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L'incredibile storia dell'Isola delle Rose - recensione

Sarà rosa il colore dei sogni?

Chi era Giorgio Rosa, giovane ingegnere bolognese assai fantasioso e con pulsioni anarchiche, che nel corso degli anni '60 è arrivato a dare molto fastidio al Governo italiano e a coinvolgere nei suoi problemi Nazioni Unite e Consiglio d'Europa di Strasburgo? E quale era il caso che aveva scatenato contro di lui il Governo italiano, allora ancora più conservatore di oggi?

Rosa aveva semplicemente fondato una nazione indipendente, piccolissima, solo 400 mq, una piattaforma di cemento sorretta da pilastri al largo di Rimini, in acque già internazionali. Storia vera, che in quei tempi ribollenti di pessime notizie aveva avuto un suo risalto internazionale, finendo poi dimenticata. Oggi a riprenderla è Sidney Sibilia, già cantore di improbabili rivincite di poveracci nei film della serie Smetto quando voglio.

La vicenda ci viene raccontata attraverso flashback, mentre Rosa nel novembre del '68 spiega la sua storia ai Soloni di Strasburgo, dove è andato a cercare aiuto, suscitando un interesse favorevole, illudendolo per un attimo che la sua folle idea potesse avere un futuro. Del resto il progetto era stato congegnato con cura, quella specie di discoteca all'aperto (perché così veniva vissuta) aveva una lingua ufficiale, l'esperanto, e batteva sua moneta e aveva perfino stampato dei francobolli, mentre su un pennone svettava un poetico vessillo.

Il gruppetto di improbabili eroi

A fianco di Rosa c'era un gruppo di amici, tutti in cerca di una new start: il compagno di Università che affogava nell'alcol la sua frustrazione esistenziale; la ragazza incinta di chissà chi ma che importa; un velista naufragato ben deciso a non rimettere piede sulla terra ferma; un ex soldato del Terzo Reich rimasto in Italia e privo di cittadinanza, PR fallito delle balere/discoteche sulla spiaggia. Un po' più di lato l'ex fidanzata ancora amatissima, ambiziosa avvocatessa, divisa fra sentimento e legalità.

Il ritratto che il film ci fa di Rosa è assai empatizzabile, un geniale eccentrico, incapace di incasellarsi in un normale percorso lavorativo, da sempre in lotta con una società inquadrata da regole che lui giudica ottuse, e se il mondo non si adatta a lui allora ne costruirà uno nuovo, libero da quella burocrazia che uccide, dal peso delle mille autorizzazioni bizantine, dei regolamenti infiniti. E se la sua ragazza all'Università insegna che "bisogna anteporre il giusto alle leggi, perché le leggi cambiano, quello che è giusto no", la frase può essere non del tutto condivisibile ma si adatta alla perfezione alla personalità dell'ingegnere.

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Intanto il mondo esterno esplode fra manifestazioni politiche e contestazioni varie, omicidi politici e stragi, e l'Isola delle Rose, così battezzata, sembra un richiamo di libertà, fraternità, uguaglianza, fratellanza, pace. Anche più che il semplicistico Peace & Love che arriva da oltre oceano. L'isola è un mondo nuovo piccolissimo ma migliore, che attira migliaia di richieste di cittadinanza. A Palazzo Chigi il Governo Leone, composto da vecchi barbogi moralisti, con l'arroganza di essere i "padri fondatori" della Repubblica, era intanto alle prese con le rivolte giovanili, mentre subiva le paternali del Vaticano e manovrava il tristemente noto SID (i nostri servizi segreti). Tanta agitazione forse per nulla però, perché già la fine dell'estate stava per mettere in crisi il progetto. Ma il Potere si attiva, stufo di subire il ruggito di un topolino e, con un finale che ricorda I Love Radio Rock, la vicenda si avvia verso la nota conclusione, mentre un nuovo governo succede a quello vecchio, cambiando affinché nulla cambi.

Elio Germano è insolitamente simpatico e tenero nel ruolo del protagonista. Fra gli amici spiccano Leonardo Lidi, il figlio di papà in cerca di emancipazione, anche con metodi discutibili. Il tedesco Tom Wlaschiha, dalla lunga carriera internazionale, si presta a recitare in italiano, costruendo un personaggio che arriva a piacere quanto il protagonista. La fidanzata è Matilda De Angelis, che a breve vedremo in un thriller internazionale, la serie tv The Undoing. Fabrizio Bentivoglio gigioneggia voluttuosamente nel suo Franco Restivo, Ministro dell'Interno, nei suoi siparietti con Luca Zingaretti, che è un Giovanni Leone molto più simpatico che nella realtà. Nei panni di un altro burocrate di Strasburgo, con un cuore però, compare Fançois Cluzet.

Un bolognese e un tedesco con un sogno in comune

Nel film risuonano tante canzoni di quegli anni, alcune inglesi, molte italiane, mentre i Dik Dik facevano sognare la California anche da noi e nel finale irrompe l'inno Eve of Destruction nella versione originale di Barry McGuire. La sponsorizzazione dello storico amaro Cynar è così sfacciata da risultare divertente.

Incuriosisce che una storia come questa abbia messo tanti anni a diventare soggetto di un film, fosse avvenuta in America, sempre brava a esaltare (sulla carta) la lotta del singolo contro il Sistema, pensiamo sarebbe stata già oggetto di un bel trattamento. Viene il dubbio cattivo che, fosse stata la storia di una colossale truffa, sarebbe arrivata prima, si sa che i sogni per noi sono meno attraenti degli imbrogli, un sognatore viene guardato con indulgente sufficienza, ma i truffatori, i delinquenti proprio, spesso godono di maggiore appeal.

L'incredibile storia dell'Isola delle Rose racconta bene una storia vera un po' romanzata (ma la sostanza resta e con chiarezza), che diventa anche una commedia sentimentale non melensa, una storia di quasi vitelloni in cerca di riscatto, di un sognatore con un progetto concreto, che si guarda sorridendo con quel filo di malinconia dato dalla consapevolezza che difficilmente certi sogni si possono realizzare. L'immaginazione infatti difficilmente va al potere. Il film sarà su Netflix dal 9 dicembre.