LUNA The Shadow Dust - recensione
“To light a candle is to cast a shadow.”
Una narrativa silenziosa che racconta la lore di un mondo decadente, il cui destino è legato a un prescelto e all'eterno conflitto tra luce e oscurità: sembrerebbe la premessa di un nuovo Souls di From Software, ma non è questo il caso.
LUNA The Shadow Dust è un Kickstarter finanziato da oltre un migliaio di persone, nonché primo progetto della software house indipendente Lantern Studio; si tratta di un puzzle game punta e clicca, in cui il giocatore dovrà alternare il controllo dei due protagonisti per avanzare di stanza in stanza verso la cima di una torre misteriosa, alla ricerca della verità sulla storia del proprio alter ego e del mondo che lo circonda.
La tematica di bene e male, luce e ombra, viene presentata in maniera e stile molto fiabeschi, ma meno banali di quanto ci si aspetterebbe da un titolo del genere: all'interno del gioco, i dialoghi sono completamente assenti e l'intera esposizione di eventi presenti e passati è affidata a filmati, animazioni e musiche. Il comparto audio è infatti di perfetto accompagnamento per ogni singolo momento di LUNA The Shadow Dust, mai invadente, mai stancante, sempre azzeccato e coinvolgente.
È però l'estetica del gioco a colpire più di ogni altra cosa. Con uno stile ispirato ai lavori di Studio Ghibli, Jean Giraud e Shaun Tan, LUNA The Shadow Dust è stato realizzato interamente a mano e sia i fondali che i personaggi godono di animazioni a dodici frame al secondo, con tre livelli per ciascun frame; il risultato è fantastico a dir poco, e riesce a riprodurre senza sbavature una bellissima atmosfera fiabesca, che come ogni fiaba che si rispetti regala momenti luminosi e magici, e altrettanti cupi e spaventosi.
I filmati sono numerosi, lunghi oltre venti minuti complessivi all'interno di un gioco della durata di circa 5 ore; nonostante gli eventi mostrati possano apparire poco chiari a un primo sguardo, rigiocare il titolo (o riguardare i filmati dall'apposita galleria del menu principale) permette di cogliere tanti dettagli inizialmente non notati.
Parlando del gameplay vero e proprio, LUNA The Shadow Dust è suddiviso in stanze, veri e propri livelli indipendenti fra loro, al cui interno è presente un enigma da risolvere per sbloccare il passaggio verso la stanza successiva.
Sono presenti piccole chicche e segreti sparsi qua e là, ma salvo rare eccezioni la soluzione del rompicapo appare intuitiva e superabile in una manciata di minuti, anche da giocatori non particolarmente avvezzi al genere: non aspettatevi dunque un erede spirituale di The Witness, quanto una storia bella da vedere e da sentire, in grado di commuovere e far girare un po' le nostre ormai sempre più arrugginite rotelline del cervello. È anche possibile rigiocare i livelli completati dall'apposito menu della schermata principale, senza dover per forza avviare una nuova partita.
I comandi sono basilari e intuitivi nonostante l'assenza di un tutorial a schermo e il controllo dei due protagonista è estremamente semplice. Anche da questo punto di vista, LUNA The Shadow Dust gronda cura per i dettagli: gli sviluppatori hanno scelto d'inserire ben otto diverse animazioni di camminata, rendendo più convincente la reattività del personaggio agli input del giocatore, oltre che più palpabile il suo stato d'animo nel corso dell'avventura.
Dovendo necessariamente trovare un difetto al titolo, possiamo dire che gli enigmi presenti nel gioco talvolta non brillino per originalità: la misteriosa creatura che accompagna il protagonista ha infatti il potere di spostarsi nel "regno delle ombre" per raggiungere zone altrimenti inaccessibili, ma ci saremmo aspettati un impiego un po' più dinamico di prospettiva e cambi d'illuminazione, che salvo un singolo livello risultano statiche e fin troppo leggibili.
LUNA The Shadow Dust è uno splendido primo lavoro di Lantern Studio, bello da vedere e divertente da giocare, semplice nel concept e curatissimo nella realizzazione, capace d'intrattenere e farsi amare anche da i meno appassionati di puzzle game e, perchè no, anche di strappare qualche lacrimuccia commossa al momento della conclusione dell'avventura.