Lemmings Touch: tendenze suicide su PlayStation Vita - review
Una ventata d'aria fresca per il classico firmato DMA Design.
Correva il 1991 quando uno dei più famosi e intraprendenti studi di sviluppo inglesi ebbe l'idea di creare un puzzle game basandosi su dei semplici roditori, i lemming. L'allora DMA Design non aveva grandi aspettative lanciando il capostipite dei famosi esserini su Amiga, ma si dovette ricredere pochi mesi dopo e fu così che cominciò a portarlo su Atari ST, Amstrad CPC e tutte le altre piattaforme presenti sul mercato nella prima metà degli anni '90.
Il grandissimo successo ottenuto spinse il publisher Psygnosis (diventato poi Liverpool Studio e recentemente ritornato sotto il nome di Firesprite Games), ad incaricare diversi studi per portarlo nel corso degli anni successivi su una moltitudine di console e PC, tanto che è difficile tenere il conto di tutte le versioni e gli spin-off realizzati in oltre ventitrè anni.
Dal canto suo Sony sembra aver pensato che il marchio abbia effettivamente ancora qualcosa da dire e ha affidato questo capitolo esclusivo per PlayStation Vita ai ragazzi di d3t, che hanno portato una ventata d'aria fresca alle meccaniche di gioco, non senza però aver commesso qualche sbavatura qua e là.
La struttura di Lemmings Touch è rimasta praticamente la stessa dell'episodio originale: il nostro compito è quello di portare in salvo i piccoli roditori suicidi impartendogli degli ordini tramite un menu che appare una volta che selezioniamo un lemming sul touch screen con il nostro dito. E' possibile trasformarlo in uno scavatore, un costruttore di scale, un arrampicatore, oppure usarlo come palo per bloccare il passaggio ai suoi compagni, farlo atterrare dolcemente con un ombrello o farlo esplodere nel caso non ci fosse più utile.
Tutto come al solito, quindi, così come la bidimensionalità dei 100 livelli di difficoltà variabile inclusi nel pacchetto, la possibilità di aumentare la loro velocità (che, è bene ricordare, spesso si tramuta in una scelta dai risvolti poco invidiabili), così come il numero limitato di abilità che è possibile affibbiargli.
"La struttura di Lemmings Touch è rimasta praticamente la stessa dell'episodio originale"
Grazie allo schermo interattivo della console gli sviluppatori hanno ben pensato di aggiungere nuovi elementi per rinfrescare la giocabilità, come piattaforme mobili, interruttori, trampolini direzionali, cannoni e molti altri elementi con cui è possibile interagire con le proprie dita. Il problema è che spesso questi risultano quasi invisibili ai nostri occhi e non ci sono indicatori che ne sottolineino l'interattività, se non sotto forma di una piccola freccia che appare di tanto in tanto.
Questo difetto è comunque facilmente superabile procedendo per tentativi e non risulta un vero punto a sfavore del titolo dei d3t. Sempre grazie al touch screen si può zoomare e trascinare l'inquadratura del livello che si sta affrontando, azione comunque disponibile anche usando la classica levetta analogica.
Per la prima volta nella serie troviamo una nuova razza di lemming, riconoscibili dal loro colore violaceo e che devono essere eliminati per portare a termine correttamente gli stage. Di solito questi appaiono all'inizio dei livelli e per ucciderli ci sono molteplici soluzioni, per esempio schiacciandoli sollevando un cubo di metallo per poi lasciarlo cadere sulle loro teste quando stanno camminando sotto la struttura.
Concludono la lista della novità gli obbiettivi in perfetto stie Jetpack Joyride: portando a termine uno o più compiti che appaiono sullo schermo durante le fasi di caricamento si guadagnano monete da spendere nel negozio, il che ci permetterà di personalizzare i lemmings con nuovi vestiti, accessori, cambiare il colore dei capelli e molto altro ancora.
"Il comparto grafico non brilla per i grandi effetti speciali e le texture definite"
Per gli amanti delle statistiche è presente una sezione che elenca il numero di creature salvate, quelle affogate, il tempo di gioco e i tentativi falliti, fino ad arrivare al numero totale di passi effettuati. Insomma, chi apprezza questo genere di cose in Lemmings Touch troverà davvero una miriade d'informazioni.
Passiamo a parlare del comparto grafico, che come potete vedere dalle foto a corredo di questa recensione non brilla di certo per i grandi effetti speciali e le texture definite. Nonostante qualche seghettatura di troppo si muove tranquillamente a 60 fotogrammi al secondo, a parte in alcuni momenti dove sono presenti numerosi elementi e roditori sullo schermo. I menu invece sono scarni ed essenziali, ma in fin dei conti, il succo non sta di certo la dentro.
Accettabile, come da tradizione, il level design, che se non fosse per le novità descritte nei paragrafi precedenti non brillerebbe certo per originalità. Fortuna che per portare in salvo i maledetti sgorbietti senza cervello bisogna ancora utilizzare parecchia materia grigia, che comincerà, come al solito, a mettersi in moto non appena il livello di difficoltà salirà.
Poco da dire sul sonoro, che non offre particolari spunti di discussione se non per le terribili e insopportabili voci dei protagonisti (sì, sono praticamente le stesse di 25 anni fa), e nulla ci vieta di portare a zero l'audio della console per godere di una musica più consona alle nostre orecchie.
In conclusione, il lavoro svolto da d3t è tutto sommato positivo e se siete fan dei Lemmings l'acquisto risulta praticamente obbligatorio. I fan dei puzzle game che non hanno mai preso parte alle loro (dis)avventure farebbero meglio a darci più di un'occhiata, grazie anche all'invitante prezzo di €9.99 che include, lo ricordiamo. circa 100 livelli e addirittura un trofeo di platino. Avvisiamo però i collezionisti più temerari che per portare a termine al 100% del gioco è indispensabile fare scorta di tanta pazienza e di un buon numero di camice pulite (chi ha orecchie per intendere, intenda).
Insomma, nonostante i suoi difetti Lemming Touch si dimostra un buon titolo portatile che sfrutta le caratteristiche di PlayStation Vita per dare quel tocco di "originalità" ad una serie che ormai da diverso tempo si porta addosso il peso degli anni. La longevità è assicurata dall'elevato numero di stage presenti ma in quanto a rigiocabilità, obbiettivi secondari a parte, non ha da offrire molto ai giocatori.