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Marvel's Spider-Man - prova

Volteggiando nei cieli di Manhattan.

Nel corso degli ultimi cinquant'anni alcuni tra i più grandi pensatori hanno analizzato l'esplosione di Spider-Man all'interno della cultura pop. Tutti sono d'accordo su un punto: chi si nasconde dietro la maschera è uno di noi, vive i nostri conflitti quotidiani, i problemi di soldi e le delusioni dell'adolescenza; rappresenta tutti i ragazzi e le ragazze che si sono trovati di fronte al dubbio esistenziale, che hanno faticato a determinare il proprio posto nel mondo, e ha condiviso con i lettori tutte le paure e le preoccupazioni della sua vita, abbattendo emotivamente la quarta parete e creando un filo diretto con intere generazioni.

Spider-Man è un'icona, e l'onda di entusiasmo che ha travolto il pubblico del penultimo E3 di Sony non è stata assolutamente un caso. Tralasciando l'impatto dell'alter ego di Peter Parker nella subcultura nerd, i titoli dedicati hanno dimostrato come il solo dondolarsi tra i palazzi riesca a scatenare l'irrefrenabile fantasia degli appassionati. Tuttavia, fino a questo momento, mancava ancora una produzione definitiva, una trasposizione videoludica che si assumesse la responsabilità di realizzare una vera e propria opera magna fatta di ragnatele tra i grattacieli di New York. Ed è così che lo scettro è arrivato in mano a una Insomniac Games che, se da un lato può giocare con un universo che rappresenta il sogno proibito di numerosi developers, d'altra parte deve confrontarsi con una gigantesca mole di pressioni e aspettative.

Del resto, da un grande potere derivano grandi responsabilità. Banalità a parte, il risultato confezionato da Insomniac sembra raggiungere le pur altissime aspettative dei fan e, pad alla mano, riesce a trasmettere un vortice di emozioni difficilmente immaginabile da chiunque non abbia ancora avuto il piacere di volteggiare nello skyline di Manhattan. Appoggiandosi in cima a un grattacielo, ammirando il panorama sottostante, si può udire il suono del vento interrompere il silenzio mentre il formicaio Newyorkese si agita lungo le strade perpendicolari. Quando poi ci si lancia in picchiata, un giro di violini della colonna sonora dinamica preannuncia il plateau che si raggiungerà di li a breve, e basta la pressione del grilletto destro per dare inizio alla magia.

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La verità è che ci si sente proprio come Peter nel momento in cui ha scoperto i suoi poteri: si ha voglia di correre lungo le pareti, di tuffarsi nel vuoto e risalire il più in alto possibile, di volteggiare attorno a un palazzo per poi atterrare sul tetto e di arrampicarsi lentamente lungo le torri di cristallo. Si può sfruttare una proiezione per darsi un violento slancio prima di saltare e recuperare il momentum, è possibile utilizzare gli edifici circostanti per darsi una spinta orizzontale e le classiche ragnatele trasmettono un feeling oltremodo realistico; vi basti pensare che, tuffandosi dall'Empire State Building, non è possibile appendersi fino al momento in cui raggiungeremo l'altitudine delle altre strutture, perché la tela necessita fisicamente di un punto d'aggancio per funzionare.

Potremmo dedicare un'intera analisi al sistema di movimento di Marvel's Spider-Man, anche perché abbiamo rischiato più volte di perderci nell'esplorazione di una New York oltremodo fedele e personale: l'isola di Manhattan è stata ricreata con una cura e una dovizia invidiabili per un open-world di questo genere; si riconoscono facilmente i landmark, ma è la caratterizzazione delle strade, dei piccoli quartieri e di ogni vicolo a stupire oltre ogni immaginazione nel continuo incontro tra scale antincendio, tombini fumanti e attività locali. Lo scenario cittadino di Insomniac è una piccola perla, e la speranza è quella di trovare incentivi per l'esplorazione sufficienti a giustificare una simile attenzione ai particolari.

Speculazioni a parte, ci siamo lanciati immediatamente all'inseguimento di Wilson Fisk in una sequenza di gioco puramente action che ci ha guidati attraverso le principali strutture del gameplay. Il sistema di combattimento è un prevedibile free-flow che apprezza e riesce a far apprezzare il connubio con Spider-Man: gli attacchi aerei hanno un'importanza prevalente rispetto alla lotta a terra e i classici contrattacchi cedono il posto ai meccanismi di schivata. Le ragnatele sono il condimento perfetto per ogni combo presente nella command list, e possiamo sfruttarle per ingabbiare gli avversari o proiettarci con violenza inaudita contro i malcapitati scagnozzi.

