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Lumines Supernova

Squadra che vince non si cambia.

La ricompensa per il successo sembrerebbe essere (in alcuni casi...) l'onnipresenza, ed il prezzo dell'onnipresenza sono ritorni sempre meno incisivi. E' questa la via seguita da molti videogame, se ci pensate un attimo: una triste e lenta discesa verso correzioni marginali e lievi bilanciamenti con cadenza annuale, che a lungo andare finiscono con l'impoverire un franchise facendogli perdere tutto il fascino e la magia che un tempo lo contraddistinguevano.

Non è tuttavia del tutto questo il caso di Lumines, titolo che ha mantenuto di fatto graniticamente inalterate le sue meccaniche nel passaggio da una piattaforma all'altra, riuscendo pure a farla franca grazie alle sue eccelse qualità in quanto a stile ed eleganza. E così, a dispetto del sottotitolo pomposamente astronomico, Supernova è in massima parte il puzzle game che abbiamo imparato a conoscere e ad amare da anni su PSP (due volte), PS2, Xbox Live Arcade, cellulari e forse pure citofoni.

Nel caso vi foste colpevolmente persi quello che ritengo senza giri di parole il miglior puzzle game di sempre (sì, anche davanti a quel certo signor Tetris!) prima di tutto vergognatevi un po', e poi ecco una breve spiegazione delle regole alla base del gioco: blocchi bicolore di forma quadrata composti da 4 pezzi cadono dall'alto, ed il compito dell'utente è quello di creare rettangoli dello stesso colore. Come da tradizione per il divino Tetsuya Mizuguchi (perdonatemi ma ho un'ammirazione che sconfina nel feticismo per quell'uomo...) la musica occupa una parte importantissima all'interno del gameplay: non solo ruotando i blocchi andrete infatti ad interagire con la colonna sonora, ma le combo di pezzi dello stesso colore verranno fisicamente cancellate dallo schermo da una timeline che scorre da sinistra a destra in accordo al ritmo della soundtrack. Lo so, dura da spiegare a parole ma davvero facile da capire pad alla mano...e poi non vi lamentate, non è colpa del sottoscritto se vi siete persi uno dei giochi migliori degli ultimi anni.

I menu sono il solito, perfetto paradigma della postmoderna eleganza delle produzioni di Mizuguchi. Tetsuya ti amo!

Legandoci all'elemento musicale possiamo parlare delle skin, ovvero una delle caratteristiche fondanti di Lumines: in perfetto stile Q Entertainment, ovvero una software house nota per le peculiari sperimentazioni in fatto di colori e suoni, ogni livello del gioco sarà infatti caratterizzato da una diversa estetica, con modifiche sostanziali allo sfondo, alla musica, alla timeline e addirittura alle forme dei blocchi stessi. Pensate per avere un'idea a qualcosa di simile ai temi per PC o cellulare, anche se qui l'impatto -al di là di ovvie conseguenze visive- è anche e soprattutto ludico e esperienziale.

Ed è proprio grazie all'affascinante soluzione delle skin che Q Entertainment ha fatto il botto: invece di dedicarsi a nuovi concept o a sostanziose modifiche strutturali delle meccaniche di Lumines (anche se va detto che quel che già c'è funziona in maniera genuinamente impeccabile...), Mizuguchi e soci hanno preso le skin come la perfetta scusa per giustificare seguiti e contenuti scaricabili di ogni genere. Della serie prendi lo stesso identico gioco e fotocopialo (con nome diverso però, attenzione!) senza ritegno, dando giusto giusto un'aggiustatina a qualche elemento grafico ed aggiungendo tracce elettroniche sparse qua e là. Senza dimenticare l'imperdibile skin celebrativa per il compleanno del nonno di un conoscente degli sviluppatori, a solo 400 Microsoft Points.

Sebbene tremendamente cinica, questo tipo di strategia continua a funzionare. Le nuove skin di Supernova sono uno squisito assaggio di fluorescente psichedelia, risultando come un'ottima occasione per addentrarsi ancora una volta nell'universo di Lumines. Preparatevi allora a deliranti bizzarrie visive, tra pseudo pubblicità cybernetiche e sognanti paesaggi acidi.