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Lost Dimension - recensione

Idee interessanti in un contesto banale.

Il panorama dei videogiochi giapponesi è ancora in grado di offrire esperienze interessanti e diverse dal solito, nonostante l'aria di crisi creativa che si respira da qualche anno a questa parte. Il mondo delle visual novel e dei gdr, in particolar modo di quelli tattici, regala con regolarità intriganti varianti sul tema, spesso cercando di trovare un punto di incontro con cui catturare l'attenzione del giocatore.

Questo è il caso di Lost Dimension, gdr tattico che cerca di inserire nel classico contesto delle battaglie a turni anche alcuni elementi tipici di visual novel e simulatori di appuntamenti. Un bel giorno, il mondo viene attaccato da un uomo misterioso chiamato The End, che dopo aver seminato morte e distruzione annuncia il proprio terribile scopo: distruggere l'umanità da lì a 13 giorni.

Naturalmente, una squadra di professionisti appositamente addestrati viene inviata sul luogo dalle Nazioni Unite per affrontare la minaccia, solo per ritrovarsi bloccata all'interno di una misteriosa torre, completamente isolata. Ormai ridotti a dei poveri topi in trappola, i membri del team accettano la sfida di The End, che li invita a farsi strada fino all'ultimo piano della struttura per affrontarlo faccia a faccia.

Tutto questo, però, è movimentato da un elemento da non sottovalutare: The End afferma che all'interno del gruppo si nascondono dei traditori. Con un simile tarlo nel cervello, i membri della squadra S.E.A.L.E.D. devono farsi largo tra orde di nemici, facendo affidamento l'uno sull'altro ma conservando sempre la paura di poter essere pugnalati alle spalle in qualsiasi momento.

Approfondendo il rapporto con i vari personaggi si scoprono diverse sfaccettature interessanti, oltre a sbloccare i file di testo relativi al loro passato.

L'idea è intrigante, anche se raccontata in modo approssimativo e con qualche buco qua e là. Considerando che ogni membro del team è dotato di poteri sovrumani molto specifici e di un carattere ben definito, missione dopo missione è naturale sviluppare preferenze verso uno o l'altro personaggio.

La ricerca dei traditori durante l'avventura, inoltre, si rivela fondamentale per via della necessità di sacrificare un membro del gruppo ogni volta che si deve salire di piano, dettaglio che mette il giocatore in una costante situazione di tensione. Una scelta sbagliata, infatti, priverebbe la squadra di un prezioso alleato, aumentando le probabilità di trovarsi in seria difficoltà nelle fasi finali del gioco.

Dopo ogni missione, il protagonista può percepire i pensieri dei membri del gruppo con cui è sceso sul campo di battaglia, isolando quelli negativi o sospetti. A quel punto sta al giocatore capire se tali pensieri fossero legati a fatti accaduti durante la missione, oppure alla natura doppiogiochista del traditore di turno.

Una volta individuate le mele marce, comunque, diventa responsabilità del giocatore convincere gli altri membri del team a votare per i sospettati, attraverso una fitta rete di dialoghi e alcune occasioni che si presentano al termine delle missioni.

Al termine di ogni missione si può migliorare il rapporto con i primi tre personaggi con cui si parla.

In ogni piano, poi, è possibile sfruttare dei punti visione, che permettono di usare i poteri del protagonista per andare ancor più in profondità nel subconscio dei compagni di squadra, in modo da fugare ogni dubbio sulla loro lealtà.

La cosa interessante è che il sistema di generazione dei traditori di Lost Dimension è procedurale, dettaglio che rende ogni partita diversa dalla precedente. Lost Dimension si distingue anche per un sistema di combattimento intrigante e ben studiato, che spinge i giocatori a sperimentare per sfruttare al meglio ogni opzione.

Ogni volta che si effettua un attacco a un singolo bersaglio (non con quelli ad area, quindi), tutti i compagni di squadra a distanza di combattimento si esibiscono in un assist che va a incrementare i danni nel turno. Gli assist, tuttavia, sono garantiti solo dai personaggi con cui si ha un buon rapporto.

Per migliorare il legame affettivo con i membri del team è necessario parlarci spesso, portarli frequentemente in battaglia e, una volta lì, supportarli, collaborare con loro e, in generale, fare gioco di squadra.

