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Lo strano caso dei film basati sui videogiochi - editoriale

Un rapporto con tante difficoltà.

Era il 1993 quando Bob Hoskins e John Leguizamo interpretarono sul grande schermo i fratelli Mario: Mario e Luigi. Fra scagnozzi metallari, pessime acconciature ed effetti speciali subordinati a un budget di 48 milioni di dollari non ne uscì nulla di buono e, ancora oggi, viene ricordato come un film terribile; chiunque osi dire il contrario mente o è complice. Venticinque anni dopo Nintendo ha ufficializzato che Super Mario tornerà sul maxi schermo, ma lo farà in un modo più consono: come film d'animazione e in collaborazione con gli autori di Cattivissimo Me, Illumination Entertainment.

La casa di Kyoto aveva già fatto sapere la sua intenzione di proporre il suo principale personaggio al cinema al fine di tentare altre strade di profitto. E sfido chiunque abbia giocato a Super Mario 3D World o Super Mario Odyssey e abbia visto la beltà di un Super Mario in alta definizione non pensare quanto possa essere meraviglioso un Super Mario sul grande schermo del cinema.

Possiamo soltanto fingere che non sia mai esistito, ma non possiamo dimenticare.

Non che le belle basi e le potenziali idee delle trasposizioni videoludiche abbiano mai avuto davvero un bel rapporto con il cinema; anzi, spesso è stato semplicemente terribile.

Il videogioco è un medium molto speciale: riesce, nei suoi momenti migliori, a unire sapientemente immagini, testo e interattività creando esperienze ed emozioni che è molto difficile trasferire quando la stessa opera viene offerta come libro o come film. I casi in cui ciò si è tristemente avverato, ossia dove il tentativo di portare i personaggi dei videogiochi al cinema è miseramente fallito tanto al botteghino quanto nella mente degli spettatori, abbondano.

Doom è stato uno dei migliori giochi dello scorso anno: divertente, frenetico, accattivante. Quando venne presentato come film, con tanto di Dwayne "The Rock" Johnson fra gli attori protagonisti, fu un totale fiasco: Johnson venne candidato nella categoria "peggior attore" ai Razzie Awards 2005; al botteghino la pellicola incassò 55 milioni di dollari, ma per la produzione ne furono spesi 60 milioni circa; la critica sputò su ogni elemento del film, soprattutto le scene d'azione.

Unico momento in cui lo spettatore-videogiocatore riuscì a essere colpito fu una breve sequenza girata come se fosse uno sparatutto in prima persona: apprezzabile il tentativo, ma troppo poco diventare memorabile.

Prima di addentrarsi nella giungla di Jumanji, Dwayne Johnson è stato anche fra i principali attori di Doom.

Quando si scrive di pessime pellicole cinematografiche riprese dai videogiochi, l'articolo non sarebbe completo se non venisse citato lui: Uwe Boll. Il regista tedesco ha spesso tentato di portare al cinema varie serie (fra cui Alone in the Dark, Postal e Far Cry) e ogni volta è andata male. E non semplicemente male, ma davvero male.

Il primo Alone in the Dark (sì, c'è stato anche un seguito) incassò metà del budget di produzione (stimato in circa 20 milioni di dollari) ed è fra i film peggiori secondo il "tomatometer" di Rotten Tomatos con un fantasmagorico 1%.

Postal, a oggi, ha una percentuale del 7% di pareri positivi. Quando Boll sfruttò la piattaforma Kickstarter per provare a finanziare un seguito che fosse prodotto direttamente per il mercato home video, non ci riuscì: non raggiunse il traguardo minimo accumulando meno di 30 mila dollari, mentre ne erano necessari non meno di 500 mila. L'irrefrenabile passione di Boll per i videogiochi al cinema uccise anche Far Cry, nel 2008, bombardato di pareri negativi dalla critica.

Il regista tedesco Uwe Boll ha provato più volte a portare con successo i videogiochi al cinema. Far Cry, nel 2008, fu l'ennesimo fiasco.

Passando a produzioni più recenti, i casi negativi sono parecchi. Pixels, prodotto e interpretato da Adam Sandler al cinema nel 2015, è semplicemente brutto ed è stato anche un fiasco a livello commerciale. Warcraft, dietro cui ci sono Universal Pictures e Blizzard Entertainment stessa, non è riuscito a incassare abbastanza (si è avvicinato a 435 milioni di dollari) per pareggiare i costi nonostante sia, a oggi, il film basato sui videogiochi che ha incassato di più al mondo; le recensioni lo hanno bastonato a causa di una trasposizione fiacca.

Potremmo andare avanti ancora e citare casi come Assassin's Creed (2016) con Michael Fassbender, Street Fighter (1994) con Jean Claude Van Damme, Mortal Kombat (1995), Max Payne (2008) o il film di Tekken (2010): tutti recensiti in modo terribile e con incassi altalenanti, ma improntati verso il basso. Anche i film d'animazione non includono casi eccellenti: Ratchet e Clank (2016) è stato un fiasco sotto vari punti di vista e Angry Birds (2016) venne salvato da un ottimo risultato al botteghino.

Qualcosa, comunque, si salva. Rispetto alla media dei film basati sui videogiochi Prince of Persia: Le sabbie del tempo con Jake Gyllenhall riuscì a salvarsi ed è fra i film di questo tipo che ha incassato di più al botteghino (336 milioni di dollari), pur rimanendo lontano dall'essere un bel film.

I videogiochi hanno avuto vita migliore in casi in cui erano protagonisti, ma i volti noti erano semplicemente comparse: Ralph Spaccatutto (dove appaiono Super Mario, personaggi di Street Fighter, Sonic, Q*Bert, Frogger e altri ancora) ha incassato 471 milioni di dollari ed è stato accolto molto bene dalla critica. Di fatto, però, è un film sui videogiochi (e non ripreso da uno specifico videogioco) la cui storia e il cui protagonista sono stati pensati specificamente per questa opera.

Tanti personaggi videoludici appaiono in Ralph Spaccatutto, ma il suo successo deriva dal fatto di essere stata un'opera pensata principalmente per il cinema.

E non dimentichiamo che stiamo ancora aspettando trasposizioni tanto chiacchierate, come quelle di BioShock, Uncharted e Metal Gear, il cui intento di proporle ogni tanto risalta fuori.

Il formato televisivo potrebbe sposarsi meglio con i videogiochi. La serie animata di Castlevania su Netflix è stata rinnovata per una seconda stagione e siamo certamente curiosi di vedere cosa ne uscirà dal binomio serie TV e The Witcher, sebbene in questo caso il riferimento siano i romanzi di Sapkowski anziché i videogiochi firmati da CD Projekt.

Riuscirà Super Mario a evadere da questa storica ghigliottina che decapita la maggior parte delle produzioni videoludiche che decidono di passare al grande schermo? Nintendo è spesso riuscita dove altri avevano fallito. Chissà se ce la farà anche questa volta.

Avatar di Massimiliano Di Marco
Massimiliano Di Marco: Aspetta la pensione per recuperare la libreria di giochi di Steam. Critica qualsiasi cosa si muova, soprattutto se videoludica, e gode alla vista di Super Mario e Batman.

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