Le news della settimana - articolo
L'enorme ondata di licenziamenti in casa Microsoft, il raddoppio delle vendite di Xbox senza Kinect e molto altro...
La notizia più importante degli ultimi sette giorni sono sicuramente i grossi cambiamenti che Microsoft ha appena annunciato per il suo futuro, a partire da un'ondata di 18.000 licenziamenti, il taglio di personale più grande mai annunciato nella storia dell'azienda di Redmond.
Si tratta senz'altro di numeri impressionanti: con un solo colpo di tagliola, saltano circa il 15% dei dipendenti dell'azienda (che in tutto ne impiega circa 120 mila). Gran parte dei licenziamenti (circa 12.000) riguarderanno gli ex-dipendenti di Nokia, che diventano dunque una sorta di vittime sacrificali della gigantesca fusione avvenuta pochi mesi or sono, ma non è solo nel reparto mobile che verranno perse posizioni.
Nel quadro della ristrutturazione aziendale promossa dal nuovo CEO Satya Nadella, infatti, cadrà anche Xbox Entertainment Studios, ossia quel reparto che avrebbe dovuto occuparsi della realizzazione di show "televisivi" esclusivi per la piattaforma in streaming Xbox. A quanto pare, l'attesa serie di Halo (il cui produttore esecutivo è niente meno che Steven Spielberg) sarà risparmiata e arriverà comunque sui nostri schermi, ma la quasi totalità degli altri progetti verrà abbandonata.
È l'ennesimo passo verso la riscrittura globale della "visione" di Xbox, che più che mai torna ad essere una macchina innanzitutto da gioco, avendo ormai accantonato completamente le velleità di entrare nelle case di duecento milioni di americani come set-top box, a colpi di Super Bowl, guide TV e comandi vocali.
"Gran parte dei licenziamenti di Microsoft riguarderanno gli ex-dipendenti di Nokia"
A proposito di comandi vocali, è appena arrivato il primo dato sulle vendite di Xbox One in versione priva di Kinect, e a quanto pare il mercato ha subito decretato che la costosa periferica era in effetti uno degli elementi che ostacolavano la diffusione della macchina.
La "nuova" Xbox One ha infatti raddoppiato le vendite (almeno negli USA) rispetto alla versione con Kinect obbligatorio. Potremmo dire che non è una sorpresa per nessuno: l'unica a non aver capito che questa era l'unica strada possibile, almeno fino a ieri, era proprio Microsoft.
Forse spinto anche dall'euforia di questi risultati, il reparto marketing di Xbox UK si è lasciato andare in una nuova dichiarazione spericolata: secondo i suoi responsabili, infatti, Xbox One avrà un ciclo vitale lungo come quello di Xbox 360, che attualmente ha raggiunto la veneranda età di circa 9 anni.
Noi, onestamente, siamo piuttosto scettici a riguardo, per diversi fattori. Innanzi tutto, a quanto è possibile saperne, il lungo ciclo vitale di Xbox 360 è stato più una conseguenza della crisi economica che non una precisa strategia; poi, al momento della sua uscita Xbox 360 era più potente del miglior PC Gaming in circolazione (e sappiamo che la situazione è radicalmente diversa con Xbox One); infine, nel 2023 è del tutto possibile che il mercato sarà talmente diverso da quello odierno che la sola idea di comprare una "console da gioco" così come oggi la intendiamo potrebbe sembrare arcaica. Staremo a vedere.
"Xbox One ha ormai accantonato completamente le velleità di entrare nelle case come set-top box"
Usciamo da casa Microsoft per passare a volo radente su Sony e Nintendo, che questa settimana ci regalano un paio di buone notizie. La prima riguarda le vendite del Wii U, che con l'uscita di Mario Kart 8 sono aumentate di oltre il 200% (sempre negli USA).
Speriamo che sia davvero il segno di una ripresa per una macchina che, pur non essendo priva di difetti, sicuramente merita di più di quello che il mercato le sta al momento riservando.
Sony, invece, questa settimana brinda per un nuovo traguardo raggiunto dalla sua perla The Last of Us, che ha appena superato la soglia di 7 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Sono numeri che di certo non si possono paragonare ai 20-30 milioni di copie totalizzate dalle serie più mass market (GTA, Call of Duty e pochissime altre), ma che equivalgono comunque ad un grande successo per una nuova IP e per un titolo che possiamo considerare "di nicchia" rispetto ai mostri sacri di cui sopra.
Continuiamo a parlare di giochi, perché questa settimana non sono mancate le novità, a partire ovviamente dall'annuncio del nuovo capitolo di Doom, che più che un sequel vero e proprio sarà una sorta di reboot della serie, con la speranza che possa ridare lustro e popolarità ad uno dei nomi più importanti della storia dei videogiochi, ormai scomparso dai radar da diverso tempo.
Tra le altre novità c'è anche l'annuncio di Tekken 7, altro nome storico che presto tornerà a picchiare duro sulle nostre console. A tale annuncio, Capcom ha subito risposto mettendo in circolazione delle voci su una possibile presentazione a breve di Street Fighter 5, anche se per ora l'unico nuovo picchiaduro annunciato ufficialmente è la versione mobile di Street Fighter 4, sottotitolata "Arena", di cui, a giudicare dal primo trailer, non sentivamo la mancanza.
Chiudiamo con una notizia curiosa e a tratti inquietante: a quanto pare, un quarto degli YouTuber che fanno streaming di videogiochi è pagato dai publisher. Il che un po' sorprende, perché le ultime notizie a nostra disposizione parlavano invece di publisher determinati a fare una lotta spietata al fenomeno dei "let's play", e un po' ci fa chiedere: ormai da un trentennio noi giornalisti siamo costantemente accusati (in modo completamente infondato) di essere inaffidabili perché al soldo delle case produttrici dei giochi... adesso che ad ammetterlo sono gli YouTuber, come la mettiamo?