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Mad Catz ha finito le sue nove vite - articolo

Una storia di successi, crolli e rinascite.

Se non avete mai sentito parlare di Mad Catz, probabilmente vi siete persi una storia importante.

La compagnia, fondata nel 1989, è stata una delle più importanti in ambito accessori e controller third-party. Probabilmente non la migliore in assoluto, ma una delle più valide se si prende in considerazione il rapporto qualità/prezzo. Gli appassionati di picchiaduro la ricorderanno anche per degli arcade stick di ottima fattura, mentre molti giocatori PC probabilmente hanno usato almeno una volta uno dei loro mouse.

Lo scorso 30 marzo, dopo alcuni anni travagliati, Mad Catz ha deposto le armi ed è finita in bancarotta. Sarebbe facile dare la colpa agli scarsi risultati di Rock Band 4 ma in realtà dietro questo ultimo fallimento c'è una serie di altre pessime decisioni commerciali che risalgono all'incirca a 6 anni fa.

Molti dipendenti, quando è stato chiesto il loro pensiero sul fallimento di Mad Catz, si sono detti addirittura sorpresi che la compagnia abbia resistito fino al 2017. "Sono sinceramente sorpreso che sia durata così a lungo," ha dichiarato l'ex Vice Presidente e fondatore della Tritton Chris von Huben, che lasciò il suo ruolo nel 2014. "Ho sempre pensato che ai tempi della mia uscita, Mad Catz fosse già condannata."

Anche Aaron Smith, ex-product manager Tritton e Mad Catz, se ne andò nello stesso periodo: "Non sono scioccato dalla notizia, ritengo fosse inevitabile. Hanno resistito finché hanno potuto, molto più di quanto avrei potuto prevedere."

Un altro senior director della compagnia ammette di essersi sentito "sorprendentemente svuotato" quando ha appreso la notizia. "Pensavo di provare sentimenti molto più forti visto che ho passato gran parte della mia carriera in Mad Catz, una compagnia nella quale ho investito molto di me stesso," ha dichiarato. "I segnali comunque erano evidenti da tempo, bisognava essere ciechi per non vederli e capire che sarebbe finita in questo modo."

Ma cosa è andato male?

Il 2011 è stato un anno stellare per Mad Catz grazie al successo di Rock Band 3 e al successivo acquisto degli specialisti audio della Tritton per 1 milione di dollari. "La compagnia era al top in quel momento e decise di dedicarsi anche ad altre attività per consolidare il successo", rivela von Huben. "Volevano espandersi."

Ciò che seguì fu una serie di decisioni totalmente sballate, ai limiti della follia. Quella che all'epoca poteva essere vista come ambizione fu in realtà pura e semplice presunzione. Distribuire il gioco Jonah Lomu Rugby Challenge in Nord America fu una di quelle decisioni. Il rugby non era per niente popolare in quel paese e il risultato fu disastroso.

I primi controller Mad Catz si costruirono una reputazione soprattutto per il loro... look eccentrico. Se qualcuno vi porgeva questo durante una sfida a Mario Kart, voleva dire che non eravate certamente il giocatore più popolare del gruppo.

Mad Catz si gettò anche nello sviluppo di giochi nel giugno del 2011 con il team ThunderHawk Studios. Il loro primo progetto fu Saitek Combat Pilot, una sorta di MMO incrociato con un simulatore di volo. Fu creato soprattutto per aiutare la compagnia a vendere le periferiche Saitek. Alla fine il gioco uscì ma l'inesperienza degli sviluppatori diede un risultato decisamente scadente.

"Per citare uno dei miei colleghi, Mad Catz all'improvviso non si accontentò più di vendere i popcorn, voleva realizzare i film", ironizza l'ex-senior director. "Altre compagnie più piccole, come Razer, continuarono sulla strada che le rese popolari. Mad Catz invece provò ad esplorare nuove strade, senza però avere le conoscenze e le risorse necessarie per riuscirci".

