Mega Man 6, vent'anni e non sentirli - review
La virtual console del Wii U ci propone una gloria del passato.
Non ricordo esattamente quando ma nei primissimi anni '90 la parrocchia dell'oratorio che frequentavo in un piccolo paesino della provincia di Varese organizzò un piccolo torneo di videogiochi. Nonostante la mia giovanissima età ero già caduto nel vortice videoludico da qualche tempo, passione che purtroppo non ho mai avuto il piacere di condividere con qualcuno in quegli anni.
La notizia del torneo, già di per sé incredibile per quel periodo, venne come una manna del cielo per il sottoscritto e non sapendo i titoli che sarebbero stati poi utilizzati nelle gare, cominciai ad allenarmi senza tregua con diverse cartucce per NES, come il primo e il terzo Super Mario Bros., Duck Hunt, Contra e Castlevania. Vi lascio immaginare la sorpresa quando, durante quel pomeriggio di un afoso luglio, scoprii che il gioco del torneo era il quinto Mega Man, un concentrato di bastardaggine che mai avevo avuto modo di sperimentare in passato.
Fortuna volle che mi classificai primo senza mai aver messo le mani su quel titolo prima d'ora, anche se, vista la mia totale ignoranza sulle regole della competizione, non mi presentai alle successive due gare. Lascio a voi immaginare la mia espressione quando venni a sapere tale notizia.
Dopo quasi vent'anni da quell'afoso pomeriggio estivo, eccomi di nuovo a trattare un titolo della serie di Mega Man, franchise ideato da Capcom nel 1987 al quale sono seguiti decine e decine di sequel, cross-over e comparse dalla qualità altalenante. Nello specifico in questo articolo parlerò del sesto capitolo della serie regolare, uscito nel 1994 su NES e da pochi giorni disponibile anche sulla Virtual Console di Wii U.
"Come tutti i titoli "retro" dello store digitale di Nintendo, Mega Man 6 non ha subito alcun restyling grafico"
Come tutti i titoli della sezione "retro" dello store digitale di Nintendo, anche Mega Man 6 non ha subito alcun restyling grafico né aggiornamento nei controlli se non nell'utile funzione di recupero, che permette di creare un salvataggio veloce (un po' come succede con gli emulatori su PC) e di ricominciare in quella determinata posizione in caso di morte prematura. In questo caso, come molti di voi sapranno, la parola 'morte' è all'ordine del giorno e la quasi totale assenza di checkpoint rende il gioco di Tokuro Fujiwara un prodotto adatto solo ed esclusivamente ad un pubblico hardcore, nonché ai nostalgici della saga.
La possibilità di personalizzare i controlli aiuta non poco le cose, soprattutto se si utilizza il Game Pad della console come controller, che può essere usato anche come estensione qualora il televisore di casa sia occupato. Inutile ricordare quanto possa essere fetente il livello di difficoltà, specie durante determinati boss come Wind Man.
Per coloro che siano estranei alle vicende di Mega Man 6, la trama gira intorno ad un fantomatico torneo intergalattico di robot, usato come esca da un certo Mr. X per rapire i partecipanti e riprogrammarli per conquistare il mondo. Tocca quindi a Mega Man cercare di ristabilire l'ordine e salvare il pianeta per l'ennesima volta.
Dopo avervi raccontato dell'originale e commovente trama, passo a parlarvi del lato tecnico, che sfortunatamente si porta appresso alcuni fastidiosi cali di frame rate che possono arrivare a rovinare l'esperienza con rallentamenti non di poco conto. Non si capisce perché, almeno sotto questo aspetto, Nintendo e Capcom non abbiano voluto sistemare le cose dopo tanti anni.
Come tutti i giochi per NES della linea Virtual Console, anche Mega Man 6 è scaricabile al prezzo di €4.99 ma il problema di fondo rimane sempre lo stesso: vale davvero la pena spendere questi soldi per un gioco uscito due decenni fa?
In attesa di trovare risposta a questa domanda, sappiate che nonostante la sua età Mega Man 6 regge discretamente il peso degli anni, confermando la sua linea d'apprendimento praticamente inesistente e dimostrandosi adatto unicamente a giocatori che amino le sfide difficili e sappiano digerire una giocabilità ormai dimenticata.