Ecco lo Spider Man di Insomniac, in tutto lo splendore del nuovo costume originale. I nostalgici non hanno nulla da temere: avremo a disposizione oltre 20 skin aggiuntive per il nostro eroe preferito.

La scalata alle Fisk Towers è un climax ascendente fatto di nemici armati fino ai denti e civili da salvare, arrampicate nei condotti dell'aerazione e nelle trombe degli ascensori, il tutto risparmiando rarissimi quicktime events per la fase finale dell'immancabile scontro con il villain. Siamo ben lontani dal tripudio di sequenze scriptate ipotizzato dalle community, e la stessa boss fight si presenta in grande spolvero, con meccaniche originali e un'arena ben caratterizzata. Ma chi esce realmente vincitore dalla primissima esperienza di gameplay è proprio il nostro Spidey, che non manca di commentare ogni singola interazione attraverso la classica ironia pungente, conversando con gli alleati e provocando costantemente gli avversari.

Ma di quale Spider-Man stiamo parlando? L'universo scelto da Insomniac Games è completamente originale, ma si nutre del rispetto per il DNA del personaggio. La caratterizzazione è fresca e familiare, e ci mette di fronte a un Peter Parker ventitreenne, giunto ormai a una svolta nella sua carriera di scienziato e pronto a esprimere il pieno potenziale delle sue capacità combattive. La trama resta un'incognita importante, fattore che riteniamo sia un bene: la sceneggiatura è infatti passata per le mani di Dan Slott e Christos Gage, moderni autori di Spider-Man e di innumerevoli altre opere dell'universo fumettistico. In ogni caso, la curva di coinvolgimento crescerà vertiginosamente una volta trovate le fondamenta nel tema della crescita, passando per le relazioni sentimentali e per l'importanza della figura di un mentore nei momenti di difficoltà.

Se la lotta al crimine mantiene un importante ruolo da protagonista, nel particolare caso di Spider-Man l'alter ego dell'eroe necessita di un livello di attenzione estremamente elevato. Ed è proprio per questo motivo che in più di un'occasione vestiremo gli inconsueti panni di Peter Parker, attraverso sezioni di gameplay tutt'altro che noiose e volte a promuovere una narrativa su più livelli che sia in grado di proiettare il giocatore nel pieno dell'universo dell'Uomo Ragno, portandoci al cospetto di Zia May e facendoci prendere confidenza col mestiere di scienziato, utilissimo al fine della produzione di gadget.

I sistemi di combattimento in free-flow sono ormai parecchio inflazionati, ma la ventata di freschezza portata da Spidey disegna meccaniche divertenti ed efficaci, tenendo lo spettro della noia a debita distanza.

Vien da sé che basta uscire dalla porta di servizio per tornare a volteggiare tra gli otto distretti in cui è divisa la metropoli, ed è proprio in questo modo che siamo stati introdotti a quell'esperienza esplorativa che rappresenta il nodo più complicato dell'intera opera. Allineando i ripetitori delle centrali di polizia è possibile ascoltare la radio delle forze dell'ordine e intervenire tempestivamente per sventare qualsiasi crimine; tra una scorribanda e l'altra, ci è capitato di incappare in vecchi zaini del Peter adolescente che, sparsi per la città, regalano piccole chicche narrative e contribuiscono a loro volta al sistema di sviluppo. Come? Ogni attività secondaria presente nel titolo ricompensa il giocatore con una serie di gettoni, fondamentali per sbloccare gadget e costumi aggiuntivi.

È evidente, semplicemente sfogliando i menù, che abbiamo assaporato una parte infinitesimale dell'offerta senza confrontarci con vere e proprie missioni secondarie, ma non siamo riusciti a scrollarci di dosso il dubbio che si trattasse prevalentemente di classiche "fetch-quests", ovvero semplici missioni di raccolta. Ad esempio, ci è stato assegnato il compito di fotografare i punti di interesse più importanti di Manhattan, feature che regala scorci favolosi ma che si riduce inevitabilmente al raggiungimento del punto X sulla mappa. D'altra parte, queste sezioni di gioco possono contare sull'incalcolabile valore aggiunto della costante telecronaca di uno Spidey che torna a vestire i panni di Spider-Cop, o ancora della fantastica trasmissione radiofonica di J. Jonah Jameson, pronto a commentare negativamente le nostre gesta.

