Mechajammer Recensione: Un RPG poco ispirato
Il cyberpunk ultimamente non porta bene...
Mechajammer, sviluppato da Whalenought Studios, è un RPG annunciato a sorpresa durante il PC Gaming Show 2021. Siamo di fronte a un progetto indipendente che propone un mondo cyberpunk sviluppato da sole due persone e che ripesca dal cilindro tematiche già trattate in videogiochi di questo genere.
Niente sparatorie in terza persona come accade in Cyberpunk 2077 con le sue folli corse in giro per Night City. Niente sparatorie in stile FPS, e neppure la solita avventura story-driven. Mechajammer è ambientato in una colonia devastata e in guerra, in una cornice inospitale e pericolosa.
Bande e predoni uccidono incondizionatamente chiunque abbia abbastanza denaro per sopravvivere un giorno in più. Ispirato alle atmosfere apocalittiche dei primi Fallout e a Westeland, Mechajammer sembra avere tutte le carte in regola per offrire una trama incredibile.
La storia, al contrario di quanto ci saremmo aspettati, è però piuttosto lineare, complice un approfondimento poco ispirato del mondo di gioco. Gli standard odierni, innalzati da produzioni di caratura più ingombrante dello stesso genere, necessitano di narrazioni più incalzanti, che sappiano tenere incollati i giocatori allo schermo.
Qui invece non troviamo alcuna missione della storia principale capace di colpirci come avremmo sperato. Mechajammer concentra piuttosto le proprie forze in un gameplay derivativo e privo di originalità, implementato per giunta in maniera modesta.
Una volta creato il nostro personaggio con un editor poco intuitivo, quello che si apre davanti a noi è un videogioco con una visuale isometrica che possiamo muovere a nostro piacimento utilizzando i tasti direzionali.
Per spostare il personaggio basta cliccare su un'area della mappa, compiendo le azioni che desideriamo. Avanzando nell'esperienza e superando un tutorial esaustivo sulle meccaniche principali, che si evolvono via via che avanziamo incastrandosi con intelligenza, scopriamo diversi modi per approcciarci ai combattimenti.
Nulla di rivoluzionario, certo, ma quanto viene proposto sarebbe gradevole, se non fosse colpito dai bug più sfaccettati e da un'intelligenza artificiale fin troppo aggressiva. I movimenti dei nemici, per l'appunto, sono rapidi e complessi da interpretare nei combattimenti a turni, che sono talmente veloci da confondere.
Non possiamo fuggire dalle lotte e neppure evitarle. Siamo costretti ad affrontare il nemico, boss inclusi, con l'impossibilità di fuggire per leccarci le ferite e tornare meglio preparati e più agguerriti. Prima di un combattimento, per evitare di mordere il mouse, consigliamo quindi di salvare la partita.
Chi affronteremo sarà spesso armato di pugnali ed armi a distanza. Possiamo prevedere un attacco nemico spostandoci o contrattaccando, utilizzando i nostri accoliti come dei supporti in più per avere la meglio. Le caratteristiche del personaggio, che modifichiamo durante la creazione, condizionano anche gli avvenimenti nel mondo di gioco.
Possiamo impostare la sua età anagrafica e il lavoro svolto, quali predilezioni abbia e in cosa sia forte. Niente di complesso e, considerando le tante alternative presenti sul mercato, il risultato è approssimativo. Quello che invece è curato, rispetto al resto, è come ciò influisce sul rapporto con i personaggi non giocanti.
Non esiste però un sistema di scelte abbastanza ampio per far evolvere il proprio protagonista e le azioni si ripetono all'infinito, non dando mai spessore a una trama che offre pochi spunti interessanti.
Mentre il sistema di combattimento brilla a stento, quello di guida risulta scomodo. Se per spostarci a piedi dobbiamo cliccare col mouse su un'area, a bordo di un mezzo di trasporto siamo costretti a utilizzare i tasti direzionali della tastiera. E anche in queste occasioni non riusciremo a evitare i combattimenti.
Tra le tante abilità del nostro personaggio c'è l'hacking, una meccanica ben implementata. Oltre a rappresentare una bella sfida per chiunque adori cimentarsi con le password più disparate, costringe a esplorare le zone in cerca delle combinazioni giuste. Per sbloccare una porta oppure un ponte, non ci resta che inserirle nei terminali sparsi per le location, sbloccando l'area che intendiamo raggiungere.
Con lo stealth, invece, possiamo nasconderci a piacimento nell'erba alta. Nonostante sia una bella aggiunta per variare il gameplay, nel suo insieme perde di mordente a causa dell'intelligenza artificiale nemica, fin troppo severa e ingiusta. Rappresenta un motivo per il quale qualcuno potrebbe allontanarsi dal titolo, preferendo qualcosa di più equilibrato.
La sua utilità, seppure marginale nei momenti concitati, è rilevante quando siamo circondati dei nemici. Metterli in allarme e costringerli a chiamare i rinforzi è semplice, e l'unica mossa saggia è restare accucciati nel buio, in attesa che la minaccia passi. Nonostante le buone idee introdotte, il risultato finale non è sufficiente, specie se morire risulta così semplice.
La direzione artistica è ispirata a Blade Runner, la celeberrima pellicola di Ridley Scott. Abbiamo visitato luoghi malfamati, città in decadenza e rovine di un passato glorioso. È sicuramente la parte più riuscita del titolo assieme al sonoro, che offre delle buone composizioni musicali. Oltre alla pixel art e ai suoi colorati poligoni, c'è poco altro di pienamente positivo in un'opera che aveva sulla carta ottime premesse.
Nonostante gli ultimi aggiornamenti siano riusciti a sistemare la situazione sul versante tecnico, il gioco soffre ancora di molti bug. L'input lag, rimasto invariato dal lancio del gioco, porta a una certa imprecisione. E i vistosi cali di frame rate nei momenti più concitati, rallentano le azioni di gioco.
In definitiva, Mechajammer è un'occasione sprecata. Ne avevamo scritto a luglio con tanto interesse, lodando alcune idee davvero interessanti che non si sono concretizzate al meglio delle loro possibilità.
La longevità è comunque generosa, una buona notizia per chiunque abbia intenzione di acquistarlo al prezzo di 19,99 euro, alto dato il risultato finale e per l'assenza della localizzazione in Italiano.