Leisure Suit Larry: Box Office Bust
Un playboy sul viale del tramonto.
Larry Laffer è senza dubbio uno dei personaggi più rappresentativi dell’industria videoludica degli anni ’80, ma ammettiamolo, il tempo non è stato clemente con lui. Da vera e propria icona dell’intrattenimento digitale, il basso playboy è infatti diventato solo l’ombra di se stesso, perdendo gran parte del fascino e della simpatia che in passato aveva suscitato l’interesse di molti giocatori. Box Office Bust è dunque solo l’ultimo, disperato tentativo di Sierra di risollevare la figura di Larry, un tentativo che purtroppo si è rivelato l’ennesimo buco nell’acqua.
La storia alla base del gioco, ambientata nella città di Tinselwood, racconta una sorta di "guerra" tra studi cinematografici, impegnati a spiarsi l'uno con l'altro. Come prevedibile la trama non propone una grande profondità narrativa, ma a differenza di quanto accaduto in passato, non risulta neanche particolarmente divertente. Al di là di qualche buffa parodia cinematografica (come i minigiochi denominati Bitanic e Beefcake Mountain) vi sono infatti ben pochi elementi di gioco in grado di strappare un sorriso. E in questo senso non aiutano di certo le frasi banali e ripetitive pronunciate da Larry, che vanno a impoverire un'atmosfera generale quasi totalmente ridicola.
Come da tradizione, il gioco propone svariati richiami al sesso, ma al contrario dei precedenti capitoli del franchise, tutto è reso in maniera molto meno esplicita, e quindi meno divertente. Le missioni che compongono l’avventura, anch’esse a sfondo erotico, non si dimostrano poi in grado di suscitare alcun tipo d’interesse, e questo sia per una banalità spesso disarmante, ma soprattutto per una pessima realizzazione; come ad esempio la prima missione, dove è necessario togliere delle immagini oscene da alcuni muri. Divertente? No, sempre che non abbiate 5 anni o sorridiate alla visione di un pene disegnato.
Con il passare delle ore le cose non migliorano affatto, ma al contrario tendono a peggiorare gradualmente. Ogni aspetto di gioco è infatti minato da svariati difetti, difetti che è assolutamente impossibile ignorare: animazioni pessime, un gameplay piatto e scontato, missioni ripetitive e poca, pochissima comicità che possa risollevare la qualità complessiva dell’esperienza. Magna Cum Laude, nonostante i problemi, riusciva almeno a far sorridere con battute terrificanti in linea con il personaggio dei bei tempi.
Non mancano inoltre da inquadrature a dir poco scandalose, i cui limiti sono ancor più evidenti quando ci si trova all'interno di una qualsiasi struttura. In molti casi è dunque probabile che vi incastriate in qualche elemento dello scenario o, nel peggiore dei casi, che non siate assolutamente in grado di uscire per tornare all'aria aperta. La camera di gioco, praticamente, è un ostacolo vero e proprio al movimento.
È un peccato vedere Larry ridotto in queste condizioni, ma è chiaro che ormai non ci sono più i presupposti per rivitalizzare la sua carriera. È dunque tempo che il sipario cali definitivamente, almeno prima che Sierra possa rovinare del tutto i bei ricordi che molti di noi ancora conservano. In fondo, dopo oltre 20 anni di onorata carriera, non si è forse meritato un po’ di riposo? Goditi la pensione con qualche bella signorina Larry e, per favore, non tornare.