Alcuni membri del team sono letali a distanza ravvicinata, ma sono particolarmente vulnerabili ai colpi di arma da fuoco.

Ogni personaggio del gioco è tratteggiato in modo intrigante, non solo dal punto di vista del carattere, ma anche dell'abilità e del potere a disposizione. Mentre alcuni membri del team sono letali in battaglia, altri sono perfetti per garantire supporto, preziosi buff o, perché no, per esplorare le mappe in cerca di tesori o interruttori da attivare.

Ogni volta che si usa un potere, naturalmente, si consuma l'equivalente del mana dei gdr tradizionali, l'energia mentale. È poi fondamentale tenere sotto controllo il livello di sanità, che una volta portato a zero manda il personaggio in berserk. In questo stato ogni membro del team diventa devastante, ma non è assolutamente in grado di distinguere gli amici dai nemici.

Lasciando andare un compagno in berserk si perdono punti per la valutazione finale della missione, ma risparmiando turni eliminando un boss con pochi colpi la valutazione sale in modo drastico. Questo delicato equilibrio spinge a valutare costantemente rischi e ricompense, rendendo le sfide piuttosto intriganti.

Fuori dal campo di battaglia esiste la possibilità di acquistare equipaggiamenti sempre più potenti investendo i crediti accumulati nelle missioni, e di sbloccare nuove abilità man mano che si sale di livello. Fortunatamente anche chi non viene coinvolto nelle singole missioni ottiene un po' di esperienza, motivo per cui nessun personaggio viene mai lasciato indietro.

Durante le votazioni, i personaggi più influenti possono dare due preferenze. Per essere sicuri che vengano eliminati i traditori è fondamentale influenzare i voti dei vari personaggi.

La crescita delle abilità è basata su un sistema ad albero piuttosto ben studiato, che sblocca le tecniche più potenti solo dopo aver acquisito (e a volte opportunamente potenziato) quelle precedenti. Alcune abilità, inoltre, possono essere sbloccate solo equipaggiando le Materia, elementi che garantiscono nuovi poteri. Le Materia possono essere raccolte nelle arene, oppure ottenute dopo il sacrificio di un membro del gruppo, con il giudizio finale alla fine di ogni piano.

Sulla carta tutto questo è semplicemente meraviglioso. La realtà dei fatti, però, è che in Lost Dimension non tutto funziona alla perfezione, e alcuni elementi sono realizzati in modo piatto o troppo superficiale. Per migliorare i rapporti con i vari personaggi, infatti, basta essere costanti e affrontare ogni missione (comprese le secondarie). Le mappe e le missioni, inoltre, non si distinguono mai per un design particolarmente curato, e difficilmente riescono a mettere davvero in difficoltà.

Là dove il design dei personaggi principali è ottimo, quello dei nemici è davvero discutibile, oltre a distinguersi per un'evidente mancanza di varietà. Le tipologie di avversari che incontrerete durante l'avventura, nella maggior parte dei casi, presenteranno variazioni minori rispetto a quelli dei piani precedenti, differenziandosi principalmente per il tipo di attacco a disposizione o per la capacità di provocare status particolari ai bersagli colpiti.

La medesima monotonia coinvolge il comparto audio. Al di là di alcune musiche ben riuscite e in linea con le atmosfere del gioco, per la maggior parte del tempo si viene bombardati con il medesimo pezzo (quello all'interno della stanza in cui si gestiscono i vari membri del gruppo), che inizierete a detestare dopo pochi minuti.

Il trailer di Lost Dimension.

Un discorso diverso deve essere fatto per il doppiaggio, che pur essendo disponibile solo in lingua inglese risulta ben recitato. Anche la distribuzione delle voci tra i vari personaggi è stata realizzata in modo convincente, favorendo l'indispensabile crescita dell'empatia verso i membri del gruppo e la nascita di legami in netto contrasto con la minaccia incombente del tradimento.

A conti fatti, Lost Dimension è un gioco intrigante e ricco di elementi interessanti, che però è vittima di un budget limitato e di uno sviluppo senza troppe pretese. Se riuscirete a passare sopra alla piattezza del design e a qualche buco nella sceneggiatura, vi troverete fra le mani un'esperienza gradevole e caratterizzata da una discreta rigiocabilità.

7 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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Lost Dimension

PS3, PlayStation Vita, PC

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