Life is Strange: True Colors - anteprima
Il travolgente potere dell'empatia.
In un'industria relativamente giovane e in costante evoluzione come quella videoludica, è essenziale che ci siano aziende pronte a raccontare storie di ogni genere e tematica. È il caso, ad esempio, della serie The Last of Us di Naughty Dog, titoli dai contenuti talmente maturi e potenti da riuscire rivaleggiare anche coi massimi esponenti del cinema d'autore. È, in effetti, un modo efficace per dare legittimità al nostro medium preferito e per andare a scardinare gli atavici pregiudizi che ritraggono i videogiochi come semplice valvola di sfogo per ragazzini irrequieti.
Lo storytelling ha assunto un ruolo fondamentale in un certo tipo di produzioni odierne e se siamo riusciti a raggiungere alcuni di questi eccellenti risultati, lo dobbiamo anche al lavoro di software house come Dontnod Entertainment. Fin dal lontano 2013, il team parigino è salito agli onori della cronaca per la sua innegabile abilità nella scrittura di universi narrativi credibili e coerenti ma, cosa ancora più rilevante, è anche una delle compagnie più impegnate nella creazione di prodotti ampiamente inclusivi, ideati per veicolare messaggi piuttosto importanti.
Emblematico, in tal senso, è il caso di Life is Strange, il franchise più di successo tra quelli proposti dall'azienda francese. Stiamo parlando, per chi non lo sapesse, di una saga antologica che parte da un concetto comune: affrontare alcuni temi delicati di attualità guardandoli attraverso gli occhi di protagonisti dotati di abilità sovrumane. Si tratta di un espediente geniale per destrutturare alcune problematiche della società moderna, guardarle da una prospettiva totalmente inedita e, infine, riflettere sul mondo che ci circonda.
La prima incarnazione di Life is Strange si prefiggeva l'arduo compito di parlare della spinosa questione del bullismo nelle scuole ma anche di altre complessi argomenti seguendo la vita di Max Caufield, una ragazzina americana che improvvisamente si rende conto di poter riavvolgere il tempo. Il secondo e forse più controverso capitolo, invece, ci portava a conoscere Sean Diaz e suo fratello Daniel, un bambino dotato di spaventosi poteri telecinetici. I due ragazzi di origine messicana, in fuga dalla legge dopo una serie di eventi sfortunati, si trovavano alle prese con le storture di una certa ideologia filo-trumpista mentre tentavano di raggiungere la propria città natale.
Dopo l'uscita della seconda iterazione del brand, tuttavia, Dontnod Entertainment ha deciso di accantonare il franchise per dedicarsi a nuovi progetti lasciando l'onerosa eredità di due opere così profonde ed apprezzate nelle mani di Deck Nine Games. Quest'ultimo è uno studio statunitense già conosciuto per lo sviluppo di Before di Storm, gradito prequel dell'originale Life is Strange e che ora si appresta a sollevare il sipario su quello che, a tutti gli effetti, è il terzo capitolo principale della serie.
Negli scorsi giorni abbiamo avuto l'occasione di dare uno sguardo in anteprima all'ultima fatica di Deck Nine Games, presentata direttamente dal designer Zak Garriss e finalmente possiamo parlarvene nel dettaglio.
Come da tradizione, True Colors narra una storia completamente slegata dalle precedenti sia sotto il profilo delle ambientazioni che sotto quello delle tematiche trattate. Questa volta la protagonista è Alex Chen (interpretata dall'attrice Erika Mori), una ragazza ventunenne asioamericana dal passato difficile che, appena uscita dal programma di affidamento familiare statunitense, riceve un invito da parte di suo fratello Gabe a raggiungerlo presso la ridente località di Haven Springs. Per Alex è il miraggio di un nuovo inizio, la promessa di una nuova vita in una nuova città, a stretto contatto con l'unico reale affetto che le sia rimasto al mondo: una prospettiva troppo allettante per non essere tenuta in considerazione.
