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Life is Strange - recensione

La migliore avventura a episodi dell'anno?

All'affiorare delle prime voci sulle difficoltà di Dontnod Entertainment ero rimasto dispiaciuto. Nonostante non avesse colpito nel segno, Remember Me era stato un buon titolo di debutto e la casa francese sembrava avere dalla sua idee molto chiare e discrete capacità, e sarebbe stato un peccato vederla chiudere senza aver avuto modo di darne prova.

L'annuncio di Life is Strange, però, mi aveva sorpreso: quello delle avventure episodiche è un genere popolare ma anche particolare, che richiede attenta pianificazione e direzione per suscitare e mantenere vivo l'interesse nel lungo arco di tempo che intercorre tra un capitolo e l'altro. La scelta di un titolo di questo tipo come progetto fondamentale della crescita, o forse addirittura della sopravvivenza dello studio, poteva non sembrare dei più saggi.

Neanche il tema portante del gioco a prima vista sembrava in grado di esaltare. Al centro di tutto, come probabilmente saprete anche se non avete seguito da vicino il titolo, vi sono gli strani poteri della protagonista Maxine Caulfield, per gli amici Max, una studentessa di fotografia che si scopre capace di "riavvolgere" il tempo e modificare gli eventi grazie a questo strano potere, scoperto per caso quando la vita della sua amica d'infanzia Chloe si trova in pericolo.

A fare da contorno a questo antefatto che con il passare del tempo e l'abitudine diventa meno astruso, troviamo tanti elementi che Dontnod ha dimostrato di saper palleggiare e mantenere attivi contemporaneamente: l'amica d'infanzia ritrovata dopo un silenzioso e colpevole allontanamento, la passione di Max per la fotografia (i selfie in particolare), la misteriosa scomparsa di una popolare studentessa che risponde al nome Rachel Amber, e per buona misura gioie, disagi, malumori, rivalità e quant'altro ci si può aspettare dalla comunità studentesca di un campus.

Nel finale alcune situazioni si faranno tortuose e i poteri di Max non le garantiranno il controllo totale della situazione.

A torreggiare su tutto, però, una visione avuta da Max di un tornado che minaccia di distruggere la pacifica Arcadia Bay, sua cittadina di nascita in cui è tornata per frequentare la prestigiosa Blackwell Academy in un angolo di mondo tranquillo ma apparentemente più ricco di misteri di quanto non sembri.

Tanta carne al fuoco, quindi, forse anche troppa quella proposta dal primo episodio, ma la missione di suscitare interesse è andata a buon fine e l'avventura di Max è proseguita di capitolo in capitolo tra amicizie, rivalità, investigazioni e riavvolgimenti temporali apertamente ripresi dai Memory Remix, una delle meccaniche più riuscite di Remember Me.

Il primo grosso merito da riconoscere a Dontnod è l'abilità con cui sono stati gestiti ritmo e ricchezza di tematiche. A dispetto di tutti gli avvenimenti che scuotono e movimentano Arcadia Bay, Life is Strange permette al giocatore di prendersi le sue pause ed entrare in sintonia con Max, una ragazza appena più introversa e riflessiva del normale, e di avvertire quel collegamento che la protagonista ha con luoghi e persone con cui è cresciuta.

Qua e là è anche possibile permettere a Max di riflettere a voce alta, magari suonando una chitarra o sedendosi su una panchina, e i cambi di ritmo stonano raramente, anche quando la trama ha evidentemente bisogno di andare avanti. Nonostante un inizio forse appena titubante e qualche luogo comune, le figure che circondano Max non sono mai troppo piatte: mentre altre produzioni si nascondono dietro un paio di frasi fatte , i dialoghi non sono mai buttati lì a caso e danno credibilità ai personaggi più importanti del cast.

Le scelte sono numerose e ben articolate, e si ripresenteranno a più riprese con le loro conseguenze spesso inattese.

Mentre a Max si può perdonare un'eccessiva capacità di piacere e riuscire in ciò che si propone di fare (dopotutto è la protagonista e la storia deve andare per forza avanti), gli altri personaggi si alternano sotto le luci dei riflettori senza uscirne mai piatti, con tante sfumature che formano chiaroscuri difficilmente interpretabili, e questo è ovviamente un bene.

