Marvel's Spider-Man: Silver Lining - recensione
Il capitolo conclusivo del ciclo “La Città che non dorme mai”.
Un famoso proverbio cita "non c'è due senza tre", un'espressione senz'altro singolare ma che si adatta perfettamente a Marvel's Spider-Man: Silver Lining, l'ultimo atto che conclude l'arco narrativo de 'La città che non dorme mai'. Tutti i nodi vengono al pettine e questo terzo DLC conclude la narrazione iniziata con 'La Rapina' ed espansa in 'Territori contesi', portando con sé anche i pregi e difetti, com'era tutto sommato prevedibile.
Ripartiremo esattamente da dove ci siamo fermati, con Hammread miracolosamente ancora in vita e fuggito dal mezzo che lo trasportava, e con il capitano Yuri Watanabe congedata in seguito al suo comportamento tutt'altro che encomiabile, che ha portato alla presunta morte del boss del Maggia.
Anche con il loro capo momentaneamente fuori gioco, gli uomini di Hammerhead continuano a mettere a segno colpi su colpi, con obiettivo sempre la Sable e i suoi depositi di armi e risorse. Tutto ciò con lo scopo non soltanto di avere accesso a tecnologie all'avanguardia ma anche di destabilizzare i territori della Symkaria, terra natale di Silver Sable, la prepotente mercenaria conosciuta nel gioco base.
Parlando proprio del diavolo, la combattente dai capelli argentati non tarderà ad arrivare, pedinandoci, intromettendosi nei nostri combattimenti e non dando peso a eventuali danni collaterali: il solito, insomma. Inizialmente non si è dimostrata troppo propensa a collaborare ma dopo aver capito che lavorare da soli non conviene a nessuno dei due, decide di mettere da parte l'orgoglio e accettare il nostro aiuto.
Nel mentre si scopre anche che Hammerhead è riuscito a mettere le mani sul progetto Olympus, sviluppato da Osborn insieme alla Sable durate la crisi del Soffio del Drago, e che si tratta di un processo di potenziamento a cui il nostro rivale si sottopone, rinunciando praticamente alla sua umanità e diventando un abominio cibernetico. Naturalmente il tutto culmina nell'inevitabile scontro contro un Hammerhead in apparenza inarrestabile, scontro bisogna dire tanto frenetico quanto avvincente e senza dubbio uno dei migliori tra gioco base e DLC.
Altre vecchie conoscenze faranno una veloce comparsata, un po' a sorpresa, quasi come puro fan service, mentre Miles e MJ continueranno a comunicare con Peter soltanto telefonicamente, questo senza rinunciare però a un'evoluzione nei due rispettivi rapporti, quello di mentore-allievo con Miles, e quello amoroso con Mary Jane.
Oltre alle missioni principali troveremo ben tre missioni secondarie, due delle quali sfortunatamente davvero troppo semplici e gestite con una certa superficialità, quasi a chiudere frettolosamente i rispettivi filoni narrativi e l'immancabile quanto insopportabile Screwball, pronta a tormentarci nuovamente con le sue manie di protagonismo associate a sfide al limite della sopportazione. Questa volta la novità sarà data dalle sfide Bomba, non troppo diverse da alcune già affrontate nel gioco base, dove l'obiettivo è trovare delle bombe e scagliarle contro i cartelloni "Photobomb". Questa volta però avremo il piacere di mettere la parola fine alle attività di quest'atipica criminale.
Oltre a ciò saranno presenti i classici crimini urbani nei quattro settori mancanti e tre nuovi Covi con la classica struttura da modalità orda con ben sei ondate di nemici, e probabilmente si tratta delle attività più impegnative, per via della quantità di avversari speciali da affrontare.
Come di consueto inoltre sono stati aggiunti tre nuovi costumi, sbloccabili completando una missione a metà compagna circa, che anche questa volta non conferiscono nuovi poteri e si dimostrano giusto utili a cambiare semplicemente il nostro aspetto. Una mancanza che rappresenta una grossa occasione sprecata, perché con oltre cinquant'anni di storia, trovare dei nuovi costumi è tutt'altro che difficile ma abbinarli a nuovi poteri avrebbe sicuramente rinfrescato il gameplay, che data la sua ripetitività, per quanto rimanga comunque avvincente, ne avrebbe sicuramente beneficiato.
Silver Lining continua sulla stessa scia tracciata dai due capitoli precedenti, concludendo sì la narrazione di questo filone ma con troppa superficialità sul fronte del gameplay. Tolte le quest principali, alcune delle quali anche troppo sbrigative, troviamo qualche missione secondaria non particolarmente curata, le stesse identiche attività aggiuntive quali i covi o le missioni di Screwball, identiche a quelle già affrontate, nuovi scagnozzi ma quasi semplici reskin e che non impattano particolarmente sui combattimenti, e molti nuovi costumi privi però di abilità.
Potendo esprimere un giudizio sull'espansione completa, la sensazione è chiaramente che si potesse e dovesse fare di più. Tutti i fan non solo del titolo Insomniac, ma anche dell'arrampicamuri in generale, non potranno che apprezzare lo sviluppo di questo giovane universo narrativo e l'adattamento di personaggi classici come Hammerhead o la Gatta Nera, ma tolto questo il pacchetto ha davvero poco da offrire se non un'eccessiva quantità di attività opzionali che non brillano particolarmente per originalità, e che se non altro permettono di apprezzare un combat system che si dimostra sempre divertente.