Mario & Luigi: Paper Jam Bros. - recensione
Mario si sdoppia per salvare ben due Principesse Peach!
Rovistando negli oscuri meandri della rete ci si può imbattere nel folle progetto di ignoti autori che, con molta fantasia e sorvolando su qualche paradosso di troppo, ha disseminato lungo una pretestuosa timeline tutti gli episodi videoludici che hanno avuto per protagonista Super Mario. Un'impresa titanica, certamente affascinante, che non rinuncia a trovare una collocazione specifica nemmeno ai vari titoli sportivi che ormai da anni ingrossano e inspessiscono le line-up delle console Nintendo.
Tutto da rifare, verrebbe da dire, almeno stando alle premesse narrative di Mario & Luigi: Paper Jam Bros., che mescola più d'una carta in tavola, arrivando persino a confermare l'esistenza di ben due universi "marieschi" che mai, prima d'ora, si erano incontrati. Incapace di tenersi lontano dai guai, Luigi scombina le pagine di un libro magico, causando la fuoriuscita di tutti i personaggi contenuti tra cui delle copie in formato cartaceo di Bowser, della Principessa Peach e, ovviamente, del nostro baffuto supereroe vestito di rosso.
Doppie tartarughe sotto anabolizzanti, dunque, e doppi guai. E, sorpresa delle sorprese, toccherà proprio all'improbabile terzetto composto da Mario, Luigi e Paper Mario, trarre in salvo la coppia di reggenti naturalmente rapite, e riportare ordine e pace nel Mushroom Kingdom. Sarebbe inutile pretendere un minimo di originalità nel canovaccio che da sempre anima e giustifica le peripezie dell'idraulico italiano, ma se non altro, nella trama che fa da sfondo all'avventura, si registra l'ormai classico e solito tasso di comicità, che tanto caratterizza la saga di Mario & Luigi sin dagli esordi.
Se gli eroi non perdono occasione per esprimersi con ampi gesti e versi buffissimi, ci penseranno gli assurdi dialoghi tra i due Bowser a strappare risate a profusione. A voler cercare il pelo nell'uovo si denota una minor ispirazione rispetto ai predecessori, la sceneggiatura ci mette un po' a prendere il ritmo e le battute non sono tutte efficaci, ma fortunatamente è stato accuratamente evitato l'inutile dilungarsi in conversazioni ridondanti e prolisse che avevano finito per annoiare una buona fetta di pubblico ai tempi di Dream Team e Insider Bowser's Story.
Che si passi meno tempo a leggere e molto di più a giocare è un bene, vista la bontà e profondità del gameplay che, pur riproponendo immutate le meccaniche che da sempre caratterizzano la serie, tentano di consolidare anche sul piano ludico il cross-over con l'universo di Paper Mario.
Deboli richiami al platform vivacizzano le fasi esplorative delle ambientazioni che attraverserete nel tentativo di raggiungere i cancelli del castello di Bowser. Controllando con la levetta analogica tutti e tre gli eroi e utilizzando un diverso pulsante frontale per compiere un set di azioni intercambiabili, potrete saltare di piattaforma in piattaforma, attivare meccanismi usando il martello, gettarvi in frenetici inseguimenti per riacchiappare i Toad bidimensionali evidentemente spaventati e disorientati dal muoversi in un mondo a tre dimensioni. Bisogna usare l'ingegno per risolvere i semplici enigmi che vi sbarreranno la strada, consapevoli di poter anche fallire qualche prova d'abilità, che di tanto in tanto spezza l'azione, dal momento che il controllo dei tre personaggi, attraverso un pulsante distinto, non è intuitivo e semplice come si crederebbe.
Entrati nel vivo delle battaglie, scoprirete come anche in questo episodio l'anima action e quella ruolistica si fondono piacevolmente per creare un divertentissimo ibrido. Non basta impartire i comandi ai personaggi per poi affidare l'esito dello scontro a statistiche e parametri vari. Sia mentre ci si difende, sia quando si passa al contrattacco, è richiesto tempismo. Tenendo a mente che ad ogni eroe è affidato un diverso pulsante, caratteristica che rende alcune battaglie particolarmente complesse, bisogna premere quello corrispondente nel momento più opportuno sia per contrastare le iniziative avversarie, sia per rendere più efficaci le proprie. Non ci si può esimere dall'affidarsi a questa imprescindibile tecnica, dal momento che in altro modo si finisce in fretta per vedere capitolare tutti e tre i personaggi del party.
Tra mosse che mettono in mostra l'atletismo degli eroi e altre che sfruttano il martello, non potevano naturalmente mancare gli Attacchi Fratello, qui accompagnati da Attacchi Trio che introducono a semplici minigiochi, il cui superamento decreta ovviamente la quantità di danno inferta agli avversari. Tra le novità si segnalano le Carte Scontro, l'abilità di Paper Mario di sdoppiarsi in un nutrito numero di copie di sé stesso e gli scontri tra giganteschi modellini di carta.
Le Carte Scontro non sono altro che bonus passivi che potenzieranno temporaneamente il party. È possibile schierarne tre contemporaneamente e i loro effetti variano dal più classico dei bonus d'attacco, sino al ripristino dei punti vita in particolari condizioni. Ottenibili acquistandole nei negozi o completando specifiche missioni, se ne possono creare di particolarmente efficaci sfruttando gli Amiibo. Grazie alle statuine Nintendo si può contare su aiuti extra tutt'altro che di secondaria importanza, ma niente paura: anche nel caso in cui siate ancora immuni all'Amiibo-mania, non avrete alcuna difficoltà nel completare ugualmente il gioco.
Un'altra feature inedita introdotta da Paper Jam Bros. sfrutta la capacità unica di Paper Mario di creare delle copie carbone di sé stesso. Debole sia nelle fasi offensive che difensive, quello che è tutti gli effetti un personaggio di supporto può incrementare le sue statistiche temporaneamente proprio usando come scudo difensivo i suoi alter-ego. Discorso simile quando si lancerà all'attacco: il danno inferto verrà moltiplicato per ogni copia ancora preservata dalla furia degli avversari.
Chiudono il novero delle novità i poco riusciti scontri tra "Megazord-Mario" e giganteschi modellini di Goomba, Koopa Troopa e compagnia bella. In queste fasi il gameplay abbandona buona parte delle meccaniche ruolistiche per incentrare l'azione sul saggio sfruttamento della barra di stamina, per infliggere devastanti attacchi agli avversari. Il segreto consiste nell'attendere la mossa nemica per interromperla con una spinta che farà ribaltare il modellino. La ripetitività di ogni scontro, alla lunga, li rende noiosi e poco coinvolgenti, ma si tratta comunque di una gustosa novità che, almeno sulle prime, riesce a spezzare degnamente l'azione.
Paper Jam Bros. è l'ennesimo ottimo rappresentante di una serie che ha ormai raggiunto il suo equilibrio. Ciò, fortunatamente, non si è ancora tradotto in capitoli poco ispirati e caratterizzati da un'insostenibile mancanza di innovazioni. L'invasione di Paper Mario ha apportato piacevoli novità al gameplay classico della saga. Sebbene gli scontri tra i giganteschi modellini di carta non convincano appieno, le Carte Scontro hanno ulteriormente approfondito le meccaniche che regolano l'anima ruolistica della serie.
Va da sé che chi avevo deciso di chiudere con Mario & Luigi già ai tempi di Dream Team non troverà particolari stimoli per fare propria questa iterazione. I fan, al contrario, troveranno ad aspettarli la solita dose di comicità e un altissimo numero di piacevoli battaglie da superare prima di trarre in salvo la coppia di Principesse Peach.