Lost Judgment PC, la recensione
Le avventure di Takayuki Yagami arrivano su computer… e ovviamente sono un bel vedere.
“Squadra che vince non si cambia”, recita il celebre proverbio. E Sega, cui dobbiamo la splendida saga Yakuza, per molti anni ci si è attenuta dato che dal 2005 (quando uscì il primo capitolo) fino al 2020 (anno di Like a Dragon), ci ha narrato la gesta di Kazuma Kiryu, tra i protagonisti più carismatici mai visti in un videogioco.
In mezzo però c’è stato Judgment, uscito nel 2018 in Giappone e nel 2019 nel resto del mondo, uno spin-off della serie regolare di Yakuza ambientato nelle strade di Kamurocho, che gli appassionati ormai conoscevano a menadito. A cambiare rispetto al passato era l’impianto ludico, una logica conseguenza del fatto che laddove Kazuma Kiryu era un ex malavitoso, Takayuki Yagami era un detective privato. Ecco allora che i combattimenti, pur presenti come in passato, lasciavano spazio a pedinamenti e indagini come si conviene a un investigatore.
La trama, di conseguenza, era tutto un mistero da risolvere, una matassa da sbrogliare, e la valida sceneggiatura come al solito ci portava dal risolvere un caso iniziale apparentemente irrilevante al denunciare una cospirazione capace di salire fino alle più alte sfere politiche.
Judgment venne ben accolto dalla critica e attualmente viaggia su una media voto di 80/100 su Metacritic (PS4), ragion per cui nessuno s’è sorpreso al momento dell’annuncio del suo seguito, Lost Judgment, uscito nel settembre dello scorso anno e capace di alzare leggermente l’asticella della critica, assestandosi su una media di 83/100 sempre su PS4.
La storia questa volta è meno istituzionale ma comunque notevolmente accattivante. L’ex ufficiale di polizia Akihiro Ehara viene infatti arrestato nella metropolitana di Tokyo per aver palpeggiato una donna. Tre giorni dopo, invece, viene ritrovato il cadavere di una persona legata a una sedia, torturata e quindi uccisa in quel di Ijincho, quartiere immaginario di Yokohama basato su quello realmente esistente di Isezakichō.
Due episodi apparentemente slegati, che danno il via a un’indagine apparentemente di routine, che però diventa interessantissima nel momento in cui Ehara s’incolpa dell’assassinio avvenuto a Yokohama, che però le analisi fanno risalire esattamente a quando veniva arrestato per molestie.
Le analisi di Takayuki Yagami porteranno alla luce fatti avvenuti molti anni addietro e se nel primo Judgment sotto accusa finiva la sanità pubblica, stavolta nella lente d’ingrandimento troviamo il fenomeno del bullismo, che in Giappone a quanto pare dev’essere ancora molto presente.
Come in ogni Yakuza che si rispetti, a fianco della trama principale troviamo decine di sottotrame, miriadi di personaggi secondari e un numero sterminato di attività. Così sterminato che chi scrive non è ancora riuscito a terminare il gioco, disperdendosi tra gare di ballo (disputabili grazie al più classico dei rhythm game) e gare coi droni.
Degni di menzione anche i Racconti Scolastici, delle missioni speciali che trovano giustificazione nel fatto che Tak diventerà presto un ospite fisso del liceo nel quale svolge le sue indagini, entrando così in contatto con gli altri studenti che poi cercherà di aiutare nelle loro varie vicissitudini. Gli amanti del retrogaming potranno poi recarsi nei consueti Club SEGA e dilettarsi col meglio del catalogo storico dell’editore nipponico, ossia Super Hang-On, Space Harrier e via discorrendo. Gli amanti della realtà virtuale potranno invece recarsi al VR Paradise per sessioni davvero psichedeliche.
Ci saranno anche gare di robotica e lezioni di boxe per aiutare i giovani e superare le loro tendenze più violente. Queste ultime attività le scopro ora documentandomi per la stesura di questo articolo e l’idea di non averle trovate io dopo una quarantina d’ore di gioco, dà l’idea della profondità di un open world sconfinato nei contenuti quanto moderato nella vastità della mappa.
