Men of War
Lo strategico di 1C due anni dopo.
Tra questi si possono annoverare anche una valanga di mappe ufficiali e un’infinità di quelle artigianali che garantiscono infinite possibilità d’interpretazione tattica del warfare d’epoca della Seconda Guerra Mondiale.
A questi si aggiungono i due expansion pack pubblicati fino a questo momento, acquistabili anche separatamente: Red Tide offre venti missioni singleplayer dedicate all’Armata Rossa mentre Assault Squad propone un gameplay più complesso e orientato all’uso della fanteria. Quest’ultimo, oltre a nuove missioni singleplayer e mappe è da apprezzare per una particolare attenzione posta al multiplayer anche grazie a un’interessantissima modalità skirmish cooperativa.
Nonostante le qualità del multiplayer, la natura di gioco di nicchia di Men of War, unita al fatto che nel frattempo è arrivato sugli scaffali proprio Assault Squad, non permette a tutt’oggi di contare su una community multigiocatore molto vasta.
Le circa duemila persone che fino a un anno fa su Steam costituivano lo zoccolo duro della comunità ora sono equamente distribuite tra Men of War e Assault Squad (Red Tide è più apprezzato per il singleplayer); non si trovano quindi sempre server pieni a ogni ora del giorno e della notte e per disputare partite seguendo particolari setup occorre accordarsi direttamente sui forum.
Tuttavia l’impressione è che, anche se molto piccola, questa comunità resisterà ancora per parecchio tempo, grazie anche all’arrivo di Men of War: Vietnam, la terza espansione standalone in programma per la fine dell’anno.
Se i contenuti ufficiali non vi bastano o siete a corto di liquidi, la natura di gioco vecchio stile viene fuori prepotentemente anche considerando il numero di mod artigianali prodotti fino a questo momento: mappe, unità e interi eserciti sono pronti per essere scaricati dai forum non ufficiali dove i più talentuosi hanno messo a disposizione di tutti anche battaglie singole di grande qualità.
In un’epoca in cui i DLC vengono pagati a peso d’oro tanta abbondanza suona quasi come un’eresia se pensiamo al fatto che insieme al gioco viene venduto il GEM: un editor molto potente con cui è possibile praticamente creare ogni genere di contenuto inedito, comprese missioni scriptate con tanto di testi e obbiettivi sequenziali.
Insomma, non ci vuole molto a capire che Men of War rappresenta un salto all’indietro nel tempo che ci riporta alla profondità e difficoltà degli strategici dei primi anni novanta: miele per gli appassionati di strategia in tempo reale duri e puri, aceto per chi ha seri problemi a raccapezzarsi con Company of Heroes.
Se appartenete alla prima categoria e vi eravate lasciati scappare il gioco in prima battuta sappiate che su Steam con dodici euro potete portarvi a casa una piattaforma che, tra espansioni ufficiali e mappe artigianali, può arrivare molto oltre le quaranta ore di divertimento offerte dal gioco principale.
Gli stessi spunti in termini di divertimento e profondità del gameplay sono offerti dal multiplayer, ma proprio per la sua natura di titolo di nicchia non aspettatevi di accendere il PC e trovare subito la battaglia che fa per voi. Le dimensioni ridotte della community consigliano di fare proselitismo con qualche amico e tenersi aggiornati sui forum ufficiali per trarre il massimo dalle occasioni sociali che solo uno scontro ben organizzato tra un reggimento di Panzergrenadier tedeschi e Desert Rats inglesi può offrire.