Una volta raggiunto il posto, Haven Springs si mostra come uno dei setting più colorati e vibranti della storia di Life is Strange, un piccolo ma vivace centro abitato circondato dalle montagne e dai grandi laghi dell'entroterra americano. Qui incontriamo per la prima volta Gabe, il barman del popolare pub Black Lantern, un ragazzo disinvolto e dalla battuta pronta che si mostra genuinamente felice di ricongiungersi con la sua sorella perduta dopo un periodo di separazione forzata durato oltre otto anni. True Colors, dunque, sembra avere tutta l'intenzione di esplorare dei temi alquanto inconsueti per il mondo dei videogiochi: il concetto di casa come sentimento che unisce due esseri umani, quello di appartenenza ad una comunità e, soprattutto, quello del legame familiare che riesce a valicare qualsiasi distanza spaziale o temporale.
La storia, tuttavia, assume ben presto i connotati di un thriller psicologico vero e proprio quando il buon Gabe rimane coinvolto in un misterioso incidente in cui, purtroppo, perde la vita. Le circostanze della sua morte, però, non convincono fino in fondo Alex che dovrà affrontare nuovamente l'incubo della solitudine e dell'abbandono per fare luce su cosa sia successo a suo fratello.
Nonostante la presentazione sia durata poco meno di un'ora è stato facile rendersi conto di quanto il cast di personaggi di questo terzo episodio di Life is Strange sia stato curato nei minimi dettagli, a partire dalla sua protagonista. Alex Chen è una ragazza intelligente ma apparentemente introversa, ha uno spiccato talento musicale che vorrebbe trasformare nella sua carriera professionale ed è dotata di un'abilità straordinaria che la tormenta fin dalla più tenera età: la capacità di percepire e manipolare i sentimenti delle persone che la circondano.
A livello di gameplay, ciò si traduce nella possibilità di 'leggere' le emozioni dei comprimari e sfruttarle per ottenere informazioni vitali per dissipare i dubbi circa la prematura dipartita di Gabe. A differenza del passato, True Colors offre ai giocatori la possibilità di esplorare liberamente la cittadina di Haven Springs in modo da svolgere attività extra, scoprire contenuti segreti e approfondire i rapporti con gli altri personaggi. Resta da determinare quanto l'influenza di Alex e del suo incredibile potere possa avere un impatto concreto sullo svolgimento della trama ma avremo modo di entrare nei dettagli a tempo debito.
Per il resto, al netto della maggiore libertà di esplorazione concessa agli utenti, la struttura ludica dovrebbe ricalcare da vicino quanto visto nei precedenti capitoli con il solito sapiente mix di azione, dialoghi e sequenze filmate. Allo stato attuale non abbiamo ancora avuto modo di testare il gioco con mano, pertanto preferiamo rimandare la disamina del gameplay ad un appuntamento futuro che, siamo sicuri, non tarderà ad arrivare.
Il comparto tecnico del gioco, infine, sembra aver ricevuto un notevole aggiornamento rispetto al passato. Le animazioni sono state registrate tramite la tecnica del full body Motion Capture degli attori, i modelli poligonali appaiono sensibilmente più definiti mentre il setting sfoggia ambientazioni credibili e piene di vita. Una particolare attenzione è stata rivolta anche alla soundtrack composta, come di consueto, da brani originali e su licenza che rappresenteranno la spina dorsale dell'intera esperienza (compresa una splendida cover di Creep dei Radiohead eseguita dalla cantautrice mxmtoon).
In definitiva il primo incontro con Life is Strange: True Colors ci ha restituito sensazioni assolutamente positive. Deck Nine Games sembra essere sulla buona strada per bissare il successo dei primi due capitoli della serie targati Dontnod Entertainment grazie ad una sceneggiatura intrigante e ad un cast di personaggi davvero ben scritto: una volta sciolte le riserve sul gameplay sapremo dirvi se si tratterà di un trionfo su tutta la linea.
Life is Strange: True Colors arriverà il 10 settembre su PC, sulle console di Sony e Microsoft e su Google Stadia in un'unica soluzione, abbandonando la distribuzione episodica che aveva contraddistinto i capitoli precedenti. Siamo davvero curiosi di scoprire dove ci porterà questo nuovo, affascinante viaggio.