Metal Gear Solid V: The Phantom Pain - preview
Kojima si prende qualche libertà.
Colonia - Senza ombra di dubbio Hideo Kojima è finora il personaggio di questa gamescom 2014. non che per un personaggio come lui sia difficile, dato che il designer/producer/regista giapponese è una di quelle persona capaci di catalizzare sempre e comunque l'attenzione con pochissimi gesti.
Basti pensare allo strano trailer di P.T. che poi si è rivelato essere il nuovo Silent Hill, alla serata di gala che si è tenuta in suo onore o la sequenza di Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain mostrata durante la conferenza di Sony, lontana anni luce dalle immagini drammatiche e cariche di pathos con le quali ci è stato presentato il gioco.
Niente più cruente operazioni ad alta quota o maschere di sangue, la demo della gamescom di The Phantom Pain è stata tutta all'insegna dell'umorismo. Giapponese però.
Lo scopo principale della sequenza era però un altro: mostrare la flessibilità e la varietà di gioco che è possibile incontrare in Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain. È stata mostrata, infatti, la stessa demo vista all'E3, solo che giocata in maniera diametralmente opposta.
La prima cosa che ci fanno notare è che la posizione dei soldati sarà strettamente legata all'orario della giornata. In questo modo approcciando la base ad un orario diverso dal passato noteremo che mancheranno alcune guardie all'ingresso, più precisamente quelle che Big Boss aveva fatto fuori direttamente da cavallo.
Osservando meglio notiamo che stanno per raggiungere la posizione a bordo di una jeep. Boss chiede al suo cavallo di fare dei bisognini in mezzo alla strada e si nasconde poco lontano. Dopo alcuni secondi vedremo la jeep sbandare vistosamente per colpa degli escrementi. Avvicinandoci osserveremo i due soldati svenuti sulla macchina, cosa che ci darà modo di attaccare tranquillamente uno dei celebri palloncini sul parafango posteriore in modo da inviare mercenari e veicolo alla Mother Base.
La meccanica del palloncino può essere applicata praticamente a qualsiasi cosa: container, pecore, soldati, postazioni fisse e automobili, tutto può essere inviato alla base per rinforzare le sue difese. Kojima ha deciso di perdere uno degli elementi più classici dei giochi stealth, come appunto l'occultamento dei cadaveri, per rafforzare le meccaniche di crescita e sviluppo della base di ogni giocatore. Ne parleremo dopo, andiamo con ordine.
L'altra novità riguarda l'utilizzo delle scatole. All'E3 avevamo visto come in Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain potremo sfruttare questo diversivo in maniera molto più dinamica, spuntando fuori all'improvviso per sparare o uscendo di lato per sfuggire all'ispezione di soldati troppo zelanti.
A Colonia è stato aggiunto un nuovo elemento: sopra e scatole potrà essere applicata una foto raffigurante una donna o magari un soldato. In base alla scelta si otterranno reazioni differenti. Se sulla scatola ci sarà raffigurata una procace fanciulla il soldato nemico si catapulterà nella direzione della ragazza e le farà della avance, dando a Big Boss la possibilità di uscire dalla scatola inosservato e nascondersi lontano.
Se invece sul dorso dello scatolone ci sarà un ufficiale il soldato si metterà sull'attenti, con risultati analoghi a prima. Questo genere di situazioni farà storcere il naso a molti, visto il non sense imperante di queste situazioni, ma rientrano pianamente nella tradizione di una serie che ha sempre mantenuto, nonostante i toni spesso drammatici, una vena comica piuttosto accentuata.
Chiudendo dunque un occhio sull'assurdità delle situazioni, Kojima ci ha messo in mano l'ennesimo strumento grazie al quale improvvisare una strategia di infiltrazione in un ambiente così vasto e libero come quello di Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain.
Anche perché molti elementi possono essere combinati tra di loro, lasciando al giocatore la possibilità di sperimentare liberamente. Un palloncino potrebbe trasformare un container in un comodo ascensore, mentre una jeep imbottita di esplosivo, sempre attaccata ad un pallone, potrebbe raggiungere in volo un elicottero facendolo detonare.
Terminata questa parte della demo, Konami ha mostrato una parte inedita del gioco, questa volta ambientato su di una Mother Base. Questa volta non per vedere tutti gli oggetti raccolti, ma per mostrare come si può invadere una roccaforte avversaria.
Innanzitutto dovremo stare attenti ad osservare il livello di sicurezza della base. Un giocatore ricco potrà investire molti denari nella ricerca di telecamere all'ultimo grido o trappole laser, in modo da dispiegare queste cose a difesa delle sue cose.
Nonostante questo sarà piuttosto semplice approcciare la prima piattaforma, fare fuori qualche guardia e spedendo alla nostra base tutto quello che si trova in giro. Passando alla sezione successiva della Mother Base siamo stati attaccati dal padrone della base, giunto di corsa a proteggere i suoi possedimenti.
In questo modo Konami si prepara a portare una modalità competitiva nel suo gioco, nella speranza di creare una comunità di persone che quotidianamente si battono in difesa della loro base.
Metal Gear Solid V: The Phantom Pain ci ha sorpreso, non tanto per il gioco in sé, dato che abbiamo cominciato ad inquadrarlo, quanto per la vena comica dietro tutta la produzione. L'umorismo che permea quasi ogni azione di gioco è molto forte, anche se alcuni potrebbero non apprezzare l'impronta tipicamente giapponese. Rimane comunque un buon modo per smorzare la tensione e la drammaticità del gioco.
Ricordiamo che Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain uscirà su PC, Xbox 360, PS3, PS4 e Xbox One nel 2015.