Lovecraft's Untold Stories 2, la recensione
Un sequel promettente ma senza fuochi d'artificio
Sono passati tre anni abbondanti dall'uscita delle precedenti “storie non raccontate” di Lovecraft. Francamente pochi di noi avrebbero scommesso sull'arrivo di un sequel, nonostante il primo capitolo non fosse male. All'epoca lo giudicammo come un discreto twin-stick shooter adatto a chi non disdegna qualche tuffo nell'orrore, minato in parte da “una certa ripetitività e prevedibilità” e da “meccaniche non proprio affinate”.
Sul ponte di comando troviamo gli stessi sviluppatori, il team indipendente russo Blini Games, che ha deciso di cambiare radicalmente lo stile grafico mantenendo invece inalterate gran parte delle meccaniche. Se avete già dato un'occhiata alle immagini o al trailer di Lovecraft's Untold Stories 2 e vi prendete la briga di confrontarlo col titolo del 2019, la diversità salterà subito all'occhio.
L'ottima pixel-art del gioco originale è stata abbandonata in favore di personaggi e ambientazioni “disegnati” a mano e l'inquadratura è stata modificata trasformandosi in una classica top-down ad orientamento obliquo.
Se nell'insieme le ambientazioni hanno tratto giovamento da questo cambio di registro e mettono in mostra una quantità di dettagli maggiore, i movimenti dei personaggi risultano un po' più impacciati e legnosi, dovendo seguire quasi sempre direzioni diagonali. I diversi livelli di parallasse, disegnati per dare un senso di profondità là dove la profondità in realtà non esiste, danno luogo ad occasionali fenomeni di “ostruzione” che impediscono di vedere alcuni dettagli importanti o, peggio ancora, rendono un pelo più difficili i combattimenti.
Ancora una volta sono molteplici i personaggi con cui potete affrontare gli orrori che vi attendono. La location da cui si parte è un manicomio lurido e decadente, che ovviamente accoglie i pazzi e criminali peggiori del mondo e che altrettanto ovviamente testimonierà breakdown di massa a causa di un misterioso incidente. Qui potrete scegliere quale dei tre protagonisti interpretare (ma il cast non si ferma qui e include qualche presenza... aliena): un Professore, un Detective o una Strega. Ovviamente ognuno di loro è equipaggiato in modo diverso quindi prima di scegliere ponderate attentamente.
Una volta vestiti di tutto punto arriverà quasi subito il momento dell'azione. I pazzi fuggiti dalle loro celle non tarderanno ad arrivare e su di loro potrete sperimentare il canonico sistema di combattimento di questo genere di giochi, con uno stick analogico preposto al movimento, un altro utilizzato al fuoco dell'arma selezionata e i tasti dorsali da premere all'occorrenza per usare armi secondarie e poteri. I beni di prima necessità (leggi “curativi) sono invece assegnati alla croce direzionale.
Tutto come al solito, insomma, e tutto funziona come dovrebbe se non fosse per le suddette direzioni oblique che abbinate ai cambi di direzione un po' troppo scattosi del personaggio non danno vita ad un flow di gioco particolarmente avvincente.
Va dato atto al team di sviluppo di aver lavorato meglio sulla varietà dei nemici, presenti spesso in quantità al limite del soverchiante e con un assortimento di pattern discretamente ampio. Vi troverete di fronte quelli veloci che puntano diretto al bersaglio (la vostra giugulare per la precisione), quelli lenti ma capaci di assorbire enormi quantità di proiettili, gli “sneaky” che vi sbucheranno alle spalle senza che ve ne accorgiate.
Essendo un twin-stick shooter non vi aspettate la possibilità di pianificare chissà quali tattiche: spesso e volentieri l'unica cosa che avrete il tempo di decidere è l'arma da utilizzare, il momento migliore per ricaricare o la direzione da prendere per dare il tempo alle vostre abilità di terminare il tempo di cooldown.
Un peso leggermente maggiore è stato dato al crafting: sono parecchi gli equipaggiamenti che potrete creare e potenziare per avere maggiori possibilità di sopravvivenza, ma per farlo avrete bisogno di notevoli quantità di risorse. Inizialmente avrete l'impressione di averne addirittura troppe, visto che ogni armadietto o baule “vomiterà” oggetti da tutte le parti, presto però vi accorgerete che anche il costo dei potenziamenti non è basso quindi non fate i timidi e aprite tutto quello che potete aprire.
Per buona parte dell'avventura sarete immersi nelle classiche atmosfere lovecraftiane, che come sempre delineano un mondo sull'orlo dell'oblio e che nelle fasi di gioco sono rese abbastanza efficacemente da una palette di colori tendente alle tonalità verde/marrone, uno spiccato gusto per il dettaglio grand-guignolesco e una buona colonna sonora. Altrettanto non si può dire delle scene d'intermezzo, realizzate tramite tavole in stile fumetto fin troppo essenziali per trasmettere la follia del mondo ideato dall'iconico autore statunitense.
Abbiamo sottolineato con piacere i passi avanti fatti da questo sequel in molti aspetti del gameplay e anche sotto il profilo tecnico, purtroppo altrettanto non si può dire del mission design che è rimasto quello un po' banale e ripetitivo del primo Lovecraft's Untold Stories. Manca quindi ancora quel guizzo capace di far salire di uno o più gradini questa serie, rimasta per ora abbondantemente sopra la piena sufficienza ma orfana di caratteristiche o momenti capaci di farla ricordare al grande pubblico.
Di titoli dedicati a tema Lovecraft ne sono usciti tantissimi e, specialmente negli ultimi anni, le produzioni ad hoc si sono moltiplicate non poco. Nessuna di esse però è riuscita a guadagnarsi un posto nell'olimpo dei videogiochi, nel quale risiedono invece comodamente titoli come Amnesia ed Eternal Darkness.
Lovecraft's Untold Stories 2 va a braccetto col gioco che lo ha preceduto e, come allora, possiamo consigliarlo unicamente ad un pubblico abbastanza ristretto che apprezzi le meccaniche twin-stick shooter in ogni loro derivazione... compresa quella horror.