Madden NFL 10
Un altro passo verso la perfezione.
Ormai nemmeno John Madden sarà in grado di ricordarsi quale è stato il primo videogame dedicato al Football americano al quale ha prestato il proprio nome e la propria voce. Sono ormai passati oltre vent’anni, il mondo dei videogiochi e l’industria sono mutati profondamente e con essi anche questo franchise, uno dei più longevi di sempre. Sebbene i meno attenti possano pensare che al di là degli aggiornamenti tecnici negli ultimi anni sia stato fatto poco lavoro di miglioramento delle meccaniche di gioco, avvicinandosi a Madden 10 bisogna riconoscere che una volta ancora, un ulteriore passo verso la simulazione definitiva è stato fatto. Madden è capace di trasmettere effettivamente le sensazioni che si provano guardando un match di football vero.
La modifica più evidente riguarda la velocità. Coloro che hanno giocato a sufficienza i precedenti capitoli sapranno che spesso quello che veniva a mancare era proprio quella frenesia che si respira mentre una squadra cerca di guadagnare yard per tentare di raggiungere la meta. Tutto ciò abbinato ad una serie di animazioni ulteriormente articolate rispetto allo scorso anno, rende ogni azione molto più realistica, credibile e bilanciata.
Non pensiate tuttavia che questo nuovo capitolo stravolga a tutto tondo ciò che eravate abituati ad avere tra le mani in passato. Miglioramenti, non rivoluzioni: è questa la chiave che hanno scelto di utilizzare i ragazzi di EA Sports, specialmente dopo gli ottimi risultati conseguiti da un brand che da sempre è sinonimo di qualità (anche se la presenza di un concorrente come il buon vecchio NFL 2K renderebbe le cose più interessanti).
Le modalità online rendono come di consueto più appetitosa l'offerta, con una curva di difficoltà ben bilanciata, anche se la dimestichezza con i sistemi di gioco, le tattiche e i movimenti compiuti al momento opportuno costituiscono una discriminante di non poco conto, visti anche gli utenti molto preparati che capita di dover fronteggiare in rete. Farsi prendere dalla fretta nel migliore dei casi porta a fare figure barbine. La presenza del Franchise Mode è una notevole spinta in avanti per il divertimento e la longevità del prodotto. Ora sarà infatti possibile affrontare un’esperienza manageriale totale, strutturata per stagioni, che va decisamente al di là dei canonici tornei online. Si dovrà quindi prendere parte al draft all’inizio di ogni nuova season, valutare i miglioramenti o i cali dei propri giocatori e gestire il tutto mediante un sito costruito appositamente per la gestione di questa parte del gioco.
Da notare anche un cambio di direzione rispetto alle consuete composizioni musicali della soundtrack, caratterizzate per lo più da sonorità hip hop. In questo caso la scelta è invece ricaduta su artisti orientati verso correnti come il rock classico o il metal.
Il sistema di microtransazioni è sembrato poco consono per la quantità di denaro richiesta e gli scarsi benefici apportati. Del resto caricare oltre 100 Microsoft Points per ottenere un incremento del cinque per cento nelle statistiche di un singolo match, o per potenziare un determinato giocatore, non è certamente il massimo della vita (ma dopo aver visto i 400 MP richiesti per ottenere il costume jedi nel Marketplace Avatar non ci stupiamo più di nulla). Furto legalizzato? Quasi.
Come abbiamo già accennato anche sul piano visivo il titolo non è probabilmente mai stato così bello e fluido da osservare, sia per le animazioni che per l’impatto trasmesso dagli stadi, dagli speaker e da tutti gli altri dettagli che rappresentano "il contorno". Ma lo stesso discorso può essere poi esteso all’interfaccia di gioco e al modo in cui viene gestito il sistema delle statistiche, così come le fasi iniziali di pratica.
EA ha preso spunto dal suo titolo calcistico per migliorarsi, mettendo al centro delle sue attenzioni sempre e comunque un solo elemento: il gioco. La profondità delle interazioni, la credibilità dell’esperienza vissuta davanti allo schermo è evidentemente ciò che il publisher canadese ha imparato a privilegiare in ogni sua produzione sportiva, sebbene in fin dei conti in questo caso non ci fosse l’impellente esigenza di trovare nuove strade da percorrere per rimettersi in carreggiata e superare la concorrenza, come ha dovuto invece fare FIFA nelle ultime stagioni.