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Lili: Child of Geos, la grafica non basta - review

Che succede quando degli ex di Epic Games tentano l'avventura indie?

Ex Epic Games fondano un nuovo studio indie? Il loro titolo d'esordio è basato sull'Unreal Engine? Gli ingredienti per qualcosa di inaspettatamente delizioso ci sono proprio tutti, e Lili: Child of Geos si conferma ad un primo sguardo meritevole di una buona dose di attenzione.

Sarà la grafica coloratissima, la bizzarria dei personaggi che popolano l'isola di Geos, sarà anche che produzioni tridimensionali da software house indipendenti sono merce rara. Sarà la somma di tutti queste componenti ma la nostra Lili ha subito ravvivato le menti stanche di sorbirsi l'ennesimo shooter monocromatico oppure free-to-play (o crowdsourced, come qualcuno li ha ridefiniti pochi giorni fa).

Pur non figurando necessariamente in questa folta schiera, quando il nome di Lili: Child of Geos e quello di BitMonsterGames hanno iniziato a circolare nella redazione di Eurogamer.it, ho sentito l'ineludibile richiamo della foresta e ho alzato timidamente la manina per dire "ci sono!".

Ed eccoci qua, dopo appena quattro ore passate con la main quest e una manciata di minuti in più per qualche quest secondaria ripetitiva e lineare. Sì, perché Lili: Child of Geos nasce come progetto mobile e nella conversione per PC non riesce a scrollarsi il suo difetto strutturale più grande, la longevità.

Gli occhiali di Lili sono al centro di una serie inconcludente di gag.

Ma è la sua natura: v'immaginate un'avventura per dispositivi Android e iOS che duri quanto uno a caso dei The Legend of Zelda (serie cui BitMonsterGames dice di essersi ispirata) proposti negli ultimi anni da Nintendo? Se non siete pratici, la risposta è "no", non ve lo immaginate, specie se questa stessa avventura si poggia su meccaniche pure originali ma in fin dei conti ripetitive.

"Lili: Child of Geos nasce come progetto mobile e nella conversione per PC non riesce a scrollarsi il suo difetto più grande, la longevità"

Lili: Child of Geos mette il giocatore nei panni di Lili, una studentessa a caccia di fiori per l'esame universitario che le permetterà di chiudere in bellezza il semestre. La ridente isoletta di Geos, disseminata di humor e riferimenti a videogiochi storici, sembra il posto ideale per procacciarsi gli esemplari più rari ma, sorprendentemente, anche una dose di guai del tutto inaspettati.

La trama non si presenta come particolarmente intricata, essendo priva di premesse (letteralmente manca anche il più elementare dei video introduttivi) e assumendo toni perlopiù fanciulleschi, salvo lanciare qualche riflessione introspettiva nel finale.

Gli abitanti del posto, i Costrutti fatti di legno e anima, sono tenuti al guinzaglio dagli Spiriti, gli esseri teoricamente superiori che hanno assegnato loro un intelletto pressoché limitato e dei compiti predefiniti come "l'allenatore" o il giardiniere. Un rapporto conflittuale peggiorato dall'arrivo di Lili che, inavvertitamente, si ritrova a fare da ago della bilancia nella sua incessante raccolta floreale.

I minigame, tra cui una rivisitazione del gioco delle tre carte, si contano sulle punte delle dita e sono tutt'altro che difficili da portare a termine.

Una ricerca, quella della giovane, che è in grado di portare l'utente in location magnifiche, meravigliosamente realizzate e portate su schermo in uno splendore forse inedito per l'Unreal Engine. Proprio il comparto grafico, coloratissimo e variegato, è il fiore all'occhiello di Lili: Child of Geos, una vera goduria per gli occhi e piuttosto permissivo in materia di requisiti hardware.

