Live A Live, la Recensione
Le epoche si susseguono nel remake di un grande classico.
Studiamo la storia per conoscere il nostro passato, trarne insegnamento e non ripetere più gli errori dei secoli oscuri, funestati da guerre, dissapori e brame di potere. E oggi siamo di fronte a un titolo che, pur non avendo la pretesa di essere storicamente accurato, trova il suo valore reinventando in chiave fantasy le vicende del genere umano.
Cosa accomuna otto epoche diametralmente diverse tra loro? Cosa c’è di universale a permeare il corso degli eventi? Live A Live, remake dell’omonimo titolo di Square Enix uscito originariamente nel 1994 su Super Nintendo, ci regala una sua personale risposta a queste domande in un articolato puzzle di storie e personaggi.
Dal Giappone Edo ai giorni d’Oggi, dalla Preistoria al futuro prossimo, fino ad arrivare alla Cina imperiale e al lontano futuro, terminando col Selvaggio West e con l’immancabile Medioevo. In ogni epoca troveremo un diverso personaggio come protagonista ma anche delle meccaniche e uno storytelling che è (quasi) sempre diverso tra un capitolo e l’altro.
Nella Preistoria l’obiettivo è sopravvivere, quindi Pogo, il nostro alter ego cavernicolo, dovrà procacciarsi cibo e strumenti utili per il proprio sostentamento affidandosi al suo olfatto. Così facendo Pogo riesce a individuare nell’overworld tracce di passaggio di animali da cacciare e oggetti nascosti. La chicca di questo capitolo risiede in uno storytelling che, per restituire al meglio le atmosfere dei tempi preistorici, è totalmente muto: i personaggi si esprimono con versi, gesti e immagini.
Sundown the Kid, pistolero errante che si avventura nel Selvaggio West, si troverà invece a collaborare con gli abitanti di una desolata cittadina per respingere una banda di fuorilegge. Oltre a un sistema di combattimento che simula alla perfezione i duelli con armi a lunga gittata, la peculiarità di questo capitolo risiede in un momento di preparazione dell’imboscata contro i nemici, attività che richiederà il coinvolgimento dell’intera città.
Shifu Cuore di terra è un Maestro di Kung Fu nella Cina Imperiale che, per respingere una minaccia, addestra tre allievi che desiderano apprendere i suoi segreti. In questo capitolo sarà il Maestro a combattere contro i suoi pupilli i quali, perdendo contro di lui, accumuleranno punti esperienza. Chi sarà il prescelto tra i tre?
Il Giappone Edo, invece, ci porta dallo shinobi Oboromaru, infiltrato in un castello nemico con lo scopo di eliminare il dispotico sovrano. Questo capitolo, particolarmente ricco di passaggi segreti e tranelli, può essere completato sfidando gli scagnozzi che ci bloccheranno il cammino oppure in modalità stealth, grazie alla capacità di Oboromaru di utilizzare delle tecniche ninja che lo rendono invisibile.
Nel Presente facciamo la conoscenza del combattente Tasaru Takahara, alle prese con un torneo al quale partecipano i più forti sfidanti provenienti da tutto il mondo. Tasaru, al contrario degli altri personaggi giocabili, apprenderà le mosse non salendo di livello, bensì subendo gli attacchi avversari. Dopo ogni colpo, il lottatore memorizzerà le tecniche dei nemici e potrà utilizzarle a proprio piacimento.
Al domani sono dedicati due capitoli, iniziando dal Futuro Prossimo, una realtà in cui robot ed esseri umani coesistono, in cui controlleremo il teppista Akira, un ragazzo con dei poteri psichici fuori dal comune. Grazie alle sue capacità Akira può leggere nel pensiero di chi gli sta attorno, un interessante risvolto sia a livello narrativo che strategico.
Successivamente ci spostiamo nel Lontano Futuro, dove Cubo, un androide al servizio dell’equipaggio della nave spaziale Cogito Ergo Sum, si ritrova a fronteggiare un’emergenza imprevista. In questa sezione del gioco sottolinea il senso di desolazione di chi è in pericolo nello spazio sterminato, senza possibilità di ricevere aiuti.
