Magic: The Gathering – Duels of the Planeswalkers 2012
Un gioco che ti fa il mazzo!
Ogni generazione ha i suoi totem spirituali, riferimenti sociali in grado di caratterizzare un insieme di individui aventi età simile.
Seguendo questa linea di pensiero, credo risulterà facile per chi ha vissuto la propria giovinezza nell’intorno degli anni ‘90 ricordare il tormentone delle carte di Magic, arrivate a raggiungere una fama e una diffusione, perlomeno in Italia, simile a quella che attualmente viene attribuita al Texas Hold'em.
Ovviamente tale fenomeno non poteva lasciare indifferenti i colossi del settore videoludico che, nella persona di mamma Microprose, diedero vita anni fa a una trasposizione digitale ancora oggi portata in palmo di mano dai fan di tutto il mondo.
Ma si sa, il tempo passa e le licenze di questo livello non sono fatte per ammuffire su polverosi scaffali, ed eccoci così a parlare dell'ennesima trasposizione dedicata questa volta all'ultima espansione di un gioco praticamente infinito, ora presentato nelle vesti di un titolo disponibile solo in digitale e rivolto espressamente a chi vuole approcciarsi con circospezione al mondo di Magic.
Il livello di sfida, così come la profondità di Magic: Duels of the Planewalkers 2012, calzano infatti perfettamente a chi conosce solo le dinamiche di base degli scontri che caratterizzano il franchise o a chi, addirittura, ne è completamente digiuno, senza spingere volontariamente sull'acceleratore con l’introduzione di tecniche più elaborate proprie solo dei giocatori pro.
Preso coscienza di ciò, quello che ci siamo trovati a gustare è però un titolo davvero ben fatto, creato per presentare il nuovo mazzo base e in grado di risultare a conti fatti il miglior erede del capolavoro sopracitato dopo diversi titoli dai risultati altalenanti, grazie ad una facilità d’uso e ad una chiarezza espositiva degne di un manuale “for Dummies”.
All'interno di un'offerta discretamente ricca, quello che ci viene offerto sono così tre diverse modalità di gioco principali a cui va aggiunta una modalità multiplayer di cui parleremo in seconda battuta considerato che aggiunge concretamente poco a livello di sostanza al piatto “magico”.
Tutte le tre diverse sezioni dedicate al singolo giocatore, Campagna, Archenemy e Revenge, basano com’era logico attendersi la propria esistenza in una serie di scontri caratterizzati dalle regole del gioco di carte, ovvero una sorta di strategico a turni dove delle creature si scontrano fra di loro per determinare la sconfitta dell’avversario, fra evocazioni, artefatti e punti mana da rastrellare utilizzando delle carte “terra”.
Ogni passaggio è spiegato con dovizia di particolari così come l’effetto di ciascuna carta è ben rappresentato con l’ausilio di alcune icone che rendono la comprensione dei meccanismi sottostanti agile e veloce, senza rallentare il ritmo della partita se non per prendersi una pausa per le dovute riflessioni sulla mossa da giocare.
Se Campagna e Revenge prevedono una serie di scontri singoli e alcune “sfide”, ovvero degli speciali enigmi dove dovrete cercare di uscire vincitori in poche mosse, la modalità Archenemy è invece quella più interessante in virtù della ventata di novità che porta in grembo: in questa speciale sezione dovrete infatti cimentarvi in combattimenti uno contro tre, dove il giocatore solitario, impersonato obbligatoriamente dall’intelligenza artificiale, risulta potenziato con alcune carte speciali.