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LG G5 - recensione

La sana innovazione dell'hardware è tornata nel mercato degli smartphone?

Guardando le vetrine dei negozi di telefoni cellulari, è difficile non provare dispiacere per il fatto di non trovare più quella varietà che caratterizzava l'era dei telefoni; quell'epoca pazza e spesso imprevedibile precedente all'avvento di Apple e Google, che avrebbero presto rivoluzionato e dominato il mercato in cui gli schermi enormi sarebbero presto diventati la norma. Marchi quali Nokia, Samsung, Siemens, Sony-Ericsson e Sagem non avevano paura di sperimentare coi loro terminali, creando prodotti che cercavano disperatamente di differenziarsi dai rivali nei modi più interessanti e stravaganti. C'era una sana creatività nella realizzazione di nuovi prodotti, sfortunatamente scomparsa nel settore smartphone odierno. Adesso si tende invece a seguire un rigido schema, ed ogni nuova idea che viene introdotta è velocemente adottata dalla maggior parte dei produttori, per la paura di rimanere indietro. Sembrerebbe però che LG, stanca di rimanere nell'ombra dei suoi concorrenti, si sia finalmente svegliata e abbia riscoperto il valore che risiede nell'offrire qualcosa di veramente diverso; il risultato è il G5, senza ombra di dubbio uno dei telefoni più interessanti che abbiamo visto nell'arco degli ultimi anni.

L'asso nella manica del G5 sta nell'offrire un design modulare, che permette all'utente di aggiungere speciali unità - simpaticamente chiamate dal produttore “LG Friends” - nella parte inferiore del device, impreziosendolo con feature aggiuntive, che in qualsiasi altro telefono richiederebbero un aggiornamento hardware. All'atto pratico, cambiare modulo è molto semplice; c'è un piccolo pulsante sull'estremità in basso a sinistra del telefono che, se azionato, sblocca la sezione inferiore, che contiene fra l'altro gli speaker, il microfono e la porta di ricarica USB Type-C. Facendola scorrere via dal corpo principale del telefono viene fuori anche la batteria (rimovibile), che dovrà essere scorporata e collegata all'altro modulo che andremo a sostituire. L'intero processo di swap dura pochi secondi e, sebbene il telefono si spegnerà staccando la batteria, la riaccensione è velocissima. Cambiare modulo davanti ai vostri amici attrarrà inevitabilmente i loro sguardi incuriositi e meravigliati, ma non è tutto oro quello che luccica - nell'unità che abbiamo usato per la recensione, la parte sinistra del modulo non si incastrava bene nel corpo principale del telefono, lasciando un vistoso spazio aperto.

Al momento sono disponibili solo due moduli, entrambi prodotti da LG. Il primo è Cam Plus, che sostanzialmente aggiunge una protuberanza alla parte posteriore del telefono per migliorare la presa durante gli scatti. È presente anche una rotella per regolare lo zoom, interruttori dedicati per lo scatto e la registrazione dei video, ed un pulsante per richiamare direttamente l'app fotocamera quando il telefono è in modalità sleep. Sulla carta, il Cam Plus è una valida aggiunta; i controlli fisici per gestire la fotocamera permettono di scattare foto in maniera più semplice ed il manico, nonostante appaia un po' antiestetico, aumenta effettivamente la presa e permette di catturare immagini più stabili. C'è da dire, però, che per via della sua conformazione, questo modulo impedisce al G5 di stare in posizione piana poggiato su un tavolo.

Oltre a questi inconvenienti, il vero problema è che il modulo Cam Plus non migliora in alcun modo la qualità delle foto e dei video, non migliora l'ottica del telefono e non aggiunge alcun post-processing. Il fattore più allettante di questo modulo è sicuramente la capacità di aumentare l'autonomia del telefono - vi è infatti all'interno una batteria aggiuntiva da 1200 mAh - ma con la possibilità di portarsi dietro una seconda batteria da sostituire in caso di esaurimento, questa feature non appare fondamentale, e c'è da dire che la batteria da 2800 mAh è più che sufficiente per garantire un uso moderato durante l'intera giornata.

Il secondo modulo è un'unità audio creata in collaborazione con Bang and Olufson: fornisce audio a 32-bit e può essere utilizzato come un dispositivo standalone con altri device, quando non collegato al vostro G5. Il costoso modulo Hi-Fi Plus è adatto ai soli veri audiofili, considerando che il DAC a 24-bit del G5 è già superiore a quello a 16-bit del Galaxy S7. La qualità audio della riproduzione è conseguenziale a quella della registrazione, quindi non renderà le vostre registrazioni a bassa qualità migliori. Con un prezzo che si aggira intorno ai €199, il modulo Hi-Fi Plus potrebbe non essere considerato da molti acquirenti, eccezion fatta per i veri audiofili, ma ben venga la maggiore possibilità di scelta in un telefono modulare.

