Lord of Ultima
Travian in salsa British.
Per quanto riguarda la disposizione delle vostre “fabbriche”, ci troviamo di fronte a forse l'unico vero balzo in avanti rispetto al mentore: mettere ad esempio una fattoria a fianco di un laghetto ne incrementerà la produttività, così come piazzare una cava lontana chilometri dal luogo di estrazione non aiuterà di certo la vostra crescita nel lungo periodo. Come però ribadito in apertura, se siete dei giocatori di Travian i déjà vu, soprattutto nelle prime fasi, si sprecheranno, aggravati da una velocità di risposta dei comandi che non rende giustizia alla tipologia di gioco a cui Lord of Ultima appartiene.
A essere sinceri esistono comunque alcune piccole innovazioni che perlomeno permettono di non essere accusati direttamente di plagio: una fra queste riguarda le quest, ovvero degli obiettivi dinamici che, regalando dei premi al loro compimento, incentivano e guidano il giocatore attraverso la sua crescita. In soldoni in questo caso si tratta di un discreto tentativo di spezzare la monotonia che questa tipologia di giochi solitamente porta in grembo, penalizzato però dalla piattezza della realizzazione.
Diretta derivazione del mondo fantasy a cui il titolo EA (in teoria) appartiene è inoltre la presenza di alcuni dungeon, nient'altro che una serie di villaggi guidati dall'intelligenza artificiale, i quali se saccheggiati saranno in grado di donare dei bonus ai vostri possedimenti. Infine, a gran chiusura e giusto per “strapparci i capelli”, è doveroso ricordare la presenza di alcuni oggetti “magici”, che se utilizzati oculatamente sono in grado di donare dei boost alle vostre produzioni o particolari bonus ai vostri eserciti.
A conti fatti, se avete avuto modo di leggere fra le righe, potete comprendere che nel mucchio tutte queste aggiunte non spostano di molto il peso del giudizio complessivo, ma anzi, pur dando vita a un prodotto nel complesso funzionante, non introducono niente di innovativo ma a tratti peggiorano quanto già esistente sul mercato.
Un altro aspetto che mi sento in dovere di segnalare è infine il marcato squilibrio fra chi decide unicamente di utilizzare il proprio tempo come moneta sonante per progredire nel gioco e chi invece opta per farsi aiutare dal portafoglio; considerando che gli upgrade possibili sono innumerevoli e illimitati, il rischio è che nel breve periodo il bilanciamento del gioco si sposti velocemente verso le tasche imbottite. Speriamo onestamente che EA risolva presto questo aspetto e ponga rimedio a una situazione potenzialmente devastante se non vuole veder chiudere anzitempo i battenti di questo suo browser game.
Alla resa dei conti è pertanto doloroso penalizzare un titolo che, sebbene non faccia altro che scopiazzare in maniera neanche troppo velata altri titoli presenti sul web, porta in seno un’eredità tanto importante. Il sospetto però di trovarsi di fronte a una mera operazione di sfruttamento di un brand fino all’osso, invece che a un prodotto che viva al di là del suo nome, è quanto mai presente.
Rimandato.