Little King's Story
Piccolo re, grande gioco.
A prescindere dai suoi meriti squisitamente ludici, al di là della sua eccezionale classe, Little King's Story ha avuto il merito di insegnarmi qualcosa. O meglio, di ricordarmi qualcosa: certe volte i proverbi dicono decisamente la verità.
"Le apparenze ingannano", si dice. Ora, lungi da me suonare come un vecchio trombone che si esprime per frasi fatte, però vale davvero la pena di scomodare la saggezza popolare per descrivere il mio approccio un po' così con l'ultima creatura Cing. Soltanto riferendo esplicitamente delle mie iniziali difficoltà con l'avventura del piccolo re Corobo potranno infatti risultare ancor più chiari ed evidenti gli incredibili traguardi del titolo in questione.
Little King's Story è in effetti da un certo punto di vista un videogame anomalo. In un'epoca di intro da mozzare il fiato (e finali tristemente prematuri ed aperti, in modo da lasciare le porte spalancate agli inevitabili sequel), si comporta come il più classico dei diesel: partendo piano, in sordina, quasi tra il timoroso e l'involuto. Vi confesso che durante i primi momenti di gioco ho avvertito un feeling non proprio confortante di un incrocio non del tutto riuscito tra Pikmin, Animal Crossing ed Harvest Moon: i controlli mi sono sembrati globalmente rivedibili, l'interfaccia confusa e poco user friendly, e l'impressione è stata quella di un titolo non all'altezza delle aspettative, confermando di fatto molte delle perplessità già esposte nella preview di qualche mese fa.
Eppure col senno di poi posso paradossalmente affermare che è anche in queste iniziali difficoltà, nei suoi primi passi un po' incerti che si nasconde la grandezza del gioiellino nato dalla collaborazione di personalità di spicco del gotha del GDR in salsa nipponica. Del resto la fiaba del re Corobo è una storia di crescita e di formazione, di desideri da realizzare e di volontà di dominio totale del mondo (ehm...), e non c'è nulla di meglio di un'umile partenza in sordina per rendere ancor più importanti i trionfi destinati a seguire.
All'inizio di questo strano ibrido fra uno strategico ed un action RPG vi troverete a capo di un deprimente regno povero ed assolutamente privo di mezzi: basteranno i saggi consigli del fidato cavaliere Houzer per dare un nuovo corso alla vita del sonnolento villaggio. Durante le prime ore di gioco familiarizzerete con le meccaniche di Little King's Story: incontrerete i vostri sfaccendati suddititi ed imparerete a guidarli nelle vostre scorribande bellico-esplorative, assegnerete loro un'occupazione specifica ed apprenderete informazioni dai ciarlieri ministri Liam e Berde.
Non mancherà anche qualche screzio con i controlli (tutto sommato funzionali, per carità, ma col puntatore a schermo si sarebbe giocato in maniera troppo più intuitiva e semplicemente migliore...) e con la mappa (poco leggibile e pasticciata).Eppure proprio quando penserete di avere capito ormai tutto o quasi della natura di Little King's Story, quando la tentazione di liquidarlo come un impasto vagamente insipido di elementi già visti altrove sarà fortissima, a quel punto con un inatteso colpo di coda, l'ultima fatica di Mister Harvest Moon vi lascerà a bocca aperta.
Non con roboanti twist nella surreale trama o con improvvisati cambi di genere, badate bene, ma con lo stupore e la meraviglia che nascono genuini dalle piccole cose. Perché Little King's Story è una sorpresa continua: un videogame costantemente in divenire, pronto ad adattarsi e a cambiare pelle al crescere del vostro regno. Il senso di progressione trasmesso dall'odissea di dominio di Corobo sarà a dir poco sensazionale: col trascorrere delle ore si apriranno una dopo l'altra svariate possibilità di gameplay, per un entusiasmante trionfo di cose da fare e da vedere capace di dare come non mai l'idea di un reame sfaccettato e deliziosamente vostro.