LittleBigPlanet 3: una serie affaticata - review
Sumo Digital fa il minimo indispensabile.
Quando uscì il primo LittleBigPlanet, i giocatori si trovarono fra le mani un platform mediocre (complice una gestione della fisica poco adatta alle dinamiche platform) affiancato da un incredibile editor per la creazione dei livelli, che a conti fatti si è trasformato nell'elemento fondamentale del titolo sviluppato da MediaMolecule.
Con il secondo episodio, la componente platform zoppicante era ancora lì, ma gli sviluppatori erano riusciti ad approfondire ulteriormente l'esperienza creativa, offrendo al giocatore una piattaforma con cui realizzare non solo semplici livelli a scorrimento, ma anche giochi appartenenti a generi completamente diversi, a patto di usare un po' di sana inventiva.
Certo, l'editor di LittleBigPlanet non è mai stato troppo accessibile. Pur potendo contare su una vasta gamma di comandi e scorciatoie appositamente studiati dagli sviluppatori per abbassare la soglia d'accesso, infatti, l'editor richiedeva una buona dose di pazienza e tanto, tantissimo tempo libero.
Nel corso degli anni (ne sono passati parecchi), la community di LittleBigPlanet si è rivelata particolarmente attiva, e caratterizzata da una fantasia senza pari. Andando a spulciare l'interminabile lista di livelli condivisi dagli utenti, infatti, ci si può imbattere in vere e proprie perle, che possono essere giocare liberamente, a patto di possedere una copia di LittleBigPlanet 2.
Con l'uscita della PlayStation 4, Sony ha deciso di dare il titolo in mano a Sumo Digital per farlo approdare sulla sua nuova console, possibilmente con qualche novità degna di nota e in grado di riaccendere la passione dei fan. Il risultato finale, però, non è esattamente quello che gli appassionati si sarebbero aspettati, perché gran parte delle novità introdotte da Sumo Digital sono, almeno per il momento, fin troppo marginali. La caratteristica inedita di LittleBigPlanet 3 è la possibilità di usare, oltre all'immancabile Sackboy, altri tre personaggi, ognuno caratterizzato da abilità ben precise.
Da una parte abbiamo Toggle, personaggio grosso e goffo, che con la semplice pressione di un tasto può diventare piccolissimo, riuscendo così a infilarsi in passaggi normalmente troppo stretti per essere esplorati e, di conseguenza, aprendo una strada completamente nuova sul fronte del design dei livelli.
Il secondo personaggio inedito è Swoop, un uccello che, in quanto tale, è in grado di volare, dettaglio che potrebbe sembrare leggermente fuori parametro nel mondo dei platform. In effetti, il volo rende Swoop un personaggio difficile da inserire all'interno delle dinamiche di LittleBigPlanet, ma nelle sezioni che lo riguardano è comunque possibile divertirsi grazie a un buon lavoro di design nella creazione di puzzle specifici.
Terza e ultima new entry del gruppo dei protagonisti è il tenero cane (?) Oddsock, capace di effettuare balzi molto più alti rispetto al resto del cast e, soprattutto, di sfruttare i muri per spiccare un balzo ulteriore, abilità che gli permette di raggiungere zone normalmente inaccessibili.
La presenza di questi personaggi è servita al team per creare una serie di puzzle completamente nuovi, ma in sostanza il materiale inedito rispetto al passato non è moltissimo, e in più di un'occasione sembra di trovarsi di fronte a un lavoro approssimativo, fatto solo per dare agli utenti nuovi strumenti con cui divertirsi nell'editor.
Per assurdo, ha un impatto molto più grande sul gameplay l'introduzione della profondità, in alcune sezioni di gioco. Non stiamo parlando del semplice cambio di piano a cui ci avevano già abituato i capitoli precedenti, ma a intere parti di livello in cui i personaggi si spostano in profondità.
Questo dettaglio rende l'avventura principale più varia e divertente, permettendo di apprezzare il gioco non solo per il proprio editor, ma anche per la modalità creata appositamente dai programmatori. Peccato, però, che tutto questo sia stato implementato in modo davvero troppo marginale all'interno del progetto. Sia i nuovi personaggi che la profondità, infatti, vengono usati pochissimo durante la breve avventura principale. Un vero peccato, visto il loro potenziale.
Fortunatamente, in tal senso interviene la community, che come aveva già fatto in passato, rappresenterà probabilmente l'ancora di salvezza della serie. Là dove gli sviluppatori si sono dimostrati poco creativi e a tratti pigri, infatti, interverranno utenti dalla spiccata creatività, per creare livelli e sfide in grado di valorizzare al massimo i nuovi elementi del gioco.
L'editor, come sempre, è piuttosto complesso, complice l'enorme quantità di possibilità che è in grado di offrire. Non basteranno di certo i piccoli tutorial (qui impostati come delle vere e proprie sfide) ad aiutare gli utenti meno smanettoni a sfruttare al meglio questo potente strumento.
Fortunatamente, però, ogni utente può usufruire delle creazioni della community, provandole, votandole, inserendole tra i preferiti o recensendole. E, credeteci, la quantità di progetti eccezionali è davvero altissima.
LittleBigPlanet, quindi, è ancora il vecchio gioco dalle profonde radici social che abbiamo imparato ad apprezzare in passato, ma senza quella ventata di novità che tutti ci saremmo aspettati. Dal punto di vista tecnico il salto dalla PS3 alla PS4 non ha portato chissà quali miglioramenti. Tante texture dettagliate, grande fluidità, ma l'impatto generale non ha tratto particolare giovamento dal nuovo hardware.
Se siete sempre stati amanti della serie, in sostanza, potrete ancora una volta dare fiducia a LittleBigPlanet, anche se il passaggio da MediaMolecule a Sumo Digital si fa sentire, soprattutto sul fronte della creatività. Probabilmente, da qui a qualche mese, scopriremo che l'attivissima community ha prodotto cose incredibili con l'editor del gioco, ma al momento, pur potendo contare su tutti i vecchi livelli dei precedenti episodi, LittleBigPlanet 3 è semplicemente un buon titolo con qualche carenza.