Lords of the Fallen attacca Dark Souls - prova
Un'esperienza solida e convincente.
Con quella faccetta un po' alla Dark Souls, Lords of the Fallen, opera dell'ex CD Projekt RED Tomek Gop, è pronto a mostrarci di che pasta è fatto. Ormai il tempo prima dell'uscita, prevista entro l'anno, non è più così tanto e ci prepariamo dunque a incontrare un codice non troppo lontano da quello definitivo.
Il titolo è promettente, al di là della chiacchierata similitudine con la serie di From Software, tra l'altro criticata proprio da Gop, con uno stuzzicante motore grafico creato per l'occasione e un gameplay che sembra in grado di convincere una buona fetta di pubblico. Vediamo insieme se le nostre precedenti buone impressioni sono confermate.
Ci avviciniamo alle postazioni di prova e la prima cosa che salta all'occhio è come la versione PS4 risalti sulle altre. Il livello tecnico raggiunto sull'ammiraglia Sony colpisce anche se confrontato con l'edizione PC, facendo sospettare che alle spalle ci sia un lavoro d'ottimizzazione ancora parziale, visto che le differenze sembrano a livello di anti-aliasing e fluidità dell'azione di gioco.
Dopo il colpo d'occhio tecnico, però, sono le scelte stilistiche conquistare le luci della ribalta, con una direzione artistica decisamente vicina a quella della serie di Dark Souls, che sarà più o meno sempre il metro di paragone per Lords of the Fallen, volenti o nolenti. Non si può infatti fare a meno di pensare all'opera dei From Software giocando al titolo CI Games, e non stupisce che spesso le due produzioni siano state affiancate, soprattutto per le oggettive somiglianze in praticamente ogni aspetto.
"Il motore grafico sarà anche nuovo ma animazioni e movimenti dei personaggi ricordano quelli del capolavoro di From Software"
Il motore grafico sarà anche nuovo ma animazioni e movimenti dei personaggi ricordano per inerzia e peso quelli del capolavoro di From Software, contribuendo alla sensazione di stare giocando una specie di spin-off. Quando arrivano i primi nemici, poi, anche il sistema di combattimento dice la sua per rinforzare le nostre impressioni, con un forte accento sulla capriola per schivare, l'utilizzo obbligatorio delle varie pozioni e nemici capaci di togliere buona parte della vita con un solo colpo.
Prima ci scontriamo contro un paio di mostri di basso rango, facili da sistemare con un sapiente miscuglio di colpi di spada e poteri magici. Il nostro protagonista spara davanti a sé una palla di fuoco che da sola fa il grosso del lavoro, pur consumando ingenti quantità di energia magica e lasciando scoperta la guardia per qualche secondo.
Dopo aver avuto ragione della solita carne da macello, entra in campo un nemico corazzato che si difende con uno scudo, complicato da aggirare negli angusti corridoi che fanno da teatro per la tenzone. Così decidiamo di arretrare fino ad un cortiletto interno per avere più margine di manovra, e vediamo con piacere che il suo ingente peso fa crollare la protezione in legno di un pozzo, aprendo una voragine sul terreno. L'idea è di farcelo cadere dentro ma non facciamo in tempo a pensarla che già il bestione sta precipitando verso gli abissi, a dimostrazione di un'intelligenza artificiale che necessita di qualche limatina.
"Basta distrarsi un attimo e ci si ritrova alla schermata del game over, costretti a ricominciare dall'ultimo check point"
Ripreso il cammino, e bevute un paio di pozioni perché comunque lo scontro è stato capace di metterci alla prova, veniamo assaliti da dei ragnoni giganti e altri nemici umanoidi in rapida successione, quasi senza che il software ci lasci il tempo per riprendere fiato. Anche qui torna dunque l'approccio a là Dark Souls, un'esperienza intransigente col giocatore che vuole mantenere sempre alto il livello dell'attenzione e, perché no, anche quello della tensione.
Basta distrarsi un attimo e ci si ritrova alla schermata del game over, costretti a ricominciare dall'ultimo check point, e allora si prova a rimaneggiare l'inventario per trovare una combinazione di armature ed armi più felice per l'occasione. Purtroppo la nostra prova non ci ha permesso di indagare più di tanto nelle opzioni di personalizzazione ma l'impressione è che gli oggetti non manchino, sia sul fronte del vestiario che su quello delle varie risorse utili.
Saranno stati gli stretti corridoi del maniero esplorato, ma se c'è un aspetto del titolo che certo avrà bisogno di maggiore attenzione da parte degli sviluppatori, questo è il sistema di telecamere. Non basta agganciare un nemico per essere sicuri di non perderlo mai di vista, spesso ci si ritrova a indietreggiare verso terreni sconosciuti o a menare fendenti all'aria con poche certezze riguardo alla posizione degli avversari.
Lasciamo la saletta di Bandai Namco con una piacevole sensazione, visto che Lords of the Fallen è apparso divertente e stuzzicante grazie al suo livello di difficoltà. Certo, i paragoni con la serie Souls sono proprio dietro l'angolo ma non è detto che questo sia per forza un male, anzi. Ottima la direzione artistica e solido il gameplay, anche se non manca la necessità di sistemare qualche dettaglio come telecamere ed intelligenza artificiale. Del resto, da qui all'uscita prevista per la fine dell'anno, il tempo non manca.