Matchpoint Tennis Championships Provato, sulle tracce di Virtua Tennis e Top Spin
Una nuova stagione tennistica sta per iniziare!
Da tanto tempo ormai non abbiamo il piacere di giocare una simulazione di tennis degna del vecchio Top Spin. Al tempo stesso non è più esistito un titolo arcade capace di avvicinarsi alla giocabilità e al divertimento offerti dalla serie Virtua Tennis di SEGA.
Negli ultimi anni ci hanno provato Tennis World Tour e AO Tennis con ben due capitoli ognuno, purtroppo con risultati neanche lontanamente degni di entrare nel pantheon dei migliori. A scendere in campo per tentare questa difficilissima impresa è ora Torus Games con Matchpoint - Tennis Championships.
In attività fin dal lontano 1994, il team australiano è alla sua prima prova con un gioco sportivo dopo essersi specializzato in action-adventure su licenza (Ben 10, Hotel Transilvania, Cartoon Network). La terra dei canguri, tuttavia, ha una grandissima tradizione nel tennis quindi almeno il background “natale” è di prim'ordine.
La build che ci è stata data per questo test preliminare include tutte le modalità e le opzioni dell'edizione finale. Il fulcro dell'esperienza tennistica sarà ancora la Carriera, strutturata attraverso 64 tornei che si ripeteranno di anno in anno. Con cadenza settimanale potremo scegliere a quale evento partecipare o se dedicarci agli allenamenti, essenziali per migliorare i colpi.
Anche stavolta avremo a disposizione vari allenatori, da assoldare o licenziare a piacimento in base alla “direzione” atletica che vorremo dare al nostro tennista. Ad ogni carriera creata, maschile o femminile che sia, l'I.A. del gioco creerà circa un set di avversari che si andranno ad aggiungere alle stelle già presenti e che vi sbarreranno la strada verso la corsa alla prima posizione mondiale. A corredo troviamo altre modalità classiche, dagli allenamenti ai match rapidi online e in locale. Non mancano ovviamente le partite classificate, sia standard che personalizzate, che per ovvi motivi non abbiamo ancora avuto la possibilità di provare.
Dopo aver testato la Carriera per un'intera stagione la cosa che ci ha lasciati particolarmente sorpresi è il livello di difficoltà. In tutti i giochi di tennis provati finora i match iniziali erano poco più di un tutorial e uscirne sconfitti era praticamente impossibile. Qui invece è piuttosto facile assaggiare fin da subito l'amaro sapore della sconfitta visto che anche i tennisti di bassa classifica tirano delle mine incredibili e difficilmente compiono errori stupidi.
Va detto che abituarsi alla necessità di mirare la direzione mentre si carica il colpo scelto richiede pratica ma forse è il caso che il team di sviluppo bilanci un po' meglio il gioco prima dell'uscita per non scoraggiare i giocatori meno esperti.
Dal punto di vista puramente tennistico Matchpoint Tennis Championships non prova a distaccarsi più di tanto dai predecessori. Ancora una volta quando scenderete in campo sarà fondamentale il posizionamento del vostro tennista in anticipo sulla palla, che vi consentirà di utilizzare in modo più preciso e impattante i quattro colpi principali.
Questi si portano a termine indirizzando la palla tramite un cursore posto nella metà campo avversaria subito dopo aver premuto il corrispondente pulsante e dobbiamo ammettere che con un po' di pratica si riescono a tirar fuori buoni risultati anche con tecniche solitamente ardue come le palle corte o le demi-volée.
Interessante l'idea di includere e rendere facilmente fattibili colpi che solitamente non fanno parte del bagaglio dei giochi di tennis, come il diritto in chop (praticamente il corrispettivo speculare del rovescio tagliato) e il cosiddetto “servizio da sotto” riportato in auge da Nick Kyrgios... che guarda caso è il tennista di copertina del gioco.
Interessante e ancora tutta da scoprire è la possibilità di scoprire i punti di forza e le debolezze degli avversari insistendo sui loro colpi meno efficaci e abbassando di conseguenza il livello di fiducia nel corso del match, cosa che ovviamente anche loro potranno fare con noi nel caso dovessimo commettere troppi errori. È una feature che se realizzata e sfruttata nella giusta direzione potrebbe dare un kick decisivo al livello di realismo di Matchpoint.
Basandoci sulla versione da noi provata dobbiamo dire che di lavoro da fare prima dell'uscita ormai imminente, o immediatamente dopo, gli sviluppatori ne hanno ancora un po'. L'impatto racchetta/palla è buono così come i rimbalzi e la velocità sulle diverse superfici, i giocatori però sembrano essere sospesi ad un millimetro da terra e più che muoversi incontro alla palla sembrano fluttuare verso di essa. Anche le animazioni sono ancora un po' legnose e mancano quelle distintive per i campioni più acclamati, capaci di farli distinguereli su tutti gli altri.
Discorso licenze: qui purtroppo siamo messi non benissimo. Senza voler andare nuovamente a scomodare gli illustri antenati del genere, il confronto va fatto con gli ultimi giochi di tennis usciti, ovvero Tennis World Tour 2 e AO Tennis 2 che avevano come atleti di punta la crema dei tour professionistici maschile e femminile: Federer, Nadal, Murray, Zverev, Tsitsipas, Sharapova, Barty e Kvitova.
In questa nuova uscita abbiamo come atleta di punta il numero due del mondo Daniil Medvedev, accompagnato dal già citato “cavallo pazzo” Kyrgios, dall'astro nascente Carlos Alcaraz e da una solida line-up di seconde linee. Anche qui ci sarebbe ancora del lavoro da fare per caratterizzare più approfonditamente ogni campione al fine di farlo assomigliare il più possibile alla sua controparte reale.
Manca quindi il top player, quello capace di attrarre il grande pubblico e purtroppo non va meglio ai nostri atleti, in passato rappresentati dal veterano Fognini e dalla stella nascente Sinner, che in Matchpoint Tennis Championships non sono presenti... almeno finora almeno visto che il team di sviluppo ha già confermato di essere al lavoro (attivo e “diplomatico”) per ampliare in futuro il parterre di professionisti inclusi nel gioco.
Ci auguriamo che arrivino anche stadi su licenza visto che i grandi tornei non possiedono i nomi ufficiali, tanto per dirne una l'Australian Open si chiama Australian Grand Slam. A non mancare fin da ora sono invece gli sponsor a bordo campo, che fanno bella mostra di sé anche su alcuni capi di abbigliamento e attrezzature dei tennisti.
Quanto detto finora dipinge il quadro di un gioco di tennis promettente, la cui parte simulativa sembra essere stata curata con le dovute accortezze ma al quale manca ancora un po' di equilibrio per sperare di poter entrare nei cuori degli appassionati del genere.
Ci auguriamo che Torus Games abbia usato il tempo residuo prima dell'uscita per sgrossare le parti ancora ruvide del gameplay e nella giusta direzione consegnandoci il gioco che ormai da troppi anni attendiamo. Ci risentiremo presto per la recensione, abbiamo già prenotato il campo. Fatevi trovare!