Meno male che le quest secondarie verranno quasi incontro a noi: non ci sarà infatti più bisogno di pattugliare la città a caccia di NPC bisognosi ma basterà usare il proprio smartphone per filtrare i social alla ricerca di parole chiave usate con frequenza e recarsi nei luoghi in cui la gente afferma di aver assistito a situazioni che richiedono la nostra attenzione.
Ma c’è anche chi Takayuki Yagami lo apprezza fino a un certo punto. Sia chiaro, il carattere non gli manca ma rispetto a Kazuma ha un background troppo borghese e stili di combattimento un po’ troppo eleganti (Gru e Serpente) rispetto alla brutalità di chi l’ha preceduto. In soccorso dei nostalgici ecco arrivare “I dossier di Kato”, una breve espansione dal preambolo piuttosto interessante.
Kato, fidato assistente di Takayuki, con un passato nella Yakuza e quindi capace di combattere con grande brutalità, viene avvicinato dal miliardario fondatore di una startup che gli chiede di ritrovare sua moglie. Piccolo dettaglio: si sarebbe suicidata due anni prima. Messa così suona strano ma il punto è che il cadavere è stato ritrovato in avanzato stato di decomposizione, il test del DNA non è sempre affidabile e qualcuno giura di averla vista proprio per le strade di Kamurocho.
Soprattutto però, dopo aver visto una foto della donna scomparsa, Kato trasale: molti anni prima, infatti era la sua fidanzata. Se a ciò aggiungiamo un altro colpo di scena (che però non vogliamo svelarvi per evitare spoiler), si capisce come le premesse narrative siano più che interessanti.
Per il resto, la versione PC di Lost Judgment offre minigiochi a 2 giocatori quali Virtua Fighter 5 Showdown, Fighting Vipers e Sonic the Fighters, e le meccaniche investigative che da sempre contraddistinguono questo spin-off (Kato addirittura vanterà sensi “bestiali” che gli permetteranno di seguire tracce olfattive e uditive).
Ovviamente si potrà lavorare sulle impostazioni grafiche che, per essere il porting di un gioco nato su console, non sono poi neppure poche. Chi è interessato ad approfondirle può ingrandire l’immagine qui sotto, chi è più pigro sappia che la risoluzione può arrivare agli 8K Ultra HD, mentre la fluidità fino a 120 fps (ma si può anche sbloccare il frame-rate). Ovviamente non si potranno avere entrambe le cose e quindi chiunque, sulla base delle proprie specifiche hardware, troverà la risoluzione e la fluidità più congeniali.
Il gioco è localizzato in italiano solamente per quanto riguarda i sottotitoli, mentre il parlato è in giapponese o in inglese. La nostra preferenza va alla versione originale, sia perché le voci inglesi paiono calzare poco i personaggi, sia perché i sottotitoli italiani si prendono frequenti e vistose licenze poetiche rispetto al parlato.
Delle due l’una: o i doppiatori anglosassoni hanno adattato fin troppo liberamente l’originale giapponese, oppure i localizzatori italiani non si sono attenuti al copione inglese. Fatto sta che chi mastica la lingua d’Albione proverà un certo sfasamento nel sentire delle cose e leggerne altre che ci somigliano, senza però essere proprio quelle.
Nel dare un voto a questo porting PC, non possiamo dunque che confermare il punteggio dato a suo tempo alla recensione di Lost Judgment. Parliamo di un gioco che si limita a riprendere la formula originale senza stravolgerla, con un livello di difficoltà tarato verso il basso e mancante di quell’impalpabile qualcosa che lo collochi al livello dei migliori Yakuza.
D’altro canto, è pur sempre un titolo che mette sul piatto una quantità sconfinata di cose da fare e che, soprattutto con l’aggiunta de “I dossier di Kato”, ricalca in pieno l’espressione tutta americana “value for money”. Takayuki Yagami si conferma anche su PC, dunque, ma Kazuma Kiryu resta un gradino sopra.