MediEvil Remake - recensione
Il ritorno di Sir Daniel Fortesque.
Il 2019 è stato senza dubbio un anno di importanti uscite, molte già arrivate, altre invece previste per le prossime settimane. In mezzo a tante novità, non sono certamente passati inosservati interessanti dei remake quali ad esempio quelli Resident Evil 2 e Crash Team Racing. Ottobre però è il mese di Medievil Remake, e Sir Daniel Fortesque vuole decisamente dire la sua.
La storia di Medievil è relativamente semplice e viene prontamente spiegata subito all'inizio, per dare al giocatore tutti gli elementi narrativi di cui necessita. Zarok, un potente stregone al cospetto del re, iniziò a praticare arti oscure a sua insaputa, e quando venne scoperto fu esiliato. Bramoso di vendetta, creò un esercito composto di demoni ombra e marciò contro il re. Diverse furono le battaglie e la più celebre fu quella di Gallowmere, in cui fu sconfitto, ma che costò pure la vita a Sir Daniel Fortesque, colpito in un occhio da una freccia vagante.
Cento anni son passati e Zarok ha radunato nuovamente il suo esercito, composto dagli abitanti dei villaggi privati delle loro anime, e riportando in vita i morti. Pure il prode cavaliere Daniel viene riportato in vita, e ha così la possibilità di redimere la sua morte per nulla gloriosa, fermando il malvagio stregone una volta per tutte. Da qui ha effettivamente inizio il gioco.
Nel corso delle missioni diversi sono i personaggi che s'incontrano, dalle statue parlanti del Salone degli Eroi, alle streghe nascoste in alcuni livelli. Anche tra le fila dei nemici la varietà non manca di certo, tra non morti, pazzi, zucche stregate, formiche assassine, demoni, soldati e altri ancora. Per non parlare delle boss fight, non particolarmente ardue ma che ben si integrano nelle missioni.
Il gameplay di Medievil è sempre stato caratterizzato da una perfetta combinazione di elementi d'azione, di esplorazione e di qualche piccolo puzzle, e il giusto bilanciamento di questi dà vita a un'esperienza unica, affrontabile con spensieratezza giusto per seguire la narrazione, o dando la possibilità di puntare a un completamento del 100% spolpandola in lungo e in largo.
Per esempio, in ogni livello c'è il Calice delle Anime, un oggetto totalmente opzionale, a volte nascosto, altre in bella vista, altre ancora raggiungibile soltanto in modi specifici, che si riempie con le anime dei nemici uccisi in quella missione. Una volta colmato e conseguentemente raccolto, si potrà fare ritorno al Salone degli Eroi e riscuotere una ricompensa, sia essa un'arma quale un'ascia o un martello, o un equipaggiamento, o una fiala di vita aggiuntiva o uno scudo.
Così facendo si è inconsciamente spinti a esplorare le mappe nella loro interezza, alla ricerca di ogni possibile segreto nascosto, con l'obbiettivo di ottenere una nuova arma con cui randellare i nemici. Considerando inoltre la possibilità di rigiocare i livelli in qualsiasi momento, non dovendosi dunque preoccupare di eventuali calici dimenticati o non scovati in precedenza, il giocatore non si sente in alcun modo obbligato ad affrontare le missioni con l'ansia di perdere qualcosa o di investirci troppo tempo.
A dire il vero è il giocatore stesso a trovarsi nella situazione di voler godere appieno della libertà esplorativa concessa, questo perché misurata talmente bene da non diventare pesante o ripetitiva, e tutte le nuove aggiunte al proprio arsenale, tralasciando l'effettiva utilità nei combattimenti contro alcuni nemici specifici, riescono ad arricchire la varietà dell'azione.
All'inizio del gioco si possiede soltanto una spada e dei coltelli da lancio, armi pratiche ma in un certo senso limitate. Con i dovuti calici invece si possono trovare lance, un arco con frecce infuocate, un martello in grado di tirare potenti colpi con danno ad area o un'ascia capace di colpire sia da vicino sia da lontano, tirandola come se fosse un Boomerang. E non solo.
Se il gameplay non necessita di ulteriori conferme, lo stesso discorso però non vale per il comparto artistico, che ha rappresentato sicuramente la sfida maggiore per il team di sviluppo. Immaginatevi un gioco del '98, quindi con tutte le limitazioni tecniche imposte dalla tecnologia del tempo, dunque modelli poligonali semplici, ambientazioni non molto dettagliate e privo di vari elementi di contorno. Immaginatevi ora di avere la possibilità di ricreare tutto ciò, vent'anni dopo, dovendo reinterpretare l'opera originale, e adattare tutti questi elementi a uno standard moderno, potendo dunque arricchire l'opera stessa.
Il team è riuscito egregiamente in questo intento, comprendendo appieno l'essenza di Medievil e rendendola più bella che mai. Le terre di Gallowmere non sono mai state così piacevoli da ammirare, dal cimitero a inizio gioco alla foresta incantata, passando per il giardino delle zucche o il labirinto. Tutte ambientazioni che, naturalmente con un livello di dettaglio nettamente superiore, rievocano le sensazioni originali.
Gli unici nei di questa produzione, riguardano il comparto tecnico, non particolarmente curato come il resto. C'è da dire che la sensazione di input lag percepita durante le demo provate è stata quasi totalmente risolta, lasciando al suo posto un'esperienza ben più fluida. Peccato che lo stesso discorso non si possa fare per quanto concerne il frame rate, non sempre stabile e in certi momenti afflitto da cali considerevoli.
Anche nel doppiaggio, generalmente buono e con una scelta di interpretazioni molto simpatiche, la sincronia con i movimenti labiali non sempre è perfetta. Da non trascurare, infine, un crash che ha inevitabilmente portato a doversi rigiocare l'intero livello, per via dell'assenza di salvataggi intermedi.
Considerati i problemi tecnici qui elencati, non possiamo dare al gioco quell'8 che avrebbe meritato, e lo facciamo a malincuore. MediEvil Remake è infatti una bella rivisitazione di un classico e gli Other Ocean Interactive sono riusciti non soltanto catturare appieno l'atmosfera dell'originale, ma a darle una nuova vita.
Il risultato è l'occasione giusta per rigiocare un titolo ormai ventennale o, in alternativa, per recuperarlo se non si avesse mai avuto il piacere di passare del tempo in compagnia di Sir Daniel Fortesque. E quando (ci auguriamo) le patch correggeranno i difetti sopra elencati, sentitevi liberi di aggiungere un punto in più alla nostra valutazione.