L'idea di un telefono potenziabile aggiungendo moduli è in parte brillante, ma il problema principale sta nell'approccio adottato da LG, visto che al momento nessuno dei moduli disponibili rappresenta un investimento valido. Un altro problema risiede nel fatto che molti utenti tengono il proprio smartphone in case protettivi, che devono naturalmente essere rimossi per sostituire i moduli. Questo problema di base potrebbe rivelarsi il killer del concetto “telefono modulare”, visto che non tutti sono sufficientemente coraggiosi per andare in giro con uno smartphone da €700 “nudo”, senza alcuna protezione contro cadute e danni accidentali. Già questo potrebbe rendere poco appetibile per il consumatore medio l'approccio modulare scelto da LG per il G5. Il produttore coreano non ha ancora confermato la produzione di altri moduli aggiuntivi, e non è ancora chiaro se produttori di terze parti si cimenteranno nell'offrire ulteriori opzioni per il G5. In ogni caso l'azienda coreana si merita un plauso per la sua lungimiranza, anche se le cose non dovessero andare come avremmo sperato. Vorremmo vedere un device che passa a un livello superiore, che permetta di cambiare lenti della fotocamera, memoria e anche processori - qualcosa di simile a Project Ara di Google.

I moduli da inserire nello chassis sono però solo una parte della strategia “Friend” di LG. Sono infatti disponibili anche periferiche aggiuntive, come un headset VR o una videocamera a 360°. Queste periferiche sono però meno allettanti, visto che possono essere utilizzate con qualsiasi altro smartphone, ma rappresentano comunque un indicatore della cura per gli accessori da parte di LG. Non siamo stati in grado di testare adeguatamente l'headset 360 VR durante la recensione, visto che l'unità inviataci si è rifiutata di avviarsi. Ma al tatto, l'headset sembrava molto leggero, e viene fornito in un pratico case di plastica per il trasporto. Il rovescio della medaglia è che non ci sono giochi disponibili per la periferica, ma solo “esperienze” e sequenze video a 360°. LG 360 VR si indossa come un paio d'occhiali e, di conseguenza, non si fissa bene in testa. Questo causa l'entrata di parecchia luce dalle parti laterali dell'headset, che può inficiare il livello d'immersività.

GFXBench Manhattan è un test che mette sotto estremo sforzo la GPU, ed il dispositivo ottiene risultati pari, o anche leggermente migliori rispetto al Galaxy S7.
LG G5 Galaxy S7 Galaxy S6 Google Nexus 5X Google Nexus 6 iPhone 6S iPhone 6
Geekbench Single-Core 2077 2171 1233 1263 1053 2552 1605
Geekbench Multi-Core 4135 6465 3964 3436 3081 4464 2901
3DMark Graphics 31787 32404 22954 22074 24668 41968 22824
3DMark Physics 21268 17730 17795 12641 17259 12998 9385
3DMark IceStorm Unlimited 28639 27370 21565 18934 23205 28067 17304
GFXBench T-Rex 86.0 87.0 58.0 38.0 37.0 79.7 42.8
GFXBench Manhattan 31.0 29.0 25.9 16.2 18.0 40.3 18.1

Mentre l'impostazione modulare dell'LG G5 è un aspetto degno di nota di cui si potrebbe parlare all'infinito, il design del telefono, sfortunatamente, non è altrettanto valido. Dite ciò che volete sull' LG G4 del 2015 ed il suo pannello posteriore in pelle, almeno diede al terminale un'identità unica - il G5 d'altro canto è banale. Non è brutto, ma nemmeno indimenticabile; la tardiva virata verso un corpo in metallo di LG è stata attenuata dal fatto che il device è coperto da un primer che lo fa sembrare di plastica. Tale scelta del produttore sudcoreano ha infatti generato confusione nei consumatori, causando un vero e proprio caso mediatico; LG ha dovuto quindi rassicurare gli utenti che il corpo del terminale non è in plastica, ma fatto di un primer legato ad alluminio. LG sostiene che il primer permetterebbe di assolvere scopi funzionali, ma il risultato è che il terminale restituisce un feel economico, nonostante il suo status di flagship. Gli angoli arrotondati mirano a restituire l'aspetto elegante che abbiamo visto sul Galaxy S7 e sull'iPhone 6S, ma il risultato ottenuto non è lo stesso, rendendo il cellulare a volte scomodo da tenere in mano.