Le scelte da fare, come ci si aspetta da un'avventura a episodi, sono tante e portano spesso risultati inaspettati ma soprattutto di largo respiro. Scorgendo qualche dettaglio fondamentale, alcune scelte apparentemente inspiegabili assumono anche un senso abbastanza chiaro. Dontnod merita una lode anche in questo caso: le scelte fondamentali, sottolineate da un chiaro effetto visivo, a volte sono veramente complicate da effettuare, e non ci sono quasi mai decisioni chiaramente giuste o sbagliate.

In qualche caso, poi, potrebbe capitarvi d'intuire qualche secondo prima dove la situazione stia andando a parare, e magari di posare il joypad per ponderare su una decisione particolarmente sofferta, una situazione che ha il suo apice nella scelta finale. Le ripercussioni, poi, possono influenzare vari episodi, quindi è stato fatto un buon lavoro per rendere la sottotrama di eventi profonda e modificabile senza alterare la trama principale.

Solo in qualche occasione, quando numerose scelte fatte in precedenza concorrono a determinare una reazione, si intravedono le giunture narrative che collegano il tutto: in un particolare caso, un personaggio può alternare reazioni contrastanti che sembrano contribuire alla sua decisione finale in una sorta di "conteggio dei punti", ma nel complesso Dontnod ha saputo gestire bene trame e sottotrame.

Arcadia Bay potrà essere salvata, ma ci sarà un prezzo molto alto da pagare.

Il ritmo meno sostenuto rispetto ad altre produzioni simili non annoia particolarmente, soprattutto perché la meccanica di riavvolgimento viene usata in maniera creativa con tutte le sue conseguenze. I puzzle sono interessanti e forzati solo in qualche caso, quando c'è bisogno di un qualche riempitivo per non sovraccaricare l'episodio e dare il giusto spazio a eventi importanti che tenderebbero a togliersi importanza se sovrapposti.

La buona caratterizzazione è intaccata solo dalla produzione di livelli non eccelsi, probabilmente a causa di esigenze di budget: nonostante lo studio abbia evidentemente lavorato per mascherare quest'aspetto, molte aree vengono visitate più volte con differenze solo minime, i modelli poligonali non sono il massimo e, soprattutto, il doppiaggio in molti casi non è ispirato e crea un evidente stacco con le emozioni espresse dai personaggi.

I difetti quindi ci sono ma non incidono troppo nel quadro generale. Life is Strange riesce a dare forma a uno scenario convincente e vivo, in cui ci si concentra più nel decifrare qualcuno che a prestare attenzione al movimento del labiale. La trama è avvincente nonostante qualche punto morto a cui abbiamo già accennato, e nasconde pieghe non immediatamente visibili che la rendono più complessa di quanto non sembri, con il colpo di scena sempre dietro l'angolo.

Secondario, ma ugualmente degno di menzione, torviamo un ricco assortimento di materiale a corredo che risulterà interessante a chi si calerà a fondo nei panni di Maxine: un diario, messaggi di familiari e amici da leggere su smartphone, punti nascosti in cui scattare foto. Questi ultimi sono forse l'unico incentivo per rigiocare i vari capitoli, visto che una volta svelato il mistero principale con colpo di scena relativo, difficilmente ricomincerete da capo con lo stesso gusto.

Il trailer della Limited Edition di Life Is Strange.

Come avrete capito, sia dal testo di questa recensione, Life is Strange è un'avventura ben confezionata che riesce ad aggirare i suoi limiti intrinseci e a fare buon uso di una meccanica di gioco ben definita senza affidarsi esclusivamente ad essa. Sarà l'originalità dell'ambientazione e delle situazioni, o della voglia di scoprire il fato di Arcadia Bay e dei suoi abitanti che Dontnod riesce a suscitare, ma quest'insieme che in partenza sembrava improbabile funziona veramente bene, e risulta molto più avvincente di altre avventure episodiche.

Se avete atteso l'uscita di tutti gli episodi, ora non c'è veramente motivo di non provare Life is Strange: Dontnod ha aggirato in scioltezza i limiti di produzione e realizzato un'avventura episodica dal taglio e dal sapore unici, oltre che molto piacevoli.

9 / 10
Avatar di Emiliano Baglioni
Emiliano Baglioni: Emiliano si affaccia al mondo dei videogiochi all’epoca del Vic 20. Vive la sua storia di giocatore pensando che prima o poi crescerà e mollerà il joypad, ma non abbandona mai la sua passione, che riesce in qualche modo misterioso a conciliare con tutto il resto.

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Life is Strange

PS4, Xbox One, PS3, Xbox 360, PC

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