Infine, così come nella versione per Super Nintendo, è possibile sbloccare una ottava e ultima storia ambientata nel Medioevo completando tutti i capitoli che compongono il gioco. In questo caso accompagneremo Oersted in un’avventura ricca di colpi di scena dai finali multipli.
Grazie a questa versione per Nintendo Switch Live A Live approda per la prima volta in Occidente, corredato da un’ottima localizzazione e da un doppiaggio integrale in inglese e in giapponese. Come abbiamo sottolineato nella nostra anteprima di Live a Live, dal punto di vista artistico è ineccepibile: la splendida grafica 2D HD che già abbiamo potuto vedere nella recensione di Octopath Traveler si sposa perfettamente con una colonna sonora che soffia nuova vita in un classico intramontabile.
Anche gli effetti sonori e visivi sono curati nei minimi dettagli al fine di donare al giocatore un’esperienza quanto più immersiva nell’epoca del capitolo di riferimento: dalle ombre ai soffi di vento, la resa qualitativa rende pienamente giustizia alla versione del 1994.
L’impianto del gioco, invece, è rimasto proprio come nell’originale. E proprio a causa della fedeltà con cui Live A Live è stato riprodotto, i capitoli hanno una durata non omogenea: alcune avventure sono molto brevi, mentre altre richiedono molte più ore per essere completate.
Questa è, per Live A Live, un’arma a doppio taglio. Se da un lato è un bene per chi cerca un’esperienza di gioco rapida pur senza rinunciare a un JRPG vecchio stampo, i giocatori che preferiscono delle lunghe avventure continuative potrebbero trovare difficile calarsi nei panni di ben 8 personaggi diversi a intermittenza. I protagonisti di ogni capitolo, inoltre, non sempre accumulano punti esperienza: a seconda della storia ci ritroveremo ad accompagnare dei personaggi che hanno un livello fisso che non potremo migliorare oppure altri che avanzeranno di livello.
Il fattore rigiocabilità dipende molto dal capitolo in questione. In molti casi potremo compiere delle scelte durante l’avanzamento dialogico delle storie, che spesso si traducono in diversi rami narrativi o ancora in finali diversi. Tuttavia, una seconda run si limiterebbe a un ending diverso (rigiocando il medesimo livello senza variazioni) oppure a un’esplorazione più approfondita dei livelli più complessi e articolati, magari per raccogliere armi e strumenti nascosti o per completare le side quest al loro interno.
La ricerca di armi più potenti potrebbe comunque risultare superflua, specialmente considerando la difficoltà non troppo elevata del titolo: i combattimenti, complice un battle system a turni intuitivo ma molto semplificato, si riescono a superare anche al primo tentativo, inclusi quelli contro i boss di livello.
Ad innalzare la difficoltà interviene la possibilità di incorrere in un game over, diverso a seconda del capitolo. Oltre al game over da KO in battaglia, in alcuni capitoli (come il Giappone Edo o il Futuro) basta un errore ingenuo per perdere la partita: una trappola letale, un nemico inaspettatamente troppo forte o una cattura ci costringono a ricaricare i salvataggi precedenti, procedimento che alla lunga rischia di rivelarsi tedioso.
Quel che bisogna tenere a mente è che Live A Live è figlio del suo tempo e che la versione per Nintendo Switch ripropone fedelmente l’originale in una veste estetica impeccabile. Ma c’è un motivo per il quale i giocatori della vecchia guardia reputano Live A Live un gioiellino: ci ricorda continuamente come il conflitto abbia permeato la storia sin dagli albori dell'uomo, scatenando guerre e dissapori. Il conflitto, però, è anche un’opportunità per crescere, comprendendo meglio i propri limiti e conoscendo più a fondo i propri compagni di avventure, stringendo amicizie e collaborando con chi condivide la nostra stessa visione.
Anche grazie alle sue finezze lessicali, Live A Live sottolinea come, a prescindere da boss e mostri, il vero nemico da combattere con tutte le nostre forze sia l’odio, tanto tramite i nostri sforzi individuali quanto con le imprese collettive. Per questi motivi, Live a Live è un’esperienza di gioco che ogni amante dei JRPG non può assolutamente perdere, per (ri)scoprire che la bellezza di un viaggio a spasso tra le epoche.