Sul frontale, la parte superiore dello schermo ha un aspetto gradevole, in particolare quando tiriamo giù il pannello delle notifiche, ma l'estremità inferiore, dove si connettono i moduli, fa apparire il device un po' sbilanciato. Nella parte sinistra ci sono i controlli per il volume, mentre il pulsante d'accensione , che include un accurato scanner d'impronte digitali, è posizionato sul retro, proprio come nei Nexus 5X e 6P. Non mi è ancora chiaro se questa posizione sia ergonomica o meno: da un lato permette di sbloccare il telefono mentre lo tirate fuori dalla tasca, visto che il vostro dito va a posizionarsi naturalmente in quell'area, ma quando il device sta poggiato su una superficie piatta dovrete necessariamente prenderlo in mano per sbloccarlo. Questa eventualità non si verifica con il Galaxy S7 e con l'iPhone, visto che hanno lo scanner d'impronte digitali sul frontale.

LG G4 montava un enorme schermo da 5,5 pollici, ma il suo successore fa un passo indietro con uno schermo da 5,3 pollici IPS, con risoluzione 2560x1440. Nonostante il display più ridotto, le dimensioni dei due device sono molto simili, per via del design modulare. Lo schermo è molto nitido ed offre neri molto profondi e contrasto elevato. Come in tutte le recensioni dei dispositivi che montano display non AMOLED, c'è da dire che manca quello spunto in più dei top di gamma Samsung, ma i colori sono sicuramente più tenui e realistici. Come tocco di classe, il G5 ha un display “always on”, uno stratagemma adottato anche dal Galaxy S7 grazie al fatto che i pixel neri sui pannelli AMOLED sono spenti e non consumano energia.

Il display LCD del G5 non è capace di fare ciò, quindi il produttore ha usato lo stratagemma di scurirlo fino al limite della leggibilità per ridurre al minimo il consumo d'energia. Sensazionale è il fatto che consumi la stessa energia del display “always on” dell'S7 - circa l'1% della batteria ogni ora - ma col beneficio aggiuntivo di fornire più informazioni su schermo. Sull' S7 vengono mostrate solo le chiamate perse o gli SMS in arrivo, mentre il G5 mostra ogni tipo di notifica, situazione che vi permette di avere subito chiaro il quadro della situazione e di decidere le priorità delle risposte senza bisogno di sbloccare lo schermo e consumare energia preziosa.

Grazie al nuovo chipset Snapdragon 820, il G5 raggiunge lo stato d'arte degli smartphone per quanto riguarda le pure prestazioni. Il nuovo processore fornisce performance formidabili ed è ben coadiuvato da 4GB di RAM per gestire tutto alla massima velocità. In nessuna fase della recensione il telefono ci è sembrato a corto di potenza, né ha mai subito rallentamenti o impuntamenti, anche sotto grande sforzo. E non esitiamo a dire che offre la migliore esperienza Android che abbiamo mai potuto provare, persino migliore del potente Galaxy S7. L'interfaccia utente custom LG è intuitiva e non intasa il telefono con app inutili, ma come sempre, abbiamo fatto un salto sul Play Store per installare il launcher Google Now, che rende l'interfaccia più simile a quella stock dei Nexus.

Tanta potenza hardware è davvero una manna in ambito gaming e, abbinata all'ampio display da 5,3 pollici, rende il G5 un'ottima piattaforma per i videogiochi. Il titoli 3D girano fluidissimi, e la possibilità di portarsi dietro una batteria aggiuntiva da sostituire in caso di necessità, implica che potrete giocare senza patemi d'animo quando vi troverete lontani da prese di corrente per molto tempo, una preoccupazione che invece affligge i possessori di smartphone con batteria non rimovibile. Sarebbe davvero bello se LG o un produttore terzo realizzassero un modulo aggiuntivo per il gaming, da inserire nell'apposito slot; c'è qualcosa disponibile già nella forma di periferiche, ad esempio accessori per migliorare la presa del dispositivo, ma un'offerta più solida sarebbe più che ben accetta.

Il G5 ha due fotocamere - una da 16-megapixel ed una da 8-megapixel grandangolare. Quest'ultima è la più interessante fra le due, visto che riesce a catturare un campo visivo più ampio di quello dell'occhio umano, permettendo quindi di catturare meravigliosi panorami.

Se non fosse stato presente il design modulare nel G5, la feature che sarebbe saltata più all'occhio sarebbe stata indubbiamente la presenza della doppia fotocamera posteriore. Quella principale da 16-megapixel è affiancata da un'altra con sensore a 8-megapizel grandangolare (135°) che cattura un campo visivo più ampio rispetto a quello dell'occhio umano, permettendovi di scattare foto che ritraggono molti più elementi. Potrete passare dall'una all'altra con un semplice tocco di un'icona nella parte superiore dello schermo, un'operazione che richiede meno di un secondo. Ed è difficile resistere alla tentazione di fotografare tutto, ma proprio tutto, da un punto di vista più ampio. Nonostante il sensore della camera grandangolare non sia buono quanto quello della camera principale da 16-megapixel - ha un'apertura f/2.4, che non è affatto valida in ambienti poco illuminati e produce immagini rumorose - non esistiamo a dire che rappresenta la feature più allettante di tutto il terminale.

