Lost Ark Recensione: Una spedizione di spezie pregiate
Dall'Oriente arriva un nuovo MMO che prova a conquistare il trono.
A 3 anni dal suo debutto sul mercato asiatico e russo, Lost Ark arriva finalmente sugli schermi di milioni di giocatori in attesa trepidante per un nuovo MMORPG in cui perdersi nuovamente.
Il desiderio di qualcosa di nuovo ed eccitante si poteva già percepire quando New World ha cercato di spodestare dal conteso trono degli MMO colossi come World of Warcraft e Final Fantasy 14, fallendo però sulla distanza per via di grossi problemi strutturali e di una mancanza di vera profondità.
Per colpa anche di una campagna di hype incredibilmente gonfiata da influencer e content creator, New World è caduto presto nel dimenticatoio, sebbene avesse potenziale da vendere. Ora ci prova Lost Ark e, per quanto abbiamo potuto constatare, i pugni sferrati da questo titolo coreano sembrano colpire davvero tutti i punti di pressione giusti.
Lost Ark è un MMO misto action RPG con visuale isometrica. Un primo sguardo distratto lo potrebbe mettere sullo stesso piano dei blasonati Diablo e Path of Exile, ma questi due colossi sono lontani anni luce; nessuna fontana di loot dopo ogni uccisione, nessun grind ripetitivo sulla stessa mappa alla ricerca di un pezzo di loot, nessuna speed run contro orde infinite di mostri per ore ed ore.
Lost Ark ci mette nei panni di un avventuriero alla ricerca dei sette frammenti di un artefatto leggendario, l'Arca Perduta (da cui il titolo), conteso da Angeli e Demoni nella più classica delle ambientazioni fantasy, con i comuni mortali sempre nel mezzo, spesso a pagarne le conseguenze. Sebbene non ci sia nulla di nuovo sotto il sole la storia è comunque piacevole, con numerose cinematiche realizzate con il motore del gioco.
La scelta iniziale del nostro personaggio è davvero innovativa. Ognuna delle classi a disposizione al lancio si presenta con un video introduttivo, fornendoci un'anteprima del tipo di gameplay che la contraddistingue.
Non solo: una volta personalizzato il nostro eroe tramite una dettagliata e minuziosa interfaccia, avremo la possibilità di provare in anteprima ciascuna delle sotto classi legate alla nostra decisione iniziale in una specie di simulazione virtuale, permettendoci di effettuare una scelta accurata dello stile di combattimento che andremo ad usare.
A nostra disposizione abbiamo il Guerriero, che comprende le sotto classi Berserker, Gunlancer e Paladin (solo per personaggi di sesso maschile); il Martial Artist, che comprende Wardancer, Scrapper e Soulfist (per personaggi di sesso femminile) e Striker (per chi volesse un personaggio di sesso maschile).
C'è poi il Mage, che included Bard e Sorceress (entrambe per personaggi femminili), Gunner, che include Artillerist, Deadeye e Sharpshooter (maschile), Gunslinger (femminile) ed infinie Assassin, con le sottoclassi Shadowhunter e Deathblade (entrambe per persongaggi di sesso femminile), per un totale di 15 classi diverse da provare e sperimentare.
Le restrizioni sulle varie classi secondarie verranno rimosse col tempo, permettendo a chiunque di creare un personaggio secondo i propri gusti, con altre classi in lavorazione per la versione per il mercato occidentale, già presenti nella versione coreana.
La nostra scelta è caduta sullo Striker, un mix di Ryu di Street Fighter, Law di Tekken e la violenza inaudita di Liu Kang di Mortal Kombat, in un tripudio di esplosioni e colpi devastanti che aggiungono una spruzzata di Ken il Guerriero, che non guasta mai.
Il combattimento è frenetico, appagante sia visivamente, sia per quanto riguarda il sonoro; ogni pugno, calcio o attacco speciale è curato nel minimo dettaglio con animazioni davvero egregie, specialmente considerando che Lost Ark si poggia sulle fondamenta dell'Unreal Engine 3, un motore che sembra ancora voler dire la sua.
I controlli sono assai intuitivi, con la possibilità non solo di personalizzare il setup del mouse ma anche della tastiera: QWER e ASDF controllano tutte le nostre combo e mosse speciali, mentre i tasti numerici sono assegnati a consumabili, cavalcature e altre abilità secondarie. L'attacco base, assegnato al tasto destro del mouse, è disgiunto dal movimento, che usa il tasto sinistro. Un settaggio questo a cui ci si deve abituare ma nulla di completamente alieno.
Inoltre è possibile collegare il nostro pad di fiducia e giocare con il controller, che se da un lato agevola il movimento, dall'altro complica un po' l'utilizzo delle varie mosse in maniera fluida, in quanto trigger e bumper di sinistra devono essere premuti in combinazioni con i quattro bottoni di base del pad per coprire tutte e otto le abilità, e spesso la confusione regna sovrana. Di certo però risulta più agevole a chi è cresciuto con il pad in mano.
Se i menu di Path of Exile e i suoi innumerevoli sottosistemi vi hanno sempre creato attacchi di panico, Lost Ark potrebbe riportare alla luce quei momenti. La quantità di voci, opzioni, sistemi e interfacce in Lost Ark è davvero notevole ed è necessario un po' di tempo per assimilare il carico di informazioni con cui il gioco ci bombarda costantemente.
