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Lightning Returns: Final Fantasy XIII - review

Una saga in sordina fino all'ultimo secondo.

La saga portata avanti da Final Fantasy XIII è stata bersaglio di numerose critiche da parte degli appassionati del franchise Square Enix, sia per alcune scelte di gameplay che per la caratterizzazione della maggior parte dei personaggi coinvolti nelle vicende narrate su PlayStation 3 e Xbox 360.

Con Lightning Returns la compagnia nipponica ha voluto finalmente concludere la lunga avventura di Lightning riportando la dura e bella eroina al centro dell'attenzione, e rendendola di nuovo protagonista di una storia sempre più intricata e surreale.

Nei mesi che hanno preceduto il lancio della versione PAL del gioco abbiamo visto decine di trailer e siamo stati stuzzicati con decine di notizie relative al nuovo sistema di combattimento messo insieme per Lightning Returns.

In effetti il combat system del nuovo Final Fantasy è intrigante e ben strutturato, ma sfortunatamente non è sostenuto da un bilanciamento all'altezza della fama del brand. Se le prime ore di gioco si rivelano appaganti e soddisfacenti proprio grazie ai combattimenti, infatti, lo stesso non si può dire per tutto il resto dell'esperienza, principalmente a causa dell'eccessiva semplicità e monotonia degli scontri con le creature minori.

Quando attaccati alle spalle, i nemici iniziano i combattimenti con il 10 per cento di punti ferita in meno.

Dopo aver capito come sfruttare a dovere gli Assetti, elemento attorno a cui ruota gran parte della strategia di Lightning Returns, la maggior parte dei combattimenti a livello di difficoltà Normale si trasforma in una mera formalità.

"Gli Assetti sono combinazioni di costumi, abilità, armi e scudi che permettono di impostare le caratteristiche di Lightning"

Gli Assetti non sono altro che combinazioni di costumi, abilità, armi e scudi che permettono di impostare a piacimento le caratteristiche di Lightning. Giocando si possono equipaggiare tre Assetti differenti, tra i quali è possibile passare tramite la semplice pressione di un tasto nel bel mezzo dei combattimenti. Sperimentando con il sistema è possibile creare combinazioni di ogni genere per adattare la protagonista allo stile del giocatore.

Durante i combattimenti ogni Assetto è dotato della propria barra ATP che regola la quantità di azioni eseguibili senza interruzione. Ogni abilità, che sia essa la difesa, l'attacco con le armi o una delle numerose magie, consuma parte della barra, motivo che rende indispensabile cambiare frequentemente Assetto per non rimanere mai inermi. La rotazione dei costumi è resa ancor più importante dal fatto che le barre degli Assetti non utilizzati si ricaricano più rapidamente rispetto a quelli equipaggiati.

Sulla carta è tutto bellissimo e nei primi combattimenti è difficile non lasciarsi affascinare dalle funamboliche evoluzioni di Lightning. Basta poco, però, per rendersi conto che nello sviluppo di Lightning Returns non tutto è andato per il verso giusto.

Ogni costume vanta caratteristiche e bonus specifici. Associare la giusta arma, il giusto scudo e le giuste abilità all'abito, può fare la differenza.

Al di là di alcuni boss, infatti, in questo capitolo di Final Fantasy è davvero difficile trovare avversari all'altezza delle capacità della protagonista. Considerando che stiamo parlando di un genere, quello dei JRPG, in cui ogni volta che s'incontrano nuovi mostri si dovrebbe provare il brivido della scoperta e sentirsi spinti a trovare la strategia migliore per abbatterli senza subire troppi danni, è chiaro che ci troviamo di fronte a un problema da non sottovalutare.

"Al di là di alcuni boss, è davvero difficile trovare avversari all'altezza delle capacità della protagonista"

Nella maggior parte dei casi quando in Lightning Returns ci si imbatte in un mob base è sufficiente sperimentare diversi attacchi per individuarne il punto debole (successivamente memorizzato e reso disponibile attraverso la modalità Scan) e sfruttarlo a proprio vantaggio.

Quando un bersaglio viene colpito più volte nel suo punto debole viene portato in stato di Crisi, durante il quale non solo non è in grado di rispondere agli attacchi, ma è anche molto più sensibile ai danni a causa di un brusco calo della difesa.