"Voleva a tutti i costi diventare un publisher di videogiochi ma non aveva idea di quali fossero i titoli che la gente voleva. Volevano aprire un nuovo studio ma non sapevano come fare. Assoldarono una serie di persone che avrebbe dovuto creare nuovi contenuti ma non immaginavano minimamente in che avventura si stavano cacciando".

A questo si aggiunse un'altra decisione critica, quella di fondare GameSmart, un brand di accessori per gaming mobile... incluse cuffie da 200 dollari, la micro console Android chiamata MOJO e mouse (avete letto bene, MOUSE) per dispositivi portatili.

"MOJO in particolare fu un flop clamoroso", dichiara von Huben. "Era una macchina praticamente nata morta. Il mercato dei videogiochi stava andando in tutt'altra direzione ma nessuno sembrava accorgersene e questo produsse un tragico effetto spirale. Mentre la compagnia si occupava di tutti questi progetti fallimentari, il segmento di mercato che ne aveva decretato il successo stava andando in crisi".

Secondo Smith, la compagnia perse la sua identità nel tentativo di diventare qualcosa che non avrebbe mai potuto essere. Per farlo, perse completamente di vista la bussola che l'aveva condotta al successo, ovvero il mercato delle periferiche a basso costo.

"Mad Catz improvvisamente si mise in mente di essere un marchio premium", spiega Smith. "I suoi controller erano sempre stati i più economici, quelli che la gente comprava per non spendere i troppi soldi necessari ad acquistare quelli ufficiali. Di solito i marchi tendono a scendere in termini di qualità, raramente un brand specializzato in oggetti economici riesce a fare il grande salto verso l'alto.

"I boss di Mad Catz invece decisero l'esatto contrario e riuscirono nel difficile intento di svalutare i loro marchi più forti come Tritton e Saitek. I clienti abituali non erano propensi a comprare un controller o una tastiera da 300 dollari da una compagnia conosciuta per le proprie periferiche di bassa qualità."

Quando annunciarono un nuovo Rock Band nella primavera del 2015 era chiaro l'intento di riconquistare il successo ottenuto con il terzo capitolo della serie. Ma i tempi erano cambiati e non poco.

La qualità dei prodotti aumentò notevolmente negli ultimi anni di attività. Gli arcade fighting stick Mad Catz erano davvero una bellezza.

C'erano una serie di problemi che ostacolavano il possibile successo del nuovo Rock Band, il primo dei quali era rappresentato dal fatto che Rock Band 3 in realtà non fu quel successo clamoroso che veniva millantato.

"Nonostante Rock Band 3 venga ricordato come un grande successo, in realtà dopo una buona partenza il suo valore commerciale crollò rapidamente", afferma Smith. "Una quantità notevole di giochi e periferiche tornò indietro ai magazzini poco dopo essere stati distribuiti ai negozi" .

Von Huben aggiunge: "Mad Catz riempì a forza i negozi e non concesse nulla ai venditori che chiedevano qualche aiuto economico per Rock Band 3. Il risultato furono enormi stock rimandati indietro come difettosi a causa dello scarsissimo supporto che Mad Catz fornì ai negozianti".

Per Rock Band 4, Mad Catz si alleò con Harmonix sia per la produzione delle relative periferiche che per la pubblicazione e distribuzione del gioco. "Diventando publisher, Mad Catz fece il proverbiale passo più lungo della gamba," afferma Huben. "Fu una mossa rischiosa che non dava margini, gli avrebbe dato successo e soldi o li avrebbe affossati una volta per tutte."

Il senior director aggiunge: "Mad Catz sarebbe finita in bancarotta almeno un anno prima se non fosse stato per Rock Band 4. Quando l'accordo fu siglato la compagnia non aveva più scelta... ma non sapeva neanche quale fosse la direzione giusta da seguire. Rock Band 4 li avrebbe salvati o distrutti. Puntarono tutto quello che avevano su quel gioco, non avevano altra scelta. Purtroppo gli andò male".

