Metal Gear Solid V: The Phantom Pain - prova
Dopo tante chiacchiere è giunto il momento di provare il gioco.
Parigi - Dopo un anno e mezzo di deprimente mediocrità, sembra che finalmente l'industria abbia deciso di rimboccarsi le maniche e provare ad agganciare quei flebili segnali di ripresa che l'economia mondiale sta mandando.
Non siamo ancora arrivati all'E3 2015 e già abbiamo due sicuri contendenti al premio di gioco dell'anno, The Witcher 3 e Bloodborne, con un Batman Arkham Knight alla porta desideroso di dire la sua.
Tra le produzioni più attese non si può non annoverare anche Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, il chiacchieratissimo ultimo (?) capitolo della celebre serie di Konami. Un gioco che ultimamente ha fatto parlare di sé per tutti i motivi più sbagliati ma che è pur sempre il parto di una delle menti più brillanti dell'industria e di uno degli ultimi grandi alfieri del videogioco giapponese nel mondo.
Abbiamo avuto la fortuna di passare due giorni in compagnia di una versione praticamente completa di questo quinto capitolo. L'abbiamo spolpata, sezionata e amata e il tempo che ci separa dall'uno settembre, la data di uscita di The Phantom Pain, adesso ci sembra molto più lungo.
Quella parigina è stata una prova sufficiente a spazzare via alcuni dubbi e a rassicurarci sul fatto che tra un gossip e l'altro Kojima e Konami hanno trovato il tempo di confezionare il loro progetto più ambizioso. Un gioco capace sia di spiazzare sia per la sua enormità, visto che dopo undici ore eravamo arrivati solo all'8% di completamento totale e al 17% delle missioni, sia per la solita maniacale cura nel dettaglio.
Kojima Production è infatti riuscita ad espandere Ground Zeroes su mappe di dimensioni decisamente superiori, rimpinzando il gameplay piuttosto asettico e basilare del prologo con tutte le "kojimate" che hanno reso celebre Metal Gear Solid.
Ecco dunque che il gioco si apre con un prologo al cardiopalma, infarcito di esplosioni, balene infuocate che abbattono elicotteri e citazioni più o meno velate di film, fumetti e quant'altro vi venga in mente. E che saranno condite da una parte dalla cruda violenza che Kojima ha mostrato in Ground Zeroes e dall'altra dal classico humor del director nipponico, pronto a smorzare una tensione fino a quel momento incredibile.
Terminata questa parte introduttiva, il gioco stravolge le regole della serie e mette di fronte all'episodio più ludico di Metal Gear, una cosa che non si vedeva forse dai tempi dei capitoli per MSX. Durante le prime ore, infatti, le sequenze animate sono ridotte al lumicino e tutte le informazioni vi verranno comunicate direttamente tramite il gameplay.
Anzi, le informazioni dovrete cercarvele da soli. Esattamente come in Ground Zeroes, infatti, vi troverete praticamente gettati nel bel mezzo dell'azione, impegnati come sarete a ricostruire il vostro esercito dalle fondamenta.
Senza rovinarvi la sorpresa, la missione di Big Boss sarà quella di ripristinare completamente la sue leggenda e la sua milizia privata in modo da potersi confrontare con Skull Face e la XOF ad armi pari. Verrete dunque gettati in Afghanistan, teatro anche nel 1984 di una sanguinosa guerra, alla ricerca di lavori ben pagati grazie ai quali reclutare nuovi alleati e finanziare la ricerca delle armi più moderne.
Partirete però con una semplice pistola a tranquillanti, un robusto cavallo bianco, un binocolo e il modernissimo iDroid, un aggeggino multifunzione in grado di mantenervi costantemente connessi con la Base Madre e di registrare tutte le informazioni di cui avrete bisogno.
Basterà osservare un villaggio con il binocolo e iDroid ve lo segnalerà sulla mappa, o ascoltare una conversazione con il microfono e tutte le informazioni importanti saranno registrate. In questo modo imparerete a svelare il campo di battaglia in maniera progressiva, scoprendo i segreti della mappa, come la posizione dell'artiglieria nemica o i punti in cui nascondersi.
Ma non solo. All'inizio, per esempio, Big Boss non sarà in grado di capire quello che le milizie russe diranno. Solo salvando un interprete dalle mani sovietiche sbloccherete la capacità di afferrare quello che i vari soldati si dicono durante i loro turni di guardia o di interpretare i loro documenti.
Da questo punto in avanti sorprendere i nemici alle spalle vi consentirà di estorcere loro informazioni vitali per trovare l'obiettivo della vostra missione, metalli e diamanti o per avere notizie sulla presenza o meno di specialisti nelle vicinanze.
La Mother Base, infatti, non è formata solo da acciaio e tecnologie ma soprattutto da uomini. Questi arriveranno volontariamente nel corso dell'avventura in base all'eroismo dimostrato da Big Boss nelle missioni, ma potranno essere reclutati con la forza sul campo di battaglia. Le versioni più avanzate del binocolo in dotazione, infatti, sono in grado non solo di segnalare i nemici sulla mappa, ma di valutare anche il loro potenziale.
La possibilità di attaccare un mini pallone aerostatico a cose e persone per inviarle alla base, dopo i primi istanti di smarrimento per la folle idea risulta un'idea di gameplay piuttosto azzeccata che introduce il reperimento delle risorse all'interno della serie. Come dicevamo, catturare uno specialista nelle comunicazioni aumenterà di molto le capacità del vostro team di spionaggio, così come trovare un soldato abile nel combattimenti renderà le vostre milizie quasi imbattibili.