Con un quadro simile perdono gran parte della loro effettiva utilità le Tecniche della Salvatrice, che sfruttano i Punti Energia accumulati combattendo. Attivando Disincronia, per esempio, si può rallentare il tempo per infierire liberamente sugli avversari, possibilmente dopo averli mandati in stato di Crisi. Con Energiga si possono recuperare preziosi Punti Vita, mentre con Regressione si fugge da una battaglia.

Il fatto che il livello di difficoltà non sia stato ben bilanciato nell'arco dell'avventura è un vero peccato, visto che i combattimenti con alcuni boss riescono ad essere intensi e frenetici. La cosa bizzarra è che gli stessi sviluppatori, quando si avvia la partita, consigliano di selezionare il livello di difficoltà Facile al posto di quello Normale. Il livello Difficile, poi, si sblocca solo al termine del gioco. Un vero peccato, visto che probabilmente è quello in cui il nuovo sistema di combattimento riesce a dare davvero il massimo.

"L'avventura di Lightning si svolge ben 500 anni dopo l'epilogo del precedente episodio"

Archiviato il discorso sulle battaglie è giunto il momento di concentrarsi sulla storia e sul mondo di Lightning Returns, altri due elementi che ogni JRPG degno di questo nome dovrebbe tenere in grandissima considerazione.

L'avventura di Lightning si svolge nel medesimo mondo di Final Fantasy XIII e XIII-2, ora chiamato Nova Chrysalia, con l'unica differenza che sono trascorsi ben 500 anni dall'epilogo del precedente episodio. Gli esseri umani hanno misteriosamente smesso di invecchiare e il mondo intero è avviato verso la sua inevitabile distruzione per mano del Caos dilagante (un po' come il Nulla de La Storia Infinita).

Dopo un lungo sonno la protagonista viene nuovamente chiamata a combattere, questa volta evocata direttamente dal dio della luce Bhunivelze. Nei piani della divinità Lightning deve svolgere un compito fondamentale, raggiungendo e aiutando il maggior numero possibile di esseri umani per salvarne le anime da traghettare in un nuovo mondo in procinto di essere creato.

Completando le missioni secondarie si ottengono preziosi costumi e punti con cui incrementare le caratteristiche di Lightning.

In caso di successo la ricompensa per la bella protagonista sarà il ritorno della sorella Serah. A causa di un'idea contorta dello sceneggiatore, tuttavia, tale impresa dev'essere portata a termine prima che il mondo venga completamente distrutto dal Caos.

"Solo 13 giorni sono concessi a Lightning e al giocatore per accumulare il maggior numero possibile di anime"

Solo 13 giorni sono concessi a Lightning e al giocatore per accumulare il maggior numero possibile di anime (completando i passaggi della main quest e, soprattutto, le varie side quest). Come se non bastasse, ogni mattina alle sei è necessario rispettare un coprifuoco (la cui motivazione viene spiegata nelle fasi avanzate dell'avventura) e tornare sull'Arca, luogo dove si può fare il punto della situazione e dove si possono affrontare per divertimento (e per migliorare i punteggi) i nemici precedentemente sconfitti.

Nelle prime fasi di gioco abbiamo accolto con un notevole scetticismo il limite di tempo imposto dai programmatori, che vedevamo come un paletto inutile e poco adatto al genere dei JRPG. Fortunatamente, però, dopo poche ore ci siamo resi conto di quanto in realtà fosse semplice portare a termine le quest secondarie, perfino quelle più vaste e "time consuming".

In caso di necessità, comunque, la protagonista ha la possibilità di barattare parte dei punti ottenuti salvando le anime sparse per il mondo con un po' di tempo extra per portare a termine la propria missione. L'opzione risulta particolarmente utile per tutti i giocatori abituati a esplorare ogni angolo delle ambientazioni a caccia di oggetti e segreti, elementi di cui Lightning Returns non è particolarmente ricco.

Il fatto di controllare un solo personaggio, anche se con tante configurazioni differenti, non è il massimo.

