Le news della settimana - articolo
Le idee di Miyamoto contro i giochi “seri” e open world, i 150€ di Kinect “liscia”, il colpo di coda di Ouya e molto altro...
Il caldo estivo è finalmente (si fa per dire) arrivato e il mondo dei videogiochi sembra aver subito reagito andando in vacanza: questa settimana le vere e proprie novità e gli annunci degni di tale nome sono infatti piuttosto sparuti. Per fortuna, è partito invece il trenino delle dichiarazioni da parte dei personaggi famosi dell'industria, che negli ultimi giorni ci hanno regalato più di uno spunto di discussione.
Cominciamo, per anzianità e merito, da sua maestà Shigeru Miyamoto, che per chi non l'avesse ancora capita ha riassunto in due righe la filosofia storica di Nintendo, affermando che preferisce creare giochi buffi e divertenti piuttosto che seri e "cool".
Come se una dichiarazione del genere non fosse già abbastanza anticonformista, a breve distanza Shigeru-san si è "scagliato" anche contro un altro dei trend attualmente più gettonati, invitando a non definire 'open world' il prossimo Zelda.
Insomma, in un mondo in cui praticamente tutti i titoli "tripla-A" sono drammoni, generalmente sul grigio/marrone e molto spesso basati su mondi liberamente esplorabili, il più famoso e blasonato game designer di sempre prende nettamente posizione contro entrambe queste filosofie, ribadendo l'importanza dei colori e delle risate.
"Miyamoto ha scelto il momento peggiore per vantarsi della 'Nintendo Difference', ma è una fortuna che ci sia ancora chi la pensa come lui"
I più velenosi potranno forse dire che Miyamoto ha scelto il momento peggiore in assoluto per vantarsi della "Nintendo Difference" (viste le performance sul mercato del Wii U, ancora in grossa difficoltà), ma allargando un attimo lo sguardo mi sento di dire una cosa: è un'enorme fortuna che tra i grandi publisher dell'industria ci sia ancora chi la pensa così.
Proseguiamo con Jade Raymond, di Ubisoft Toronto, che si è espressa piuttosto duramente contro i titoli mobile, dicendo che non sono abbastanza innovativi e spesso hanno un design vecchio di 40 anni, puntando solo su dinamiche di pagamento paragonabili al gioco d'azzardo. Un giudizio severo, col quale concordiamo solo al 50% (tra molti giochi mobile pessimi, ce ne sono infatti alcuni veramente molto interessanti).
Curiosamente, quasi in contemporanea le ha praticamente risposto la nostra vecchia conoscenza Peter Moore, ora COO di Electronic Arts, secondo il quale invece i giochi mobile e le nuove tecniche di monetizzazione sono il futuro e i gamer non sono abbastanza aperti al cambiamento di questo futuro. Che dire? Se "il futuro" è Dungeon Keeper mobile... preferiamo restare saldamente ancorati al presente.
Tornando però ai mega-blockbuster che tutti attendiamo con ansia, questa settimana c'è stata una dichiarazione curiosa: Bungie ha infatti detto esplicitamente che lo sviluppo di Destiny non è costato 'neanche lontanamente' 500 milioni.
"Se 'il futuro' è Dungeon Keeper mobile... preferiamo restare saldamente ancorati al presente"
Una cosa in parte ovvia (se lo sviluppo dei tripla-A costasse così tanto, l'industria sarebbe morta da un pezzo), che però spiega molto bene l'attuale situazione, in cui per ottenere un successo clamoroso sul mercato bisogna spendere 100 in fase di produzione e almeno il doppio o il triplo in marketing.
Qualcuno ha ancora dubbi sul perché giochi altrettanto belli ma più "di nicchia" (come la serie di Dark Souls, ad esempio) riescano tranquillamente a vivere pur vendendo molte meno unità sul mercato?
Sempre parlando di ambiziosi tripla-A, Sledgehammer questa settimana ha detto che faremo fatica a distinguere il nuovo Call of Duty dalla realtà. Che dire? Abbiamo visto tutti il nuovo CoD in azione e, sebbene sia indubbiamente bello a livello grafico, per non distinguerlo dalla realtà bisogna avere diverse diottrie mancanti. Poi dicono che quando un gioco esce sul mercato e viene criticato per non aver rispettato le aspettative a livello tecnico è colpa di noi giornalisti che siamo troppo cattivi...
Chiudiamo con due notizie molto curiose. La prima riferisce che, secondo un'indiscrezione attualmente reperibile in Rete e ancora non smentita, la versione "singola" di Kinect potrebbe costare 150€. In tal caso, facciamo i nostri vivissimi auguri a Microsoft...
La seconda proviene dal mondo degli "outsider", ma ha un carattere davvero interessante e potenzialmente rivoluzionario. Ouya, la fallimentare (ormai possiamo dirlo) console basata su Android, ha infatti lanciato un programma di abbonamento "flat" che con 60 dollari all'anno consente di accedere ad un catalogo di 800 giochi.
Voi direte: "ma chi li vuole i giochi di Ouya?", e il mercato vi ha già dato ragione. Ma la novità di pagare un fisso annuo per giocare tutti i titoli di una piattaforma è radicale: secondo il sottoscritto si diffonderà nel corso di questa generazione arrivando anche sulle console tradizionali e sarà la chiave per rilanciare l'industria dei videogiochi. L'avete letto per la prima volta su Eurogamer.it!