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L'unico e insuperabile Ivan - recensione

Devi vivere per quello che sei.

Uno sta tutta la vita dentro una gabbia, abbastanza confortevole, e si adatta, non soffre poi tanto, crede che quello sia il suo stato naturale. E di conseguenza si comporta tutta la vita nel modo che gli viene richiesto, assecondando le aspettative degli altri. E anche qui pensa sia l'unico modo possibile.

Vale per gli umani, vale per il gorilla Ivan, che era un cucciolino quando è stato strappato alla sua famiglia, al suo habitat. Ma è successo tanto tempo fa che nemmeno più ci pensa, anche perché in fondo è finito bene, in mano a un umano-brava persona. Che è Mack, uno che è invecchiato inseguendo i suoi sogni fantasiosi. E così è riuscito a mettere su un piccolo circo da camera, che lavora all'interno di un centro commerciale (siamo all'incirca negli anni '70).

Uno spettacolino da niente, un coniglio seduto su un carro dei pompieri, un pappagallo che ripete frasi, una gallina piumata (forse una padovana), che ha imparato un piccolo numero, un barboncino cui non si chiede altro se non di essere fluffoso, una foca col suo solito pallone. Ha però due pezzi forti, una vecchia e pacata elefantessa, Stella, e Ivan, che ha cresciuto quasi come un figlio, mettendolo in una grande gabbia solo quando proprio non ha potuto più tenerlo a casa con sé. Nel momento del suo ingresso in scena, Ivan scrupolosamente fa il gorilla nel modo più tradizionale, feroce come tutti si aspettano che sia, ruggendo e battendosi i pugni sul petto, per spaventare i deliziati spettatori.

Una famiglia assai multicolore.

Ma gli anni passano, i gusti cambiano, la routine appanna il gusto della sorpresa, e gli spettatori cominciano a calare pericolosamente. Se Mack si preoccupa, ancor più lo fa Ivan, che si sente responsabile della stramba "famiglia", di cui fanno parte anche un gentile inserviente e la sua piccina. Che parla con Ivan e gli altri, che la capiscono, e a loro volta parlano fra loro. Peccato che come sempre non riescano a farsi capire dal resto degli umani. Con un colpo di fortuna, Mack riesce ad accaparrarsi un elemento nuovo, che potrebbe risollevare le sorti del suo circo: una tenerissima elefantina, Ruby, nata in cattività, comprata per pochi soldi da uno zoo in fallimento. Ma se tutti gli animali bene o male sono ben inseriti nei ruoli in cui li hanno relegati gli umani, la vecchia Stella, con la sua proverbiale memoria, ricorda un modo di esistere diverso. E costringe Ivan a promettere che non lascerà che Ruby invecchi nel chiuso di un tendone, salendo e scendendo da uno sgabello. Ivan ci proverà, ma in un modo che nessuno potrebbe immaginare.

La storia, tratta dal romanzo per bambini di Katherine Applegate, scritto nel 2012, è sceneggiata da Mike White (che presta anche la sua voce all'apprensiva foca) e si rifà a una vicenda realmente accaduta a Tacoma, Stato di Washington, dove un gorilla nato nel Congo, catturato da cucciolo e portato negli USA negli anni '60, aveva passato 27 anni a fare da attrazione in un centro commerciale. Ma la pressione dei nascenti movimenti animalisti lo aveva "liberato", consentendogli di passare gli ultimi anni della sua vita in un paio di zoo (Seattle e Atlanta) più spaziosi e confortevoli.

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Vogliamo a tutti i costi scavare e trovare significati trasversali, attività in cui la Disney è stata maestra in questi anni, prima con quel poetico ma illusorio "segui i tuoi sogni", oggi con "sii te stesso ad ogni costo", andando contro tutti gli stereotipi che la società ti impone (come appartenente a un'altra etnia, come donna, come sessualmente diverso, niente per i maschi etero che oggi come oggi devono arrangiarsi, per loro di messaggi non ce n'è). Quindi ci sentiamo autorizzata a chiederci chi si potrebbe vedere in trasparenza dietro il bianco imprenditore circense, non c'è che l'imbarazzo della scelta, dal bieco capitalista colonialista al padre-padrone che sceglie e impone al figlio il suo ruolo nella vita. E così via.

Ci fa solo piacere che Mack non venga poi tanto penalizzato ("gli uomini non sono tutti cattivi, potrebbero stupirti", dirà Stella a Ivan), se non nel restare solo e disoccupato una volta nobilmente assecondata la sete di libertà dei suoi animali, che ha sempre trattato bene, ma costringendoli a non essere se stessi, a vivere in condizioni che non erano le loro naturali. Ma rispetto a quei tempi Mack era un personaggio in fondo positivo, uno che aveva rifiutato anche lui di farsi rinchiudere in una "gabbia". Brian Cranston, chiamato a interpretarlo, è bonario e superficiale il giusto, in una parte che davvero non gli permette di mostrare nulla della sua bravura, perché poco approfondita.

Stella, tutta la saggezza del mondo.

Solo la serie Breaking Bad, che, dopo l'esordio nel 1968, lo ha rivelato nel 2008 a 52 anni, gli ha dato spazio. Poi sono seguiti molti film, pochi da protagonista, scelti con attenzione ma mai successi planetari. Il resto del cast vede nomi prestigiosi per le voci dei vari personaggi. Il bellissimo gorilla schiena-grigia Ivan è doppiato dal simpatico Sam Rockwell, mentre per Stella si è scomodata Angelina Jolie, dolcemente malinconica. Danny DeVito fa Bob, il ruvido cagnetto meticcio amico di Ivan, che divide con lui gabbia e dissertazioni esistenziali. Helen Mirren interpreta ovviamente il regale barboncino. A Ruby presta la voce Brooklynn Prince, in ascesa dopo la serie Home Before Dark. Addirittura la mitica Chaka Khan fa la piumosa gallina Henrietta. Dirige professionalmente Thea Sharrock, già regista del melenso Io prima di te. Musiche di Craig Armstrong, ma non è che si noti molto.

Non sappiamo se davvero in assenza di epidemie mondiali il film sarebbe finito nelle sale cinematografiche. Con la scusa del Covid approda direttamente in streaming e non è un gran danno. L'unico e insuperabile Ivan, che dura per di più solo un'oretta e mezza e si vede senza sofferenza, è infinitamente meno pretenzioso di Dumbo e di Doolittle e non se la "tira" rispetto al Libro della giungla o al Re Leone da un punto di vista tecnico, e non è giusto perché pure qui la perfezione tecnologica è stupefacente, gli animali sono più veri del vero e l'interazione con gli attori è perfetta. E il "messaggio" è meno martellato e più variegato che in altre storie.

Visto con modeste aspettative, può essere una visione piacevole, con piccini a fianco cui spiegare cose utili su come cambia il mondo e come prima di giudicare un personaggio, sia necessario contestualizzare.