La scheda del personaggio e il nostro inventario seguono un modello classico, senza costringerci a giocare a Tetris con le varie armi ed armature che andremo a raccogliere; l'inventario, in particolare, ha un'interfaccia davvero pulita, con diverse tab dedicate a materiali raccolti, valute, oggetti per le quest e la possibilità di smantellare loot non voluto senza dover visitare NPC. Tutto è davvero in ordine, facile da consultare e chiaro.
Per quanto riguarda la progressione del nostro personaggio, ogni volta che passiamo di livello otteniamo 5 punti da spendere per potenziare le nostre abilità: ogni livello costa più punti del precedente e, spendendone un certo ammontare, possiamo sbloccare effetti passivi aggiuntivi per ciascuna di esse, come ad esempio la riduzione dei cooldown o effetti ad area potenziati.
Ma non è tutto: parallelamente alla nostra barra di esperienza abbiamo una seconda barra, Roster, che viene riempita grazie al completamento di quest secondarie, achievement e tesori sparsi per il mondo. Ogni livello acquisito in questa sezione applica un bonus passivo alle statistiche primarie e secondarie non solo per il nostro personaggio principale ma anche per ciascuno dei nostri altri personaggi all'interno del server scelto come casa, facilitando di conseguenza la creazione e la progressione per chi ama avere più di un eroe da giocare.
Si tratta di un legacy system visto solo una volta nell'MMO Star Wars The Old Republic, che espandeva questo concetto ancora di più con un albero genealogico che collegava tutti i nostri personaggi.
Per quanto riguarda l'aspetto sociale di Lost Ark, è possibile completare quest e dungeon in solitaria o in gruppo ed è veramente piacevole vedere altri giocatori correre per la mappa completando missioni e uccidendo world boss in un tripudio di esplosioni e colpi mortali. I server usano un sistema di layering (fino a 50 diversi canali) che permettono di avere server pieni (e talvolta stracolmi) senza generare lag eccessivo per via di troppi utenti ammassati nelle stesse aree.
Il respawn dei mostri e dei nodi di materiali da farmare per le varie professioni è assai rapido, eliminando quindi la necessità di altri giochi simili di aspettare il nostro turno in coda per dare qualche colpo d'accetta ad un albero. Parlando di materiali, il crafting è gestito da NPC sparsi per le varie città, a cui porteremo le risorse raccolte nel nostro tempo libero per ottenere oggetti di vario tipo.
È interessante notare come le sessioni di raccolta non saranno mai infinite, per via della presenza di una barra di energia che si svuota man mano che abbattiamo alberi o peschiamo e che si rigenera ogni 10 minuti di un certo ammontare o tramite pozioni ristorative. Una meccanica questa che sa di gioco mobile ma che forse è stata implementata per bloccare la piaga del bot farming in WoW, capace di rovinare completamente l'economia interna.
Le gilde tornano in primo piano con la possibilità di ogni membro di contribuire al suo sviluppo con donazioni giornaliere per completare progetti comuni, come per esempio la creazione di negozi di gilda, o semplicemente aumentare il numero massimo di membri possibili. Opzione questa che rende davvero unica l'esperienza comune di un gruppo di avventurieri.
Ogni giocatore inoltre può sbloccare la propria fortezza, un sistema di player housing che in tanti vorrebbero applicato a World of Warcraft. La fortezza in Lost Ark non è puramente decorativa ma racchiude funzionalità fondamentali specialmente per l'end game, con venditori di vari tipi e professioni in grado di procurarci e creare oggetti utili. Tramite la fortezza inoltre potremo inviare una flotta di navi, con un equipaggio arruolato da noi stessi, per compiere missioni di vario tipo.
Lost Ark è graficamente appagante. Ogni locazione è ricca di dettagli e splendida da osservare. I dungeon sono incredibili, con alcuni momenti mozzafiato e battaglie contro boss enormi che sono complesse ma mai impossibili. I nemici hanno una varietà notevole e raramente vengono riciclati da zona a zona. Il mondo è enorme, tutto da esplorare, con dungeon segreti da scovare e collezionabili sparsi nelle parti più nascoste di ogni mappa, fornendo qualcosa da fare per ogni tipo di giocatore.
L'unica nota stonata relativa al sonoro, che vanta effetti e musiche davvero ben fatte, riguarda il doppiaggio, che a volte sembra forzato e caricaturale, con voci spesso non adatte al personaggio associato.
Lost Ark è sempre stato trasparente sul suo ethos, sul suo gameplay e sul suo modello di business, senza mai nascondere dettagli od offuscare il nostro sguardo con pratiche discutibili, con uno store che prevede una pletora di opzioni cosmetiche da comprare ma che, per la maggior parte, non influiscono minimamente sul gameplay.
Un oggetto in particolare, la Crystalline Aura, vuole essere una specie di sottoscrizione mensile che fornisce benefici e agevolazioni, ma non è nulla di necessario. Il titolo è estremamente godibile anche senza spendere un centesimo, e i giocatori ne sono grati.
Ed è forse questo il motivo per cui un esercito di eroi ha atteso questo titolo come se fosse il nuovo messia in grado di salvare un genere che, per svariati motivi, ha subito un calo di interesse costante nel corso degli anni.
Perché sebbene succitati i capisaldi siano ancora sulla cresta dell'onda, con sottoscrizioni attive da fare impallidire tutt'ora altri giochi, il genere degli MMO ha visto un declino costante e talvolta inesorabile. E forse, questo nuovo messia doveva arrivare dall'Oriente come una spedizione di spezie pregiate.