Lips
Cover brand.
Il fatto di dover comprare le vostre stesse canzoni in seguito è ovviamente a dir poco stupido (e ringraziate la raccapricciante industria musicale per questo), eppure così vuole la norma per i music game. E visto che Lips non ha nemmeno gli stessi elementi "sociali" della community di SingStar, il problema si fa un po'più serio.
Basteranno poche partite per accorgersi del fatto che Lips sia molto più semplice dei competitor, soprattutto se si considera anche che manca completamente la possibilità di selezionare il livello di difficoltà. Dopo qualche ora scoprirete glitch e stratagemmi che vi condurranno senza fatica alla vittoria, compromettendo in maniera rilevante le sfide online. Attenti ad esempio alle canzoni rap, perché volendo basterà azzeccare la nota giusta da borbottare continuativamente per ottenere un perfect score. Da non sottovalutare anche alcuni occasionali impasse del microfono: basti dire che ad un certo punto il gioco ha iniziato a comportarsi come se stessimo cantando in modo pressoché impeccabile, quando in realtà nessuno stava facendo alcun rumore e la TV era in modalità mute. E soltanto resettando la console tutto ha ripreso a funzionare come si deve.
La generosità del prodotto nel valutare la performance dell'utente è tale da avere addirittura un impatto sulle azioni gestite dal motion sensing. Potrete infatti pure usare alla grande la barra dello Star Stream, ma se i bug decideranno di mettersi dalla parte del vostro rivale ci sarà poco da fare. Anche il rilevamento dei movimenti sarà tutt'altro che perfetto, e così l'applicazione del tamburello finirà col risentirne pesantemente. La possibilità di usare i tasti dei controller "classici" per aggiungere battiti di mani e campanacci vari in sottofondo invece è un gimmick nudo e crudo, utile solo per sbloccare medaglie e achievements.
Per lo meno a livello puramente economico Lips è un investimento più conveniente di SingStar: il prezzo è il medesimo, ma l'offerta Microsoft vanta più canzoni su disco e microfoni senza alcun dubbio di migliore qualità (soprattutto estetica). Prendendo ad ogni modo in considerazione tutto quello che Singstar ha in più rispetto a Lips il parametro "monetario" risulta decisamente ridimensionato. In virtù dei contenuti scaricabili, i music game spesso infatti sfidano la classica struttura della review, essendo di fatto qualcosa in più del mero contenuto del dvd: un po' come World of Warcraft guadagna punti grazie al costante supporto di Blizzard, questi titoli diventano via via più appetibili mano a mano che l'offerta musicale si fa più corposa, e sarebbe dunque forse più corretto recensire prodotti del genere solamente una volta concretizzatosi tutto il loro potenziale. E se la cosa può dirsi avvenuta per Singstar, così di certo non è (e non sarà per mesi) nel caso di Lips.
L'aspetto più sinceramente deludente di Lips è comunque il suo gameplay approssimativo. Ci siamo a lungo lamentati delle imperfezioni di SingStar (da qualche limitazione nella rilevazione del vostro modo di cantare al leggero lag nella riproduzione dell'audio) ma Lips, a dispetto dei microfoni modaioli e dell'enfasi sui movimenti, risulta troppo semplice, troppo poco convincente a livello di interazione multiplayer e troppo pieno di bug. L'ironia è che anche SingStar soffre una tantum di qualche glitch, eppure i casual sembrano non interessarsene troppo, mentre Microsoft, l'architetto del RROD, potrebbe non godere di altrettanta benevolenza. Ad ogni modo, pensate seriamente a Lips solo e soltanto se non avete modo di fare vostro il già affermato karaoke Sony.