parole. La melancolica atmosfera autunnale è capace di far innamorare a prima vista. Il design dei personaggi è ispirato al video musicale Drive Home di Steven Wilson, animato da Jess Cope; inutile dire che entrambi sono divenuti parte integrante del progetto di Ovosonico. L'animatrice è infatti una delle mani dietro a Frankenweenie di Tim Burton, fattore immediatamente riconoscibile, ma non è azzardato il paragone con i prodotti di Aardman Animations. La contaminazione stilistica predominante nelle interazioni tra sonoro e Art Direction si potrebbe collocare sulla prima parte degli anni '70, specialmente per quanto riguarda l'impeccabile gestione del colore.

Epicentro del titolo è la melancolia. Il tema della perdita viene affrontato nell'intero universo narrativo, e non solo attraverso la storia di Carl.

I dipinti non sono solo una componente fondamentale a livello di gameplay, ma vanno a caratterizzare l'aspetto estetico generale del titolo. Soffermandosi sulle rive del lago, durante l'appuntamento di Carl e June, lo scenario diviene assimilabile allo stile dei quadri, quasi l'autore volesse vederci diventare parte di essi. In effetti, ci viene fornita una tela sulla quale dipingere dettagli della storia, con gesti semplici come cogliere un fiore, strapparne i petali nel più classico dei "m'ama, non m'ama", o porgerlo alla nostra amata.

Insomma, Last Day of June ci ha fatto un'ottima impressione. Sebbene possa apparire un'impresa difficile entrare nel campo dei walking simulator (definizione che non ci piace particolarmente) in un momento storico nel quale diversi titoli di questo genere si sono posti come base per un rinascimento del videogioco autoriale, questo lavoro ha tutte le carte in regola per poter spiccare tra la massa. Ovviamente la narrazione assume un'importanza fondamentale per il successo dell'opera, ma avendo visto le tematiche affrontate e potendo immaginare i risvolti dell'intreccio, i propositi sono dei migliori. Last Day of June uscirà su PC e PS4 il prossimo 31 agosto, e noi di Eurogamer non vediamo l'ora di scoprire passato, presente, futuro e imperfetto di Carl e June.

Avatar di Lorenzo Mancosu
Lorenzo Mancosu: Cresciuto a pane, cultura nerd e videogiochi, i suoi primi ricordi d'infanzia sono tutti legati al Super Nintendo. Dopo aver lavorato dentro e fuori dall'industry, è finalmente riuscito ad allontanarsi dalle scartoffie legali e mettere la sua penna al servizio di Eurogamer.it.
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Last Day of June

PS4, PC, Nintendo Switch

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