Mario su iPhone: il mondo è cambiato - editoriale
Super Mario Run rappresenta la fine di un'era per la Nintendo che conosciamo, ma anche la sua più grande occasione da molti anni a questa parte.
All'evento Apple di ieri è successo quello che non t'aspetti. Mentre tutto il mondo era ancora impegnato a discutere dell'assenza del jack per le cuffie sul nuovo iPhone, sul palco è salito Mr. Shigeru Miyamoto in persona e l'atmosfera è istantaneamente diventata quella dell'E3.
Ok, lo sapevamo: Nintendo ha ormai da tempo annunciato la sua transizione verso le piattaforme mobile, ma non bisogna confondersi e minimizzare l'evento di ieri: questa presa d'impegno così forte e diretta da parte del personaggio "simbolo" di Nintendo (almeno tra quelli in carne ed ossa) segna, infatti, un ulteriore punto di svolta fondamentale per la casa di Mario nello specifico e, probabilmente, per l'intera industria del gaming su smartphone in generale.
Miyamoto è salito sul palco di Apple per annunciare Super Mario Run: un gioco che, ad un primo e superficiale sguardo, si potrebbe considerare come lo svolgimento di un banale "compitino" da parte della casa che ha inventato e portato al successo planetario il concetto di platform moderno. Si tratta, infatti, di quello che potremmo definire il "solito" endless runner: Mario corre automaticamente dalla sinistra alla destra dello schermo e noi dovremo semplicemente toccare lo schermo per farlo saltare, evitando così le insidie e raccogliendo le monete sul percorso. Rayman Jungle Run, per dire, ci era già arrivato anni fa, con ottimi risultati e molta meno fanfara.
Dov'è la rivoluzione, allora? Secondo il sottoscritto c'è, è enorme e si sviluppa su due fronti diversi. Da un lato, Super Mario Run ci dimostra che Nintendo ha finalmente (o, secondo altri, sciaguratamente) cambiato "pelle": una delle aziende in assoluto più gelose dei propri marchi, maniaca del controllo come Ferrari e poche altre al mondo, ha oggi deciso che il suo volto per eccellenza, quello dell'idraulico baffuto che la rappresenta a livello mondiale, non è più un appannaggio esclusivo delle sue console e piattaforme proprietarie.
Prima del prossimo Natale, Mario sarà su iPhone (e probabilmente anche su Android), aprendosi così ad un pubblico interamente nuovo, costituito da miliardi di utenti che, ce lo dicono i numeri, non hanno mai posseduto una console Nintendo. Qui, sulle piattaforme mobile, Nintendo potrebbe trovare la sua dimensione perfetta: parliamo, infatti, di un'azienda che da sempre fa dell'immediatezza e della semplicità le sue chiavi stilistiche ed imprenditoriali fondamentali. Ebbene, al giorno d'oggi non c'è niente di più immediato e semplice, a livello di interazione proposta, di uno smartphone: come lo stesso Miyamoto ha dichiarato, a Super Mario Run si può giocare anche con una mano sola (la sua battuta, con tanto di mimica, è stata "persino mentre si mangia una mela". Inutile dire che la platea dell'evento Apple, compiaciuta come al solito, è esplosa negli applausi).
Si tratta, in poche parole, della perfetta realizzazione di quel progetto iniziato con il Wii: rendere i videogiochi più semplici e alla portata di tutti. Il Wii ci era riuscito fino ad un certo punto: vendendo circa 100 milioni di unità, è stato indubbiamente una delle console di maggior successo commerciale della storia. Il concetto di "tutti" rappresentato dagli smartphone, onnipresente feticcio della moderna società, è però ben più ampio e si estende ai miliardi di persone: un pubblico irraggiungibile per un singolo hardware da gioco, qualsiasi possano essere gli sforzi profusi dall'azienda che lo produce.
Se ben realizzata, quest'iniziativa di Nintendo potrebbe dunque portare ad un'ulteriore e completa rivoluzione per la più storica tra le aziende operanti nel mondo del gaming, un cambio di passo che la porterà a chissà quali strade future e che, non è escluso, potrebbe impattare anche direttamente sul destino della futura NX: una macchina che forse ha più rapporti con le piattaforme mobile di quanto non sappiamo o immaginiamo al momento.
La seconda rivoluzione potrebbe essere quella del gaming su smartphone in generale: un settore che ad oggi si basa quasi unicamente sulla quantità a scapito della qualità. Delle migliaia di titoli free to play o freemium lanciati ogni anno, solo poche dozzine attecchiscono e riescono a creare guadagni sostanziali. In alcuni casi, vere e proprie meteore dorate diventano istantaneamente e incredibilmente popolari, raccogliendo milioni di dollari in micro-transazioni ogni giorno, per poi scomparire con la stessa rapidità con cui avevano trovato il successo, spesso affossando le stesse aziende che le avevano create.
Si tratta di un modello di business imprevedibile, instabile e molto probabilmente insostenibile a lungo termine. È proprio su questo modello che Nintendo potrebbe intervenire a gamba tesa: ha la forza economica, l'interesse e il prestigio per farlo. Non a caso, Super Mario Run non sarà free to play, non includerà (almeno stando alle dichiarazioni odierne) micro-transazioni o altri meccanismi di pagamento più o meno opachi: sarà venduto come un normale titolo "premium", che si acquista una volta e si può giocare liberamente per sempre.
Una simile iniziativa è stata già intrapresa da altri publisher storici dell'industria dei videogame, come ad esempio Square-Enix, che però ha sbagliato l'approccio, proponendo spesso conversioni di vecchi titoli (che non necessariamente ben si adattano all'ambiente touch) a prezzi esorbitanti, che l'utenza smartphone ha mal digerito.
Nintendo sta invece creando un titolo ex-novo, pensato appositamente per sfruttare i punti di forza della piattaforma. C'è da augurarsi che sappia modulare anche il suo price point in base alle caratteristiche dell'ambiente smartphone: lanciando Super Mario Run a 2-3 euro al massimo, potrebbe dare a Mario il più grande successo della sua storia, diffondendo il titolo su centinaia di milioni di smartphone e dando una nuova ed emozionante giovinezza alla più importante tra le sue icone.
In un simile contesto strategico, non stupisce che Nintendo abbia deciso di rilanciare anche su un altro fronte: quello di Pokémon GO, che a breve debutterà anche su Apple Watch, andando a risolvere molti di quei punti critici che gli venivano contestati: la scomodità di dover controllare frequentemente le notifiche sul proprio smartphone e l'eccessivo consumo di batteria a ciò correlato.
Sembra, insomma, che Nintendo stia trovando la strada giusta per avviare la delicatissima operazione di approdo sulle piattaforme mobile. Personalmente, credo che dovremmo esserne tutti contenti, perché tutti ne beneficeremo: sia i fan storici della "vecchia" Nintendo (come il sottoscritto), che gli amanti del "nuovo" concetto di gaming portato avanti dagli smartphone con i loro schermi touch.