Questo stesso meccanismo si applica, però, anche agli oggetti. Raccogliere erbe medicinali vi consentirà di ricercare tranquillanti più potenti o medicine più efficaci, mentre i metalli e i carburanti consentiranno di espandere la vostra base, aggiungendo nuovi pezzi, come laboratori e caserme, e migliorandone le prestazioni. Questi upgrade richiederanno molto tempo per essere portati a termine, ma utilizzando denaro reale potrete velocizzare le operazioni. In altre parole, ci sono le microtransazioni nel gioco.
Espandere la base e reclutare personale sempre migliore vi consentirà di ricercare armi più potenti, migliorare l'elicottero di supporto che vi porterà avanti e indietro dai teatri di battaglie, oltre che di comprare nuovo equipaggiamento per le vostre Spalle.
Al momento sappiamo solo che potrete essere accompagnati dal cavallo bianco che compare in molti filmati e da DD, un simpatico cucciolo che salverete durante le prime fasi di gioco. Ovviamente scegliere l'uno o l'altro cambierà in maniera sostanziale la missione: banalmente, non potrete cavalcare un cane, aumentando ulteriormente il numero di variabili presenti in Metal Gear Solid V: The Phantom Pain.
Esattamente come succede in Ground Zeroes, infatti, ci sono decine di modi diversi per portare a termine una missione, alcuni in pieno stile Metal Gear, fatti di approcci silenziosi, uccisioni furtive e l'utilizzo dei tanti folli gadget di Snake; e altri molto più diretti e più in linea con un GTA o Red Dead Redemption.
Nulla vi sarà precluso utilizzando i metodi spicci: solo il punteggio al termine di ogni missione, infatti, risentirà di un approccio più fracassone, lasciandovi dunque liberi di scegliere come affrontare ogni incarico.
Questo è possibile grazie ad un piccolo accorgimento attuato dagli sviluppatori. Durante il Gioco Libero, infatti, sarete in grado di spostarvi da un lato all'altro della mappa mentre entrando in una missione principale noterete che l'area d'azione a vostra disposizione sarà limitata, cosa che ha consentito agli sviluppatori di avere a disposizione uno spazio più controllato nel quale poter gestire in maniera più elegante l'azione, obbligando il giocatore a non fuggire dal fulcro dell'azione, cosa che potrebbe rompere il giocattolo.
Similmente a Ground Zeroes, infatti, l'intelligenza artificiale non si è rivelata particolarmente reattiva nell'adattarsi alle scelte dei giocatori, lasciando ampi margini per sfruttare i suoi limiti, magari fuggendo a perdifiato dalle guardie o nascondendosi sotto il loro naso senza che se ne accorgano. Una scelta che potrebbe essere legata alla necessità di fornire un'adeguata curva di sfida (stiamo parlando infatti della prima dozzina di missioni su di una cinquantina disponibili), o anche al non voler rendere frustrante e l'esperienza, dato che la difficoltà che s'impennerebbe in maniera eccessiva con soldati troppo intelligenti ed ostinati, il che limiterebbe oltretutto le alternative a disposizione dopo aver fatto scattare il primo allarme.
In ogni caso sembra essere più una sbavatura che un vero e proprio difetto, calato come è nell'enormità del progetto di Kojima. Solo dopo le prime sei missioni, infatti, aggancerete il primo filmato e potrete finalmente mettere le mani su tante nuove opzioni che al momento non possiamo rivelare. Quello che possiamo dirvi è che ci sarà da sviluppare la base, affrontare missioni secondarie, reclutare personale e recuperare risorse. Senza considerare la presenza di Metal Gear Online, di cui si sa ancora poco.
Dal punto di vista tecnico Konami è riuscita, perlomeno su PS4, l'unica versione presente durante l'evento, a mascherare bene le origini in comune con le console di vecchia generazione. I volti dei personaggi, il loro design e i dettagli del gioco sono eccezionali, il frame rate è granitico e solo durante le fasi di esplorazione si possono notare difetti come alcuni fenomeni di pop-in degli oggetti in lontananza o di caricamento delle texture. Lo spoglio e monotono paesaggio afgano aiuta in questo senso ma il Fox Engine si sta dimostrando uno strumento potente e flessibile.
Durante i filmati, poi, lo stile di Kojima e il suo gusto per l'eccesso sono immediatamente riconoscibili, come una sorta di firma digitale. Anche dal punto di vista dell'audio Metal Gear Solid V: The Phantom Pain mostra dei valori produttivi eccezionali, con un doppiaggio hollywoodiano e una colonna sonora ispirata e coinvolgente. Forse non tutti gli effetti sonori sono azzeccati ma l'utilizzo dell'audio è magistrale, dato che usando le orecchie ricaverete molte informazioni, come gli aggiornamenti della mappa, la presenza di nemici o di animali da cacciare.
Undici ore, però, non sono state sufficienti per scalfire la superficie di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain. Il progetto di Kojima Productions sembra davvero fuori scala, sia nelle sue dimensioni ludiche, sia nell'ambizione del designer giapponese. Gli screzi, veri o presunti, tra Konami e Kojima sembrano non aver lasciato traccia e anzi lo sviluppatore potrebbe avere di fronte a sé questi mesi per cesellare ancora più finemente l'esperienza.
Esperienza che si è dimostrata intensa, spettacolare ed emozionante come i precedenti capitoli, ma flessibile, vasta e varia come solo pochi giochi hanno saputo essere negli ultimi anni.
Le aspettative sono dunque molto elevate, nella speranza che Kojima sia riuscito a tenere in piedi questa enorme struttura nella tempesta.
Metal Gear Solid V: The Phantom Pain uscirà il primo settembre 2015 su Xbox 360, Xbox One, PlayStation 3, PlayStation 4, e il 15 settembre su Steam.