In questa struttura narrativa gli sviluppatori hanno incastonato a forza una serie di eventi utili a raccontare una storia che, ora dopo ora, scivola sempre di più verso qualcosa di già visto in moltissime opere giapponesi, fino ad arrivare verso un finale che sembra quasi un incrocio mal riuscito tra Evangelion e Naruto (niente spoiler, tranquilli).

"Durante l'intera durata dell'avventura il personaggio di Lightning resta scolpito nella roccia e non cresce minimamente"

Durante l'intera durata dell'avventura il personaggio di Lightning resta scolpito nella roccia e non cresce minimamente. Le uniche differenze che indicano l'evoluzione della protagonista sono i suoi costumi, alcuni discutibili altri davvero splendidi (quello rosso in stile Esmeralda di Leiji Matsumoto ci è rimasto nel cuore).

Se Lightning non cambia di una virgola, i fan saranno felici di sapere che tanti altri personaggi dei passati episodi tornano anche in questo capitolo conclusivo, e che proprio in loro è possibile trovare i cambiamenti più drastici e sorprendenti, vero e unico elemento in grado di strappare qualche esclamazione di sorpresa.

Come scoprirete nei primi minuti di gioco, per esempio, il personaggio di Hope è tornato bambino come nel primo Final Fantasy XIII, mentre Snow ha cambiato drasticamente il proprio atteggiamento verso il mondo intero a causa dei rimpianti per il destino di Serah.

Vediamo l'evoluzione del sistema di combattimento di Lightning Returns: Final Fantasy XIII.

Se infine speravate che al termine di una generazione generosa come quella di PS3 e Xbox 360 Square Enix tirasse fuori un piccolo gioiello tecnico dalle due console, siamo spiacenti di dovervi deludere. Graficamente parlando Lightning Returns non può essere neanche lontanamente paragonato ai migliori prodotti di fine generazione.

"Le battaglie sono sempre spettacolari e ricche di effetti grafici adatti agli incantesimi e alle abilità utilizzati"

I modelli poligonali dei personaggi presentano spesso qualche problema di compenetrazione dei poligoni e al di là di alcune eccezioni anche le ambientazioni non brillano per i dettagli che le caratterizzano. Se a questo aggiungiamo una buona dose di rallentamenti durante le fasi esplorative, ecco che il quadro tecnico si fa ancor più deludente.

Un discorso diverso può essere fatto per le battaglie, sempre spettacolari e ricche di effetti grafici adatti agli incantesimi e alle abilità utilizzati (anche se in alcune circostanze diventa difficile capire esattamente ciò che accade su schermo). I numerosi filmati narrativi, da sempre segno distintivo dei titoli Square Enix, si distinguono per un livello qualitativo altissimo, sia dal punto di vista visivo che da quello della regia. Peccato che la trama da essi raccontata non riesca mai ad essere del tutto convincente.

Molto buona invece la colonna sonora, capace di mischiare sapientemente temi tradizionali con nuovi brani. Qualche nota stonata si sente anche qui, soprattutto con i pezzi più ritmati forse troppo lontani dalle atmosfere della serie, ma in generale è stato fatto un buon lavoro. Gradevole anche il doppiaggio in lingua inglese, accompagnato dai sottotitoli in italiano.

Lightning può portare con sé solo un numero limitato di oggetti, quindi è necessario scegliere con cura cosa acquistare presso i venditori sparsi per il mondo.

Con Lightning Returns, Square Enix pone fine a una delle saghe più discusse del brand di Final Fantasy. Chi ha apprezzato i precedenti episodi sarà ben felice di vivere la conclusione della storia di Lightning e degli altri personaggi di Nova Chrysalia. Il nuovo sistema di combattimento è fluido e ben studiato, ma per scoprirne davvero tutte le potenzialità dovrete sbloccare il livello di difficoltà più alto, che saprà regalarvi grandissime soddisfazioni. In particolar modo se vi incastrerete nelle sfide al punteggio con i vostri amici.

Lightning Returns: Final Fantasy XIII è un JRPG con idee interessanti e un ottimo sistema di combattimento, ma a causa di alcuni problemi tecnici e narrativi non riesce mai a raggiungere i picchi toccati da altri episodi storici della saga Square Enix. Nonostante tutto resta un buon gioco con cui concludere l'epopea di Lightning senza troppi fuochi d'artificio.

7 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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