Come ben sappiamo, Rock Band 4 è stato un mezzo flop. "Il pubblico non rispose nella maniera sperata," ricorda il senior director. "Fu un peccato perché il gioco non era niente male e ricevette anche delle buone recensioni. Non aveva nulla di particolarmente sbagliato e anche l'hardware che lo accompagnava era ottimo. Molti artisti di talento gettarono anima e cuore in Rock Band 4; facemmo tutto il possibile per renderlo un successo ma il mercato semplicemente non lo voleva."

Mad Catz credeva davvero che Rock Band 4 potesse ottenere buoni risultati; aveva addirittura tracciato una road-map per future espansioni e nuove periferiche di lusso da aggiungere a quelle già esistenti. In seguito alle scarse performance di mercato, molti dirigenti della compagnia, tra cui il CEO Darren Richardson, se ne andarono e il 37% della forza lavoro venne licenziata. La compagnia era praticamente un morto che camminava. Essendosi concentrata unicamente su Rock Band 4 non aveva altri prodotti su cui puntare per un ultimo, disperato tentativo. Anche se li avessero avuti, le infrastrutture ormai erano ridotte all'osso e non vi erano risorse sufficienti per portare avanti un qualsiasi progetto.

"Non avevano più un reparto marketing o dei PR e nonostante tutto erano ancora aggrappati a quei prodotti di alto livello che di fatto rappresentarono il motivo principale della loro rovina," ricorda amaramente il senior director.

"Erano l'equipaggio di una nave fantasma e sinceramente non riesco a pensare ad una singola persona che all'epoca fosse in grado di prendere il comando e dare una svolta ad una situazione così disperata. Non c'era nessuno con buoni contatti o buone idee da mettere in pratica."

Questa situazione si poteva evitare. Von Huben ricorda di aver redatto nel 2013 un piano che di fatto poteva rappresentare l'ultima chance per rimettere sulla giusta rotta la barca: "Scrissi questa relazione e gliela recapitai nell'aprile del 2013. Sfidai il direttivo della compagnia a rivedere dalle fondamenta i team esecutivi e la direzione primaria intrapresa negli ultimi anni."

"Suggerii di tagliare le spese operative in una percentuale che andava dal 22 al 28% ma il danno era già così profondo che nel 2013 furono costretti ad effettuare tagli fino al 40%. Non bastò neanche quello e nell'operazione persero praticamente tutti i talenti che avevano reclutato negli anni precedenti. Dopo il fallimento di Rock Band provarono a risollevarsi grazie al marchio Tritton. Un solo brand avrebbe dovuto rimettere a posto tutto e riportare a galla la situazione."

Cosa ne sarà quindi di Mad Catz? Riuscirà a far vivere il suo brand o il capolinea è ormai inevitabile? Nel settembre dello scorso anno la compagnia ha venduto la sua gemella Saitek per 13 milioni di dollari, dopo averla acquistata per 30 poco meno di 10 anni fa.

"Con Saitek, Mad Catz ha praticamente venduto l'argenteria di famiglia," afferma il senior director. "Posso però capire perché lo hanno fatto. Racimolare 13 milioni è comunque un mezzo miracolo. Sanno bene che non basterà per salvarli ma gli darà qualche mese di ossigeno. Cos'altro gli è rimasto ora?"

They è convinto che "qualcuno si farà avanti per acquistare Tritton e magari la stessa Mad Catz". La domanda però è cosa se ne faranno di un marchio così riconoscibile. Certo è che tutti coloro che contribuirono a renderla grande ormai non sono più lì. "È assai improbabile che chiunque ci sarà nel suo futuro proseguirà nel realizzare gli stessi prodotti. Rimarrà il nome, solo quello".

Avatar di Alex Calvin
Alex Calvin is a freelance journalist and writer covering the business of games. He started out at UK trade paper MCV in 2013 and left as deputy editor over three years later. In June 2017, he launched PC games b2b site PCGamesInsider.biz for Steel Media and has written for the likes of GI.biz, Eurogamer, Kotaku UK, VGC, Games London, The Observer/Guardian and Esquire UK. He can be found on Twitter @gamesbizuk.
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