"Il sistema di combattimento non riserva particolari emozioni"

Effetti come fumo (in alcune occasioni estremamente realistico, in altre realizzato in cel shading) e giochi d'illuminazione sono all'ordine del giorno, e la buona esplorabilità delle ambientazioni consente di godere appieno di panorami da fotografare e incorniciare nell'angolo dei bei ricordi che ogni giocatore custodisce.

Peccato che, tracciando un bilancio complessivo, le qualità visive e l'eccentricità dei Costrutti siano le uniche componenti a mettere il naso fuori dalla sufficienza. Come anticipato poc'anzi, il problema principale sta nella longevità dell'avventura, poco adatta al mercato PC e alla sua esigente platea. Si parla di quattro ore scarse per la missione principale, farcita di qualche missione secondaria: ogni ora di gioco, in sostanza, costa €5 e i motivi per un simile esborso non sono poi tanti.

Il contesto di Geos è tanto mozzafiato quanto statico, con vasi sparsi qui e lì per i livelli a rappresentare gli unici oggetti cui Lili può fare del male in tutto il titolo. Un esempio di questa staticità è il Videogame Trivia, cui la protagonista viene sottoposta da un NPC nel secondo (su quattro) quartiere esplorabile. Un' idea molto simpatica, se non fosse che non sono i giocatori a dover rispondere alle domande del personaggio ma la stessa Lili in piena autonomia. Insomma, la sensazione di essere dei semplici spettatori è sempre piuttosto forte.

Gli Spiriti cavalcati da Lili sono in grado di metterla in difficoltà con esplosivi ed erbacce.

Allo stesso modo il sistema di combattimento non riserva particolari emozioni, una volta acciuffati i propri rivali in un opposto dell'incontro casuale à la Final Fantasy. Il porting realizzato da BitMonsterGames riproduce a dovere lo swipe tipico dei touchscreen con i movimenti del mouse, ma non offre un livello di difficoltà quantomeno degno di nota.

"L'avventura di Lili è lontana dall'essere il nuovo riferimento in ambito RPG e action che pretende di essere"

Non solo è possibile battere la maggior parte degli Spiriti senza grossi patemi d'animo ma, volendo una scorciatoia facile facile, si può ricorrere anche a bombe e oggetti reperibili presso lo shop cittadino per semplificare ulteriormente le boss fight. Per la serie 'come sciupare un'idea curiosa', qual effettivamente è battersi con avversari in un'interpretazione floreale di Fruit Ninja, per volersi ingraziare un pubblico quanto più ampio possibile.

Attenzione, poi, nel caso vi ritrovaste a girovagare per la pagina del gioco su Steam: sappiate che l'avventura di Lili è lontana dall'essere il nuovo riferimento in ambito RPG e action che pretende di essere. Di ruolistico c'è ben poco, coi soli parametri stealth, grip e velocità potenziabili, e una pletora di costumi e cappelli da selezionare per personalizzare solo esteticamente la protagonista. Ugualmente, la componente action, per quanto rinunci con coraggio ad armi bianche o da fuoco, si rivela prevedibile dopo poche sessioni.

Il titolo è inoltre compatibile solo in parte col pad di Xbox 360: durante gli scontri è necessario mettere mano al mouse per simulare il movimento delle dita sullo schermo touch e in diverse circostanza anche la navigazione dei menù lo richiede. Come se non bastasse, specie al primo impatto è evidente una latenza dei comandi nella rotazione della visuale.

Vediamo gli strani personaggi di Lili: Child Of Geos.

L'impressione complessiva è che BitMonsterGames abbia un discreto talento e che l'abbia dimostrato con Lili: Child of Geos, finendo tuttavia vittima della sua inesperienza nel campo degli adventure per PC.

Gli ingredienti per un'ulteriore esplorazione del franchise o comunque per una sua eredità spirituale ci sono tutti ma, complici la scarsa durata e il basso tasso di sfida, l'obiettivo della sufficienza non è stato per ora raggiunto.

5 / 10