Durante il periodo della recensione abbiamo perso il conto di tutte le volte che ci siamo fermati ad apprezzare questa visuale estesa; gli scatti di paesaggi sono molto più coinvolgenti e dettagliati, mentre le foto di gruppo sono ora un gioco da ragazzi; non dovrete più preoccuparvi che qualcuno rimanga tagliato fuori dall'inquadratura. Secondo un rumor, Apple starebbe pensando di inserire una seconda fotocamera grandangolare nel suo prossimo device, ed avendo provato a lungo il G5, se questo si rivelasse vero, non ci sorprenderemmo affatto: LG non solo ha proposto qualcosa d'estremamente innovativo con il design modulare, ma ha anche portato una ventata d'aria fresca nel settore fotografico, capendo che questo aspetto negli smartphone sta diventando sempre più rilevante, e bisogna quindi imporsi anche in questo settore per distinguersi nel sempre più affollato mercato.

In aggiunta, il telefono supporta le schede MicroSD ma, diversamente dal Galaxy S7, sfortunatamente non permette di avvantaggiarsi della feature di Android 6.0 “adoptable storage” , che permette al telefono di gestire la memoria esterna come estensione di quella interna, criptandola per poter essere usata solo con quel telefono. Nel caso del G5, questa scelta farà felici coloro i quali amano l'hot-swap della MicroSD per inserirla in altri device o nel PC, ma è davvero un peccato che non sia stata inserita almeno l'opzione di scegliere il modo in cui gestire la scheda di memoria esterna.

In questa galleria, la prima foto di ogni paio è scattata con la camera da 16-megapixel, mentre quella accanto con quella dotata di sensore 8-megapixel grandangolare. Entrambe le foto di ogni set sono state scattate dalla stessa posizione per poter così apprezzare di quanto aumenti la porzione di spazio catturata dal grandangolo.

Sul G5 è presente lo slot USB Type-C, quindi il vostro vecchio caricatore Micro USB non sarà compatibile. Samsung ha preferito temporeggiare per passare al nuovo connettore, mantenendo ancora il vecchio standard sull'S7, ma è solo una questione di tempo perché diventi il nuovo standard e tutti i produttori lo adottino. Nonostante l' USB Type-C non sia ufficialmente supportato dalla funzionalità Quick Charge 3.0 di Qualcomm, la ricarica veloce è possibile, ma non nella sua ultima revisione. Il telefono implementa infatti lo standard 2.0, che riesce comunque a caricare la batteria da 2800 mAh abbastanza velocemente, più precisamente in circa 1 ora. Il setup modulare ha tagliato fuori completamente la resistenza all'acqua ed il device manca anche della ricarica wireless, due caratteristiche invece presenti nell' S7, senza alcun dubbio il suo più temibile rivale.

LG G5: il verdetto del Digital Foundry

Con la recente rivalsa di Samsung e la crescente competizione dei suoi rivali Android, LG ha dovuto prendere una strada diversa con il suo top di gamma del 2016 e, nonostante l'avventura modulare del produttore coreano non sia tanto sensazionale quanto vi voglia far credere, è sicuramente un surplus che lo differenzia da tanti dispositivi anonimi presenti sul mercato. Anche se i moduli Cam Plus e Hi-Fi Plus non risulteranno interessanti ai più, i consumatori vecchia scuola apprezzeranno non poco la possibilità di sostituire la batteria, una possibilità che nessun altro top di gamma Android del 2016 offre. L'ottima configurazione dual-camera del G5 rappresenta un altro bonus, e la camera grandangolare sarà un punto di sviluppo nel settore mainstream degli smartphone - aspettatevi che molti rivali copino questa impostazione nel corso dei prossimi anni.

Mettendo in conto le notevoli caratteristiche tecniche, la potenza hardware, l'esperienza utente fluida e fruibile, il G5 è un telefono top di gamma eccezionale. Gli unici punti deboli sono rappresentati dal design scialbo e dal fatto che l'approccio modulare ha comportato degli aspetti fastidiosi come la riduzione della qualità costruttiva ed il fatto che non potrete usare i case protettivi a cui vi siete ormai abituati col passare degli anni. Nonostante la scommessa della modularità non abbia pagato come molti si aspettavano o speravano, dovremmo dire grazie a compagnie come LG che stanno iniziando a sperimentare per garantirsi un po' più di visibilità, in quello che è diventato un mercato fin troppo stagnante.

L'unità LG G5 per la review è stata gentilmente fornita da www.mobilefun.co.uk.

Avatar di Damien McFerran
Damien McFerran: Retro fanatic and tech bore Damien has been writing words for professional publication since 2006, but has yet to fulfill his lifelong ambition of being commissioned by Your Kitten Magazine.

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