Mato Anomalies, il Provato
Lo studio cinese Arrowiz presenta il suo nuovo JRPG.
Dopo 4 titoli narrative-driven sviluppati a partire dal 2016, lo studio videoludico cinese Arrowiz si dedica al suo lavoro più ambizioso finora ovvero Mato Anomalies, un JRPG che fonde visual novel, combattimenti a turni, esplorazione e card games in salsa cyberpunk e noir.
Nei primi momenti di gioco ci ritroviamo nella città di Mato dove vestiremo i panni di Doe, un giovane detective dalla spiccata autoironia, in missione alla scoperta del misterioso Handout per conto di Nightshade, una donna molto influente nella metropoli. In questa avventura Doe non sarà da solo: ad accompagnarlo troveremo lo schivo esorcista Gram e l’androide SkyEve, ognuno dei due con delle abilità che torneranno particolarmente utili all’investigatore durante le varie fasi del gioco.
Nel corso delle nostre missioni dovremo investigare con discrezione raccogliendo gli indizi di cui avremo bisogno dai passanti. Tanto nelle sezioni visual novel che nelle fasi di esplorazione potremo selezionare l’opzione di dialogo che più ci convince: a risposte più calzanti equivarrà un esito migliore dell’incontro.
Nella breve demo che abbiamo avuto modo di provare abbiamo esplorato solo una piccola parte della città di Mato che, tuttavia, sembrerebbe essere molto estesa. Infatti, per spostarci da una parte all’altra dell’inusuale metropoli alla ricerca di missioni e side quest, dovremo ricorrere ai mezzi pubblici la cui mappa è ricca di fermate e punti di interesse.
Ciò che salta subito all’occhio durante l’esplorazione di Mato è la commistione tra antico e moderno: alle sfavillanti luci al neon si contrappongono gli scorci tipici dell’Antico Oriente, così come l’abbigliamento di marcata ispirazione noir anni ‘30 coesiste con gli androidi che abitano la città.
Questo mix tra epoche ha un impatto significativo anche sul gameplay di Mato Anomalies: infatti, oltre alle sezioni più spiccatamente narrative in cui si intervallano dialoghi con scelte multiple, cut scene e sequenze animate a fumetti, il JRPG di Arrowiz è costellato da combattimenti a turni e sezioni di gioco di carte.
Dei futuristici dungeon dalle atmosfere cyberpunk sembrerebbero essere la parte della città di Mato che sembrerebbe essere consacrata ai combattimenti a turni. Dato che il protagonista non è dotato di poteri offensivi sarà Gram a occuparsene: così, lo sciamano dalle sembianze di un ninja si ritroverà a fronteggiare gruppi di nemici sfoderando tutte le sue tecniche di attacco più temibili in un combat system molto intuitivo.
L’androide SkyEve, invece, è il braccio destro di Doe nelle fasi di investigazioni che coinvolgono i personaggi meno collaborativi. Grazie al suo potere Mind/Hack, SkyEve può manipolare la mente delle sue vittime per convincerle a parlare, ma per poter controllare la loro mente con successo dovremo superare delle sezioni card game, in cui dovremo abbattere le difese mentali del nostro avversario giocando le carte che risultano essere più efficaci.
Dopo questa carrellata di personaggi e feature contenute all’interno della demo di Mato Anomalies, è il momento di tirare le somme sui primi momenti di gioco. Il comparto artistico del titolo riesce a rendere il JRPG accattivante al punto giusto: agli ottimi character design che non possono mai mancare in una visual novel si uniscono i modelli in 3D dei personaggi, anch’essi ben curati.
Ma è la città di Mato a brillare in particolar modo. L’unione tra elementi urbani futuristici e colori ed elementi architettonici tipici del mondo antico conferiscono alla metropoli un tocco onirico ispirato ai lungometraggi dello Studio Ghibli. Inoltre, la colonna sonora riesce ad esaltare le diverse anime della città alternando metal, elettronica e brani dai toni noir.
Tralasciando la veste artistica del gioco, c’è tuttavia da porsi una domanda: il mix di generi videoludici e di elementi provenienti da epoche diverse tra loro è una strategia efficace? Se a primo impatto la città di Mato e i suoi abitanti risultano ben caratterizzati e con una propria coerenza, gli elementi più spiccatamente retrò tendono a stridere con il mondo di gioco. Gli Sciamani, per esempio, sembrano essere usciti direttamente dal Giappone Edo più che da un passato recente.
Anche a livello di game design Mato Anomalies risulta piuttosto bizzarro: unendo una trama principale che si snoda in una visual novel ai combattimenti a turni tipici del genere JRPG e sfociando persino nel card game, il rischio è quello di perdere di vista la direzione del gioco, piegandone la struttura senza una vera e propria esigenza di trama. Le sessioni di card game risultano particolarmente forzate all’interno del titolo e non si addicono a un personaggio futuristico come SkyEve, l’androide che padroneggia il Mind/Hack.
Al netto di queste perplessità, che avranno modo di essere confermate o smentite in fase di recensione, Mato Anomalies è un bizzarro JRPG con l’ambizione reinventare il genere investigativo in chiave futuristica con tante ottime premesse (soprattutto riguardanti trama e personaggi), fondendo generi videoludici ed estetici in una inedita combinazione e corredando il tutto da un doppiaggio integrale dei dialoghi e una futura localizzazione del gioco anche in italiano.