Le Collector's Edition sono l'ultimo baluardo del mercato fisico
Il mercato fisico ha un ultimo grande combattente.
Il formato digitale è il futuro anche nel settore dei videogiochi. Che piaccia o meno, la realtà dei fatti è questa e i dati di vendita degli ultimi anni, con il crescente numero di abbonati a servizi come Game Pass e PS Now non fanno che avvalorare quest'affermazione. Magari non sarà il prossimo anno o questa generazione, ma presto o tardi il mezzo di distribuzione predominante sarà soltanto uno, così com'è già accaduto negli ultimi due decenni in altri contesti, come quello musicale.
Ciò non significa, chiaramente, che il formato fisico sia destinato a scomparire, sarà semplicemente destinato a una fetta di utenza più piccola, come d'altronde succede oggi per i CD o i vinili. Nel caso dei videogiochi però, molto più che negli altri settori, c'è un aspetto di cui bisogna tenere conto: il peso del merchandise. Che si prediliga il formato digitale o che si rimanga legati ai prodotti tangibili, a quasi tutti i giocatori brillano comunque gli occhi quando viene presentata un'edizione da collezione di un titolo che si punta con particolare interesse.
Al giorno d'oggi, a prescindere dalla tiratura, davvero poche sono le Collector's Edition che rimangono invendute per troppo tempo, e semplicemente guardando al numero di edizioni proposte, si può facilmente capire come quest'ultimo baluardo del formato fisico difficilmente perirà.
Prendiamo in considerazione il solo 2020 con tutte le stupende edizioni che sono state vendute o anche soltanto annunciate per l'anno venturo. Partiamo dalla più recente, quella di Cyberpunk 2077, titolo che ultimamente, nel bene o nel male, è sulla bocca di tutti. La sua edizione da collezione è andata esaurita in pochissimo tempo, nel 2019, quando aprirono i preorder, e se c'è una certezza, è che questa lunga attesa è valsa sicuramente la pena.
Quest'edizione, oltre al gioco, includeva una statua di modeste dimensioni e con un livello di dettaglio considerevole, un gigantesco artbook che ripercorre Night City in ogni suo dettaglio, l'immancabile steelbook, gadget di contorno come spillette, adesivi e portachiavi, e un foglio in PVC con le firme di tutti gli sviluppatori che han lavorato a quello che è facilmente uno dei titoli più controversi di quest'anno. Questo è esattamente quello che un'edizione deluxe dovrebbe offrire.
Con Cyberpunk 2077 degno di nota è anche il successo della Xbox One X brandizzata, che nonostante l'inspiegabile scelta di commercializzare quella e non piuttosto una Series X, è andata presto esaurita e molte persone erano disposte a comprarla di seconda mano e a prezzi maggiorati. Considerando l'imminente pensionamento della stessa, questo caso ha ancora più valore.
The Last of Us Part 2, con le sue due versioni dell'edizione da collezione, certamente non è stata da meno. I contenuti sono stati a grandi linee gli stessi, con una gigantesca statua di Ellie con in braccio la sua chitarra, un più contenuto artbook, steelbook e tutti quei soliti gadget di contorno. Se la collector semplice già di per sé è stata un'edizione decisamente valida, la Ellie Edition è il vero obbiettivo per tutti i fan della saga, che oltre a tutti i contenuti prima descritti include pure uno zainetto. Basti guardare il valore raggiunto ormai dalla Collector del primo The Last of Us, che all'uscita del secondo capitolo superò i 1000€, per capire quanto questo prodotto potesse generare interesse.
Sulle orme della Vanguard Edition di Titanfall 2 e della Collector's Edition di Fallout 76, Doom Eternal è arrivato sul mercato con la sua edizione da collezione che faceva del casco indossabile del Doom Slayer il suo pezzo forte. Anche i preordini di questa sono durati ben poco e la bellezza del solo casco ne è un motivo più che valido. Una particolarità di quest'edizione era pure la presenza della soundstrack in forma di nastro, un formato ormai morto da decenni. Il successo di quest'edizione ha spronato la realizzazione di un secondo articolo da collezione, ossia la replica del casco del Doom Guy originale, che è tutt'ora preordinabile nei negozi Bethesda e che uscirà il prossimo anno. Nel caso specifico di Doom anche un secondo articolo ha riscosso un notevole successo: l'artbook. Questo è stato prodotto in edizione limitata, con cover alternativa, in sole 666 copie e il suo valore è già quintuplicato.
Singolare è stata anche l'edizione da collezione di Wastelands 3, una delle esclusive Microsoft rilasciate nel corso del 2020 che originariamente nasce da una campagna di crowdfunding del 2016. Non c'è da stupirsi se non si sono viste troppe pubblicità o preordini di quest'edizione deluxe, perché in realtà sono già anni che non è più disponibile e l'unico modo per potersela assicurare era quello di donare una certa quantità di denaro nella relativa campagna. La parte più assurda è che andò sold out anni prima che ne venissero mostrati i contenuti, dimostrando la fiducia riposta nel team di sviluppo.
Questi sono soltanto alcuni dei tantissimi esempi ma di prodotti validi e originali ce ne sono stati davvero parecchi. Basti pensare brevemente alla stupenda maschera in ceramica di Ghost of Tsushima, l'inquietante BB Pod di Death Stranding, i cappotti di Devil May Cry 5 dal costo di migliaia di euro, Il visore notturno funzionante di Modern Warfare e così altri ancora.
Negli ultimi anni è esploso anche un secondo mercato legato alle Collector's Edition, quello degli editori secondari, che producono edizioni autentiche e autorizzate. Ad esempio la Monkey Island 30th Anniversary Anthology ora preordinabile su Limited Run Games o la Ori Collector's Edition venduta da iam8bit che comprende i primi due capitoli sviluppati dai Moon Studios, anche qui con un'edizione decisamente fuori dall'ordinario.
Alcuni editori hanno provato negli anni a pubblicare Collector's Edition sprovviste del gioco, come Red Dead Redemption 2 e Battlefield 1. Sebbene si trattasse semplicemente di "Collector Box" associate a un titolo, il pubblico non ha ben accolto queste iniziative, dimostrando di essere ancora molto legato a quelle classiche che rappresentavano effettivamente delle edizioni più pregiate di un gioco, e non solamente dei gadget acquistabili separatamente.
Insomma, per natura quello delle edizioni da collezione e/o limitate non può rappresentare una porzione considerevole del mercato videoludico, se c'è una cosa però che può dimostrare, è che il mercato fisico, seppur messo in difficoltà, sarà davvero duro a morire.