Life is Strange 2: Rules - recensione
Continua la fuga di Sean e Daniel tra le nevi dell'Oregon.
Life is Strange fu, per chi scrive e per gran parte del pubblico, un fulmine a ciel sereno. Un'avventura dai toni dolci ed al contempo maturi e riflessivi, raffinata da un art design pregevolissimo e da una tracklist da pelle d'oca.
Il secondo capitolo del sequel della serie episodica targata Square Enix e Dontnod Enternaiment è ora disponibile. Dopo un convincente esordio, l'episodio Rules ci riporta nei meandri dello sciagurato vagabondaggio dei fratelli Sean e Daniel.
Le disgraziate vicissitudini dei due giovani, magistralmente introdotti ed inquadrati nell'episodio pilota, si spostano nelle terre innevate dell'Oregon, con i due fratelli alla continua ricerca di quel barlume di speranza e comprensione dell'arcano in cui si sono casualmente imbattuti.
Come era lecito attendersi, Rules si rivela un episodio di transizione, contraddistinto da un ritmo tutt'altro che forsennato, eppure incalzante ed ottimamente studiato. Vi è ampio spazio per una crescita in termini di caratterizzazione dei due protagonisti, con un focus specifico sul misterioso potere del piccolo Daniel, ponte spirituale nell'evoluzione strutturale del brand.
Si avrà, inoltre, un crescendo in termini di intensità, e non mancheranno colpi di scena ben orchestrati ed efficaci, oltre a new entry dall'impatto notevole in termini di caratterizzazione ed a qualche volto conosciuto.
Manco a dirlo, pure in questo secondo episodio salgono in cattedra la maestria artistica e la penna dei Dontnod, i quali riescono a delineare in pochi istanti dei personaggi credibili e d'impatto, ad offrire degli scorci e dei paesaggi mozzafiato che coronano gli iconici momenti illuminanti di un racconto mai banale e sempre estremamente riflessivo, in cui le note di accompagnamento non perdono un singolo colpo.
Chiaramente non vi sveleremo nulla in termini di plot, specie data la natura dell'esperienza. Ci limiteremo ad offrirvi il consiglio forse più scontato che si possa elargire in questi casi: godetevi l'avventura nella maniera più libera e personale possibile. Recuperate inoltre - come del resto provvederà a ricordarvi anche il gioco - il prologo di Life is Strange 2, The Awsome Adventures of Captain Spirit, rilasciato gratuitamente, prima di immergervi in questo secondo episodio.
Il focus sul superpotere di Daniel apre la porta ad un ventaglio di scelte ancor più fitto e curioso in termini di sceneggiatura, preservando al contempo la sempre gradita ed enigmatica vena della moralità. In Rules vi troverete nuovamente di fronte a quelle scelte eticamente difficili, potenzialmente in grado di dare un forte scossone ai risvolti della trama e che vi porteranno a piantarvi di fronte allo schermo più di qualche istante prima di procedere. Per saggiarne la reale consistenza in tal senso, logicamente, bisognerà attendere i prossimi episodi, sebbene le premesse siano assolutamente incoraggianti.
Nonostante la fuggevole menzione di cui poche righe sopra, due parole più dirette in onore della soundtrack ci sentiamo in dovere di spenderle. Siamo nuovamente di fronte ad un capolavoro produttivo ed artistico dei Syd Matters, che ci regalano delle melodie confacenti ai toni del racconto, e che accompagnano a dovere l'apertura e la chiusura dell'episodio.
Con Rules, Life is Strange 2 fa una cosa di non banale importanza, ossia mostrare le prime carte in grado di far presagire che il successo e i pregi del precursore sono tutt'altro che un miraggio inaccessibile. Il ritmo è crescente, studiato e convincente. I personaggi godono di un'evoluzione in termini di caratterizzazione che è in linea con quanto Dontnod ci ha già mostrato in passato. La caratura artistica che permea le circa 3 ore di questa porzione di avventura si assesta su livelli molto elevati.
Noi siamo impazienti di lasciarci nuovamente catturare dalle traversie di Sean e Daniel. Non vi resta che godervi questo episodio e bramare con noi il prossimo.