Il sistema di combattimento incarna alla grande il feeling di Spider-Man, e le animazioni del protagonista sono oltremodo azzeccate. L'arsenale dei nemici spinge ad adottare un approccio ogni volta differente, passando in mezzo alle gambe dei tirapiedi armati di scudo e scaraventando pesanti tombini in testa ai colossi, immobilizzando i nemici armati di missili e sfruttando le esecuzioni per liberarci delle minacce più letali. Eseguendo le combo al meglio si va a caricare una barra dell'istinto che assolve il compito di curarci, oltre a rendere possibili le esecuzioni e attivare bonus decisivi ai danni. Anche il costume gioca un ruolo fondamentale: il menù dedicato sembrerebbe raccoglierne poco più di una ventina, e ogni veste mette a disposizione, oltre che numerosi punti stile, un perk o un'abilità unica nel suo genere.

Ecco, invece, il nostro Peter Parker. Un Peter maturo, consapevole, ormai esperto e calato appieno nei panni del difensore della giustizia. Riuscirà a pagare l'affitto anche questa volta?

La lista delle combo è destinata a crescere una volta presa confidenza con l'albero delle skill: diviso in tre sezioni, è pensato per premiare diversi stili di gioco con un focus su attacco, difesa e sfruttamento di gadget e ragnatele. Abbiamo scelto di investire immediatamente sulla schivata perfetta, perché una volta eseguita col giusto tempismo permetteva di punire l'avversario accecandolo con il chirurgico lancio di una tela. C'è da dire che il sistema di progressione rispetta fedelmente il DNA di Spider-Man e sembra poter contare su un ottimo livello di versatilità; i gadget aumentano ulteriormente la verticalità dell'esperienza e perseguono lo scopo di garantire al giocatore una totale libertà nella scelta dell'approccio.

Vale la pena di analizzare separatamente le fasi di gameplay orientate verso una componente stealth, anche solo per le particolari circostanze in cui le abbiamo incontrate: finalmente, infatti, abbiamo toccato con mano le chiacchierate sezioni di gioco dedicate a Mary Jane Watson. MJ debutta nella professione originale di giornalista per il Daily Bugle e, ovviamente, vuole ficcare il naso dove non dovrebbe, costringendo il nostro eroe ad accorrere in suo aiuto. Se l'esperienza di gioco nei panni della ragazza ha un'impronta fortemente narrativa e limitata a una struttura ad enigmi, recuperando il controllo di Spidey abbiamo dovuto liberarci di una serie di aggressori senza farci notare, muovendoci di soppiatto e appendendoli al soffitto lontano da sguardi indiscreti.

Insomma, in un tempo di gioco relativamente breve ci siamo confrontati con numerose diverse situazioni di gameplay, ognuna capace di uscire a testa alta dal confronto con qualsiasi esperienza supereroistica. Ciò che ci ha veramente stupiti è la maestria dimostrata da Insomniac nel caratterizzare profondamente ognuna di queste attività, rendendo immediatamente riconoscibile e coinvolgente ogni vertice dell'universo di Spider-Man. Dal punto di vista puramente ludico abbiamo maturato qualche dubbio riguardo l'effettivo sfruttamento della componente esplorativa, della quale abbiamo tuttavia avuto una semplice infarinatura; inoltre, non possiamo nascondere le evidenti similitudini con la struttura di gioco resa celebre da Rocksteady nella serie Arkham, fattore prevedibile fin dai primi showcase del titolo.

Le meccaniche di movimento e la resa estetica di Manhattan lasciano poco spazio alle parole. Tecnicamente, Marvel's Spider Man raggiunge l'eccellenza sotto ogni punto di vista.

In ogni caso, Marvel's Spider-Man rappresenta senza alcun dubbio l'esperienza videoludica definitiva dedicata all'Uomo Ragno, e mette sul piatto una serie di novità che probabilmente influenzeranno qualsiasi futuro progetto di tie-in. Per un fan del personaggio, bastano i primi dieci minuti di gioco a giustificare l'acquisto: il solo dondolarsi tra i palazzi è un'esperienza unica e irripetibile, la realizzazione estetica e la cura per le animazioni sono da dieci e lode e sostanzialmente ci si trova abbracciati a 360° da tutto ciò che riguarda il mondo di Peter Parker. Sembra ieri che, impugnando il joypad di Playstation 2, ci dondolavamo viaggiando con la fantasia; Oggi quella stessa fantasia può contare sulla spinta di una realizzazione tecnica ineccepibile, un gameplay fluido e coinvolgente e un universo interamente costruito per i fan.

Avatar di Lorenzo Mancosu
Lorenzo Mancosu: Cresciuto a pane, cultura nerd e videogiochi, i suoi primi ricordi d'infanzia sono tutti legati al Super Nintendo. Dopo aver lavorato dentro e fuori dall'industry, è finalmente riuscito ad allontanarsi dalle scartoffie legali e mettere la sua penna al servizio di Eurogamer.it.
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